Inizia la settimana che vedrà protagoniste le banche centrali Fed e Bce. Le loro mosse, che si concretizzeranno nell’arco di 48 ore (mercoledì e giovedì), consolideranno l’attuale scenario di politica monetaria con un previsto e medesimo rialzo dei tassi pari a 25 punti base da parte di entrambe. Questo è quanto la platea degli analisti si attende e, guardando alle diverse metriche finanziarie quotate, non appare indubbio un tale intervento. Da settembre, poi, una pausa sembra poter essere già auspicabile e, qualora ci fossero nuovi aggiornamenti (positivi) sulla decelerazione dell’inflazione statunitense e di quella del Vecchio continente, la possibilità di poter assistere a una prolungata attesa con approdo nella sola parte finale dell’anno non è da escludere.
Nel frattempo, l’ottava che si è conclusa, ha visto ancora una volta i mercati azionari internazionali beneficiare della forza dei compratori che, favoriti dai buoni dati di alcune importanti trimestrali aziendali Usa, hanno ulteriormente spinto i rispettivi indici verso nuovi massimi di periodo.
Il MSCI World Usd quale principale benchmark della componente equity consolida il suo attuale momento di grazia oltre i 3.000 punti e, in vista dell’importante appuntamento della Fed, si presenta con un palinsesto algoritmico ampiamente in zona di acquisto ed una impostazione tecnica di fondo che, qualora ci fossero delle inaspettate reazioni negative, vedrebbe quota 2.982,52 punti in veste di primo eventuale traguardo ribassista.
Quest’ultimo, come già indicato nel nostro consueto appuntamento settimanale, rappresenta un vero e proprio argine al fine di poter decretare l’interruzione dell’attuale trend rialzista in essere. Pertanto, il monitoraggio è d’obbligo almeno fino al termine dell’intera tornata mensile. Coerentemente con una prudenziale gestione in ambito di money management, coloro che attualmente sono beneficiari di un’importante rivalutazione a seguito dei suggeriti ingressi frazionati sul mercato potrebbero optare per una presa di profitto parziale (pari a due terzi della size in portafoglio) prima delle risultanze della Fed. Di certo, liquidare la posizione oltre area 3.032,36 punti, equivarrebbe a un’ottima strategia in chiave tattica.
Se alla vigilia degli appuntamenti di politica monetaria internazionale l’asset class azionaria si presenta arricchita da un’ottima perfomance periodale, al contrario, invece, la contrapposta componente obbligazionaria rappresentata dal consueto JPM GBI Gl. Usd giunge in affanno. Quanto registrato nel corso dell’ultima settimana ha concretizzato interamente il nostro precedente scenario prospettato ovvero: in ottica rialzista, soglia 490,32 punti è stata verosimilmente conseguita dal massimo weekly a 490,16 punti. Viceversa, anche al ribasso, la violazione di area 488,24 punti è arrivata con l’ulteriore prosecuzione del ribasso ben oltre i 487,03 punti da noi riportati (minimo weekly a 485,79).
Attualmente, in ottica di brevissimo termine, un traguardabile livello di supporto vede soglia 485,36 punti, ma, nonostante la prossimità a quest’ultimo, è plausibile già ipotizzare una violazione con obiettivo a quota 483,36 punti. In caso di prosecuzione del downside viene posta attenzione alla tenuta di 480,69: un cedimento comprometterebbe la tenuta dell’intera struttura tecnica che, seppur frastagliata, può essere considerata ancora in trading range. Scenario positivo, invece, qualora dovessimo assistere a una ripresa dei corsi con superamento di area 488,55 punti: la successiva dinamica (rialzista) vedrebbe un importante approdo oltre i 493 punti.
Buon andamento settimanale per le materie prime (rif. CRB Index) che, favorite da un immediato rialzo, hanno concretizzato il nostro ingresso dopo l’avvenuta violazione di quota 270,85 punti. Il target mensile si colloca a 277,25 punti, ma, prudenzialmente, potremmo scegliere di prendere profitto anticipatamente ovvero in prossimità di area 275,23.
Complessivamente, le strategie finora implementate nel corso delle ultime settimane registrano un significativo rialzo e, qualora dovessimo assistere a una fisiologica flessione del CRB Index (supporto attuale a 272,605 punti), appare inevitabile un ridimensionamento dei rispettivi corsi. Consapevoli di tale ipotesi, privilegiamo un’attenta exit strategy sull’intero comparto energy ossia su gas naturale (con un beneficio di poco superiore ai due punti percentuali) che su RBob Gasoline (gain ormai prossimo alla doppia cifra). Sul paniere metals, la precedente view su rame e alluminio non ha riscontrato nei prezzi i livelli da noi individuati e questo, al momento, non agevola una potenziale strategia di breve termine. Attendiamo.
Soddisfazione, anche, sul versante valutario che vede il precedente posizionamento ribassista sul rapporto Gbp/Usd ormai in ampio guadagno con concrete possibilità di poter conseguire un ulteriore incremento: nonostante area 1,2679 viene da noi circoscritta quale primario obiettivo, riteniamo opportuno anticiparne i corsi con un take profit ideale a 1,2789. Sul principale cross Eur/Usd, il trade di brevissimo periodo indicato (rif. short con target a 1,118 e 1,112), ha consolidato l’intero scenario e, in prospettiva degli imminenti appuntamenti di politica monetaria, si privilegia la componente neutrale (cash) rispetto a un’eventuale esposizione valutaria.
Gli appuntamenti delle banche centrali Fed e Bce saranno i principali catalizzatori dell’ottava che inizia oggi e, per tale motivo, potremmo assistere a mercati privi di direzionalità nelle giornate antecedenti alle singole scelte: uno stallo propedeutico per una concreta presa di profitto estiva. Agli acquisti ci penseremo.
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