Agosto può essere archiviato all’insegna di una ritrovata serenità postuma ad un iniziale ed inconsueto spavento notturno. Un incubo, infatti, all’inizio del mese scorso aveva caratterizzato il trascorrere delle prime giornate. Al tradizionale caldo estivo, infatti, si aggiungeva una “nuova temperatura” che non registrava valori così elevati da decenni: sempre e solo numeri, certo, ma, questa volta, non riconducibili al clima ambientale.
Un’onda (non marina) si faceva breccia silenziosamente e, in un circoscritto arco temporale (neppure una dozzina di ore), destabilizzava il lontano Oriente attraverso un crollo vertiginoso in capo alla principale piazza borsistica nipponica (rif. indice Nikkey 255) con conseguente discesa generalizzata sugli altri listini azionari. Nelle ore successive, però, lo spavento rientrava, e l’intero scempio veniva motivato attraverso un “neo-ritrovato della scienza finanziaria” che, a molti osservatori, non era (mai) pervenuto o quanto meno non era mai stato approfondito: la borsa (le borse internazionali) era scesa a causa di un famigerato carry trade.
Sconforto, timore, ansia. Caos. Oggi, verosimilmente a distanza di un mese, di questo nefasto trigger non si ha più traccia nonostante gli elementi strutturali siano ancora presenti. Nel frattempo, però, sul mercato è tutto come se nulla fosse accaduto, con la rischiosa componente azionaria internazionale posizionata ben oltre i precedenti livelli di prezzo, anzi, ormai in procinto di aggiornare i recenti massimi registrati o da registrare, una opposta asset class obbligazionaria governativa all’insegna di un dress code di tutto rispetto poiché ritornata alle quotazioni di due anni fa ed, infine, le materie prime beneficiarie di un attuale momentum di grazia post-débâcle trimestrale. Anche questo effetto è parte integrante del carry trade? Il giudizio, ai posteri.
Della nostra citata “strambata” agli “investitori emotivi” confidiamo in un limitato o, magari, assente impatto. Settembre, infatti, si presenta ricco di eventi importanti che, al momento, necessitano “solo” di una conferma alle precedenti e recenti parole. Nelle prossime giornate assisteremo agli appuntamenti delle banche centrali Bce e Fed con, quest’ultima, alla prova del nove sul tanto atteso primo taglio dei tassi di interesse: il Governatore Jerome Powell ha modificato drasticamente la sua comunicazione passando da un precedente “potrebbe essere sul tavolo” ad un attuale “è giunto il momento”.
Ora, però, i fatti. Sul versante Bce, invece, una riconferma della già attuata politica restrittiva troverebbe un mercato favorevole soprattutto nel delicato ed importante settore del credito. Di fatto, i recenti dati sull’inflazione europea confermano la buona strada intrapresa dalla Presidente Christine Lagarde e dal suo intero Consiglio direttivo.
In vista dell’altro rilevante e significativo prossimo appuntamento (elezioni presidenziali Usa) in agenda, per ora, la struttura tecnica sottostante alle singole asset class appare più strutturata e robusta rispetto al recente passato. Complessivamente la volatilità è ritornata a valori più vicini alla loro stessa tradizionale media con l’equity che riporta un Vix a quota 15 punti e un indice MOVE in area 107 in dote ai government bonds. Operativamente, per il consueto MSCI World Usd, il primo obiettivo rialzista viene individuato in corrispondenza della soglia psicologica dei 3.700 punti.
Particolare attenzione, invece, in caso di un eventuale ritorno del livello dei prezzi inferiore a soglia 3.585,04 che, se violata, vedrebbe compromessa la buona intonazione sul fronte algoritmico forte di tutti i leading e laggings indicators in territorio buy signal.
Ormai note le intenzioni del Governatore Powell, sul Bloomberg Global-Aggregate Total Return Index Value Unhedged Usd, auspichiamo un lieve ripiegamento in area 476,11 punti al fine di poter predisporre un iniziale ingresso dopo l’attuale (momentanea) uscita dal mercato. Nonostante il recente upside delle materie prime, sul benchmark CRB Index, si può individuare – ancora – la presenza di una incertezza di fondo caratterizzata dalle numerose settimane contraddistinte da un saldo finale negativo.
L’evidente gap grafico a 288,387 punti può essere identificato quale essenziale traguardo per un ritorno delle quotazioni verso i livelli dello scorso maggio. All’opposto, invece, qualora si dovesse assistere a una ennesima flessione weekly inferiore ai 277,396 punti appare, purtroppo, evidente una successiva direzione con approdo a nuovi minimi di anno.
Restando sulle commodities ed osservando (oggi) i due rispettivi panieri metals ed energy, per il primo viene preferito l’argento all’oro, l’alluminio passa la mano al rame con aspettative di un importante rialzo (target 450) solo se mediante un forte superamento di soglia 422,5. Sul basket energy rimangono perplessità sull’interezza dei propri componenti (tendenza ribassista su Oil WTI, RBob Gasoline e Heating Oil) con, solamente, il gas naturale in veste di unico sottostante sul quale impostare una plausibile e profittevole operatività poiché distinto da un ormai consolidato trading range di breve termine: strategia long in caso di superamento di quota 2,16 (obiettivo a 2,30) oppure short con price entry a 1,995 con take profit a 1,865.
In ambito valutario verranno monitorati con estrema attenzione i prossimi scambi su Eur/Usd e Gbp/Usd: per entrambi, infatti, l’eventualità di un potenziale downside (salvo l’introduzione di operazioni di ricopertura) non può essere escluso. Diffidiamo, invece, sulla tenuta degli attuali livelli conseguiti dal rapporto Usd/Jpy e, ai fini operativi, attendiamo ulteriori elementi per delineare una percorribile direzionalità.
Settembre potrebbe rappresentare il momento della tanto attesa verità sulle mosse di politica monetaria della Fed con i mercati che, nel frattempo (agosto), hanno già premiato le aspettative sull’imminente appuntamento in calendario. Il vero interrogativo verte sulle parole che impiegherà il Governatore Powell a commento dell’(eventuale) decisione. L’intera platea finanziaria – questa volta – pretende un cambio di stile nella forma e (soprattutto) nella sostanza. Le incognite rimangono e, purtroppo, sono molte. Lasciamo al Governatore la parola, al mercato i fatti.
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