La settimana finanziaria che si è conclusa ha evidenziato la celata fragilità dei mercati finanziari internazionali. Una realtà, quella che ci troviamo a commentare, certamente minata dalle tensioni in Medio Oriente, ma, come anticipato nello scorso approfondimento, già propensa a enfatizzare i numerosi elementi di incertezza sul versante economico-finanziario.



A conferma di quest’ultima nostra supposizione sono arrivate le parole (molto chiare) del Presidente della Fed Jerome Powell che, di fatto, hanno “certificato” il posticipo del tanto atteso taglio dei tassi di interesse a data da destinarsi. Al momento, guardando al calendario, il potenziale appuntamento di politica monetaria potrebbe collocarsi a settembre, ma, oggettivamente, tale appunto può essere solamente considerato come semplice esercizio rispetto al pensiero della comunità finanziaria che a questa opzione associa un’ampia variabilità: in base ad alcuni sondaggi, infatti, la platea può essere suddivisa equamente al 50% tra i propensi e i contrari. Anche sull’entità dell’intervento non si palesa una vision comune con, attualmente, un verosimile e auspicabile quantum non oltre i 50 punti base nel 2024. Dal nostro punto di vista, consapevoli delle variabili in gioco sia sul fronte geopolitico che sul versante economico, non escludiamo la possibilità di assistere a un primo taglio dei tassi di interesse solo nel prossimo anno.



Osservando i soli numeri, la fragilità di cui parliamo, può essere riscontrata attraverso l’andamento settimanale di uno specifico indice borsistico: il Nasdaq 100, capitolando nuovamente in territorio negativo (terza volta consecutiva), ha riportato una significativa perdita caratterizzata da un saldo superiore ai cinque punti percentuali (-5,365%) che, se contestualizzato agli ultimi anni, si colloca tra le flessioni più ampie (la nona) dal 2020 a oggi.

A motivare questa debacle, di certo, hanno contribuito (anche) le pesanti vendite sul colosso statunitense Nvidia sul quale noi stessi avevamo posto l’attenzione sul finire di febbraio. Monitorando, invece, il consueto benchmark azionario MSCI World Usd dobbiamo rilevare come, il calo dell’ultima settimana (-2,847%) abbia concretizzato la violazione grafica del canale ascendente tracciato in corrispondenza dei minimi di settembre 2022 con, purtroppo, inevitabili ripercussioni sull’intero palinsesto algoritmico ormai in palese sell signal.



Tecnicamente, in assenza di un immediato ritorno alla positività, si può facilmente individuare (seppure con ampio anticipo) il primo obiettivo di breve termine che, rappresento dal transito della media mobile a 50 osservazioni weekly, oggi troverebbe un approdo in area 3.057 punti; viceversa, circoscrivendo l’analisi al brevissimo periodo, un iniziale traguardo potrebbe giungere con l’approssimarsi al supporto statico posto a quota 3.182,38, ma, a tal fine, è necessaria la violazione di area 3.220 punti. Positivo, invece, il ritorno delle quotazioni oltre soglia 3.343,10.

La contrapposta asset class obbligazionaria ha ampliato il proprio saldo negativo YTD (year to date): -4,257% è l’ammontare riconducibile all’indice Bloomberg Global-Aggregate Total Return Index Value Unhedged Usd che, conseguendo i nostri recenti obiettivi (rif. violazione di area 452,858 e soglia 450,305 punti), ha permesso un ulteriore posizionamento long sull’intera componente bond.

Operativamente: un possibile spiraglio rialzista può essere individuato con un livello dei prezzi superiore a quota 453,29 punti, mentre, all’opposto, l’eventuale cedimento del supporto a 448,648 punti agevolerebbe la discesa con target a 446,768.

Ottava in marginale flessione (-076%) per le materie prime. Il CRB index, pur arretrando sotto la parità, ha confermato una fisiologica e comprensibile presa di profitto dopo i recenti rialzi.

Attualmente, un plausibile scenario che si può delineare vedrebbe favorita la costruzione di una fase laterale delimitata in un range di prezzo potenzialmente compreso tra i 292,335 e 297,477 punti: se ciò dovesse accadere sarà fondamentale la successiva valutazione in sede algoritmica al fine di poter delineare una strategia operativa di breve termine. Nell’attesa, avendo beneficiato delle ottime performance sui sottostanti appartenenti al basket metals, l’intera asset class risulta sprovvista di alcun posizionamento, ma confidiamo in un prossimo e immediato ingresso in occasione della prossima ottava.

Saldo settimanale positivo per il paniere valutario che, specificatamente, ha potuto godere sia del ritracciamento avvenuto in capo al cross Gbp/Usd, sia del significativo balzo in avanti del rapporto Usd/Jpy. Come nel caso delle commodities, anche per questa componente viene assunto un atteggiamento attendista ovvero flat sul mercato.

Dall’odierna analisi appare evidente la nostra view prudenziale e conservativa sull’intero universo investibile che, come accade nel mondo della finanza, coincide con una scelta drastica caratterizzata da un inevitabile sacrificio dal punto di vista remunerativo. Ne siamo consapevoli. Come più volte accaduto riteniamo opportuno questo tipo di approccio che certamente subirà la mancata ricerca di potenziali guadagni, ma, allo stesso tempo, beneficerà della salvaguardia delle proprie disponibilità.

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