Le banche centrali hanno affrontato pariteticamente la loro politica monetaria: un punto percentuale di rialzo sui tassi di interesse da parte di Fed e Bce. Se per la prima la mossa fosse già scontata tra gli operatori, sulla seconda invece, qualche perplessità sull’entità dell’incremento può effettivamente nascere fatta l’unica motivazione dovuta a una view inflazionistica peggiore per i prossimi mesi. A seguito di entrambi gli interventi il mercato ha comunque reagito positivamente e come indicheremo più avanti, dal punto di vista dei prezzi è plausibile auspicare un cambiamento di rotta sull’ormai accantonato paniere obbligazionario.
Anche sul versante azionario si sono apprezzate alcune dinamiche di prezzo che fino a oggi rappresentavano un vecchio ricordo e, osservando il principale benchmark rappresentato dal consueto MSCI World Usd, le attuali quotazioni sembrano incorporare ulteriore forza per dar vita a un più ampio allungo agostano.
Monitorando il recente andamento si può rilevare “una certezza” da quanto rappresentato con il supporto coincidente alla media mobile a 200 osservazioni settimanali. Sicuramente, la sua valenza (ora in transito in area 2.501 punti) identifica una soglia che lo stesso mercato ha già testato più volte e, in caso di violazione, gli stessi operatori potrebbero utilizzare come riferimento per dar vita a un vero e proprio sell off generalizzato (con target a 2.277,67 punti) sull’intera asset class equity. Nel brevissimo termine, invece, viene circoscritto a soglia 2.747,14 il primo obiettivo in chiave rialzista: solo un ripiegamento dei prezzi al di sotto di quota 2.569,5 punti comprometterebbe quest’ultimo scenario favorendo la possibile capitolazione in direzione della sopracitata media mobile.
Come anticipato, sulla contrapposta asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd), inizia a prendere forma una base rialzista sulla quale poter ipotizzare un primo posizionamento in ottica di investimento.
Gli attuali valori riportano al 2017 e, beneficiando di un quadro più lineare in materia di politica monetaria (sia in capo alla Fed che alla Bce), i rendimenti YTM (yield to maturity) sulla componente governativa internazionale appaiono allettanti per tutti coloro che, avendo privilegiato la componente cash all’investimento, oggi possono beneficiare di maggiori ritorni in funzione di una duration più contenuta (v. parte breve della curva in Usd). Pertanto, in sede di allocazione strategica, viene individuata la resistenza statica a quota 497,96 punti quale limite massimo al fine di poter effettuare il primo acquisto (1/3 della posizione ideale) e con successivo ingresso (altro terzo) non oltre i 500 punti.
Plausibile ipotizzare come, nel corso di agosto, si possa consolidare l’intera allocazione (mediante una vendita complessiva) beneficiando di una rivalutazione superiore ai 2,23 punti percentuali (rispetto al prezzo medio di carico). Qualora ciò dovesse concretizzarsi, sui successivi ribassi l’intento sarà quello di accumulare in sede tattica di brevissimo termine. Unico alert da prendere in considerazione viene individuato con il mancato supporto a quota 485,17 punti (prezzi del 2015): un suo cedimento comporterebbe una nuova fase ribassista con obiettivo a 479,708.
Sulle materie prime, il benchmark CRB Index potrebbe caratterizzarsi per un elevato incremento di volatilità nel corso delle prossime sedute. Tecnicamente si può soffermare l’attenzione al canale laterale di breve termine limitato tra il supporto a quota 276,13 e la resistenza a 287,71 punti (ovvero le soglie già indicate). Qualora si dovesse registrare un downside inferiore al primo, il conseguente target troverebbe una collocazione a 268,99 punti. Viceversa, in caso di upside (oltre la resistenza a 287,71), l’obiettivo vedrebbe un potenziale target esteso in prossimità di area 298,53 punti.
Al momento, il paniere metals (rif. preziosi) non appare maturo al fine di poter concretizzare una strategia long, mentre il parallelo basket “non preziosi” inizia a essere interessante con un nickel a quota 26.055 (price entry a 22.760) e un alluminio a 2.697,50 (buy signal sulla rottura di 2.510). Per entrambe le operazioni i singoli obiettivi sono in ottica over weekly. Sul contrapposto comparto (rif. energy) la scorsa ottava ha beneficiato della significativa e importante rivalutazione del gas naturale (gain massimo oltre i 13 punti percentuali), mentre viene prudenzialmente liquidata (agli attuali prezzi) la posizione sull’heating oil.
Anche per questa settimana il contesto valutario rimane monitorato ma privo di spunti operativi: sul principale cross Eur/Usd attendiamo un ulteriore movimento di consolidamento al fine di poter individuare una più precisa operatività.
Dopo parecchi mesi di ripetuti approfondimenti (negativi) sul comparto obbligazionario, per la prima volta appaiono poterci essere alcune condizioni favorevoli per poter configurare un’embrionale fase di rilancio dell’intera asset class. Consapevoli di tale potenziale, e guidati dalla consueta prudenza, riteniamo che si possa cogliere questa ormai dimenticata opportunità.
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