Il primo trimestre dell’anno è terminato all’insegna di un andamento anomalo sulle principali asset class finanziarie. Sia i mercati azionari internazionali che i contrapposti obbligazionari governativi registrano una dinamica dei prezzi alquanto inconsueta a livello storico. I primi hanno subito le tensioni geopolitiche della guerra Russia-Ucraina concretizzando nuovi minimi annuali per successivamente ritrovare fiducia e capitolare in territorio positivo su base mensile. All’opposto, invece, la sorte della compagine bond che, confermando (da oltre un anno) le continue perplessità sull’andamento negativo alla quale poteva sottostare nel trascorrere dei mesi, ha visto acutizzare il già pesante saldo in profondo rosso del 2021; un dato che deve far riflettere i detentori di bond: dalla fine (dicembre) del 2020 a oggi si possono individuare undici mesi contraddistinti da una variazione percentuale negativa rispetto ai soli quattro saldi positivi dei restanti mesi. Guardando al passato, si tratta di una dinamica d’insieme unica nel suo genere per l’intero comparto obbligazionario.
A far meglio e primeggiare su tutto l’intero panel d’investimento sono state le materie prime che, al momento, vedono una loro impostazione di fondo caratterizzata da un eccessivo incremento se correlato al mero rapporto rivalutazione/tempo.
In contesti operativi come quanto accaduto a marzo, ovvero con una diffusa e accomunante ampiezza dei singoli ATR (Average True Range) per ciascun sottostante individuato, ai fini di una robusta impostazione strategica è opportuno attendere una maggior stabilità nei prezzi che, solitamente, avviene nel corso della prima decade del nuovo mese oggetto di analisi. Pertanto, le prossime sedute saranno caratterizzate da un attento monitoraggio dei relativi minimi/massimi weekly che le principali asset class evidenzieranno nel corso di ottava e, salvo inaspettati elementi, solo successivamente si potranno definire le prime soglie di potenziale ingresso.
Nonostante l’attesa prevista è opportuno prendere in considerazioni i livelli target (sia rialzisti che ribassisti) individuati per il mese corrente e, in caso di loro raggiungimento, attendere ulteriormente un’eventuale conferma della tenuta degli stessi.
Prescindendo dall’anomala e inconsueta analisi attendista che caratterizza questo nostro periodico aggiornamento sono comunque individuabili – fin da ora – alcune soglie alert sui principali benchmark di riferimento da noi presi in considerazione.
Sulla componente equity (rif. MSCI World Usd) appare fondamentale la tenuto del supporto statico posto a quota 3.012,71 che, se violato, consentirebbe un’accelerazione ribassista con primo obiettivo a 2.896,89 punti. Attualmente, in chiave rialzista, non può essere escluso un ulteriore allungo con primo step oltre i 3.199,79 punti.
A una view neutrale sui mercati azionari viene tratteggiata un’ipotesi di consolidamento rialzista – in ottica di brevissimo termine – sulla classe di investimento obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd): pur consapevoli di operare contro-trend (la tendenza primaria è ribassista, ndr) l’eventuale superamento di area 542,99 punti favorirebbe un successivo incremento con primo obiettivo corrispondente a soglia 545,30 punti. Difficile, invece, ipotizzare una fase di consolidamento laterale dei corsi qualora i prezzi dovessero riportarsi nuovamente in prossimità di soglia 536,07: la violazione di quest’ultima sarebbe pressoché certa con inevitabili nuovi minimi di anno.
Sulle materie prime, il sottostante meglio rappresentativo delle stesse CRB Index vede una configurazione grafica di breve termine orientata a una possibile debolezza: qualora dovessimo assistere a un ripiegamento dei prezzi – già nell’ottava in corso – con primo traguardo a 288,453 punti, l’intero scenario vedrebbe un ulteriore deprezzamento con obiettivo inferiore ai 280,575 punti. Positivo, invece, l’eventuale rimbalzo rispetto alla attuali quotazioni con superamento di area 301,315 punti: qualora ciò dovesse accadere, nuovi massimi di anno rappresenterebbe una certezza.
Sul versante valutario si attendono maggiori elementi per i principali cross da noi osservati: anche per questa “asset class” – al momento – viene suggerito il monitoraggio (e l’eventuale rispetto) dei target mensili individuati.
Il secondo trimestre del 2022 parte all’insegna dell’incertezza: i primi dieci giorni di contrattazione saranno fondamentali per meglio individuare i potenziali scenari operativi (ancor più in ottica rialzista). Nell’attesa, le commodities potranno essere inizialmente quelle maggiormente penalizzate: la prudenza su queste è obbligo.
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