Il secondo trimestre dell’anno vede registrare un significativo rialzo da parte della componente azionaria che, beneficiando dell’allungo messo a segno nel corso dell’ultimo mese, porta il proprio saldo positivo ben oltre la doppia cifra: +13,98% YTD (year to date) è la performance del benchmark internazionale MSCI World Usd con gli attuali prezzi allo stesso livello dei valori dell’aprile 2022. Fin da ora non appare proibitivo ipotizzare un’ulteriore progressione oltre l’ambita soglia psicologica dei 3.000 punti con destinazione in prossimità di area 3.106.



Prima che tutto ciò possa concretizzarsi, però, riteniamo opportuno assistere a una iniziale fase di consolidamento delle quotazioni in un trading range compreso tra i 2.912,89 e i 2.963,95 punti che, se realizzata, permetterebbe una maggior solidità all’attuale trend rialzista in ottica di futuri nuovi massimi. Particolare attenzione, invece, qualora il supporto statico corrispondente alla base del canale laterale indicato (rif. 2.912,89 punti) dovesse subire una violazione, poiché, tale scenario agevolerebbe il conseguimento del target mensile ribassista (rif. I livello) con serie implicazioni negative in ambito algoritmico e plausibili ripercussioni sui prezzi.



Guardando ai listini azionari ed alle loro impostazioni grafiche mensili, il comparto europeo rappresentato dall’indice Stoxx 600 appare il più penalizzato finora e, pertanto, in caso di un eventuale ulteriore allungo dell’asset class equity potrebbe beneficiare di un potenziale ritorno da parte dei compratori. Viceversa, in presenza di ribassi, suggeriamo il monitoraggio del supporto in area 450,50 punti quale punto di ingresso in chiave long di brevissimo termine. Oltreoceano, invece, al primario indice S&P 500 viene preferita ancora una volta la componente high tech (rif. Nasdaq 100), mentre, nell’area “Pacific & Asia” sul nipponico indice Nikkey 225 ci si attende un rallentamento (fisiologico) rispetto alla recente accentuata crescita.



Al buon esito dei mercati azionari internazionali non coincide la medesima tendenza della contrapposta compagine obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd) che, invece, archivia la terza candela nera mensile consecutiva. Quest’ultimo trimestre dell’anno vede particolarmente penalizzata l’asset class bond governativa e non si può escludere una scarsa attrattività per i prossimi mesi. Le risultanze finora emerse dai governatori delle banche centrali (rif. Fed e Bce) durante il recente incontro a Sintra sembrano decretare una probabile instabilità sull’intero comparto; inoltre, nel medio termine, a causa delle paventate incognite sui futuri rialzi dei tassi di interesse si potrebbe precludere un potenziale e significativo upside dei corsi con, inevitabilmente, l’insorgere di una disaffezione tra gli investitori.

Osservando al consueto sottostante JPM GBI Gl. Usd viene suggerito uno sguardo attento a quota 477,76 punti che, in caso di cedimento, comporrebbe l’aggiornamento dei minimi di anno. Operativamente, in chiave tattica, il decennale statunitense potrebbe accusare una flessione con primo obiettivo in corrispondenza del supporto in area 111,50 punti: quest’ultimo, se conseguito al temine di ottava potrebbe, poi, subire un ulteriore downside con prezzi in direzione di quota 109,45 punti.

Una diffusa debolezza vede coinvolte le principali materie prime e i loro rispettivi panieri di riferimento. Sia il comparto energy che quello metals stentano a maturare una dinamica rialzista di medio termine e, complice la volatilità nel brevissimo periodo, anche il fronte algoritmico non permette l’individuazione di robuste e plausibili strategie.

La sintesi rappresentata dal CRB Index vede soglia 256,80 punti quale principale supporto statico: la violazione di quest’ultimo agevolerebbe un veloce ripiegamento ben oltre i minimi di anno finora registrati con un possibile traguardo (over monthly) a quota 241,225 punti. Positivo, invece, il ritorno del livello dei prezzi oltre area 264,94 punti con successivi target a 269,62 e 277,25 punti (v. tabella). Sui metals: l'”insieme prezioso” (gold e silver) non presenta ancora una concreta impostazione rialzista. Qualora ciò dovesse accadere, l’argento, verrà comunque preferito al più consueto lingotto. Al momento, sul contrapposto paniere “non prezioso” non viene individuato alcun sottostante oggetto di profittevole strategia di breve termine. Viceversa, in dote al comparto energy, confermiamo il nostro recente orientamento a favore del solo gas naturale.

Sul versante dei principali cross valutari rimaniamo (ancora) in attesa di ulteriori elementi a favore di una percorribile operatività sul primario rapporto Eur/Usd. Outlook negativo, invece, su Usd/Jpy e medesima impostazione (short) su Gbp/Usd qualora dovesse violare quota 1,2679.

La prima parte dell’anno si è caratterizzata per il ritrovato interesse dell’asset class azionaria. Nonostante i già elevati livelli di prezzo sembra difficile ipotizzare un rallentamento a causa di un parziale switch di portafoglio a beneficio dell’opposta componente obbligazionaria oppure delle stesse materie prime. Come indicato in precedenza, «Conclusione: azionario sì, ma con estrema prudenza. Meglio ingressi frazionati anziché in un’unica soluzione».

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