Beneficiando dei nuovi massimi registrati in territorio statunitense, i mercati azionari internazionali (rif. Msci World) continuano la propria performance positiva attraverso la quinta settimana consecutiva. Il principale benchmark rappresentativo della componente equity amplia la propria rivalutazione con un +0,74%, ovvero un valore percentuale compreso nel range su base weekly da noi indicato («potenziale apprezzamento di entità inferiore al 2,57%»). I massimi di gennaio 2018 sono stati superati e – al momento – appare plausibile un possibile downside con obiettivo a 2.237,31 per successivamente consolidare mediante una circoscritta fase laterale. Soglie di prezzo superiore a 2.248,93 punti implicano l’assunzione di un rischio eccessivo che con molta probabilità potrebbe non essere ripagato da un significativo apprezzamento.
Anche i mercati emergenti (rif. Msci Emerging) portano a cinque il saldo positivo e consecutivo settimanale. Rispetto alla precedente componente azionaria, l’indice oggetto di analisi ha superato i massimi dello scorso giugno per successivamente capitolare in chiusura di ottava. Lo scenario che si profila per le prossime giornate appare potenzialmente compromesso (al ribasso) con primo target in corrispondenza di area 1.053,78 punti.
Analizzando Piazza Affari, la precedente individuazione dell’«ottima impostazione grafica sul nostro indice domestico Ftse Mib», ha trovato pronto riscontro fin dall’inizio dell’ottava che ci lasciamo alle spalle. Nella prima giornata di contrattazioni gli scambi hanno spinto al rialzo le quotazioni fino a portarle al di sopra della soglia psicologica dei 23.000 punti e concludendo la stessa seduta a 23.311,43 ovvero ben oltre alle nostre stesse indicazioni (sia all’area 23.009,32 che il target posto a 23.184,33 punti). La conclusione della settimana archivia un progresso di oltre due punti percentuali.
Graficamente la dinamica dei prezzi evidenzia un importante gap up identificabile tra 22.946,01 e 23.027,49 punti: quest’ultima area rappresenta il primo obiettivo in chiave ribassista qualora si violasse il supporto a 23.294,52. L’attuale obiettivo rialzista è rappresentato dalla resistenza a 23.680,22 punti: un fisiologico ribasso appare plausibile qualora fosse superata senza conferma mediante una chiusura (superiore alla medesima resistenza). Da sottolineare i valori raggiunti dal più comune e utilizzato indice di forza relativa denominato RSI (Relative Strength Index): impostato a 14 giorni evidenzia soglie di ipercomprato che ci riportano al lontano dicembre 2016. Per tale rilevazione è suggerito un approccio prudente in ottica di brevissimo periodo.
Il versante obbligazionario ci riporta alle nostre precedenti considerazioni: la curva dei rendimenti non remunera sufficientemente il rischio assunto e per tutti coloro che volessero allocare i propri risparmi si potrebbe prospettare una eccessiva perdita sui corsi nell’arco di breve termine. Le stesse minusvalenze registrate nell’area euro dal Bund tedesco sono emblematiche e dovrebbero far pensare. Viene pertanto riproposto uno stato neutrale sulla componente bond, soprattutto per gli asset governativi.
Nel mercato della materie prime si evidenzia la pesante flessione dei prezzi del lingotto. Nel precedente intervento riportavamo la «possibilità di poter assistere a un significativo movimento direzionale sul bene rifugio per eccellenza (rif. gold guture)» con conseguente e prudenziale liquidazione degli investimenti in essere: -3,20% è la perdita settimanale dell’oro contraddistinta inoltre dall’incremento di volumi rispetto alla loro media weekly. La violazione di quota 1.450 dollari potrebbe concretizzarsi con conseguenze negative sull’attuale trend ribassista in corso. Un eventuale posizionamento rimane ancora inopportuno soprattutto se finalizzato al brevissimo termine. Uno scenario con possibili dinamiche rialziste si può auspicare sul petrolio (rif. Wti future): il superamento di quota 57,50 dollari favorirebbe l’inizio di una tendenza di breve termine con primo target a 58,79 e successivo obiettivo in corrispondenza di soglia 59,32 dollari.
Nel loro insieme, i mercati finanziari internazionali (sia azionari che obbligazionari) incorporano valori che non giustificano i livelli di prezzo e/o rendimento finora raggiunti: solo una fase di ribasso potrebbe contribuire a un sensibile riequilibrio tra le singole asset class. Gli operatori ne sono consapevoli e attendono il fattore scatenante che finora tarda ad arrivare. Diffidando dall’avidità di rendimento, rimaniamo prudenti ma vigili su singole opportunità che si presenteranno strada facendo.