Inizia la settimana che vedrà impegnate la principali banche centrali Fed e Bce nel loro atto finale del 2023. L’attesa è molta soprattutto oltreoceano che, al termine dell’ottava che si è conclusa, ha visto arretrare il comparto obbligazionario apparentemente scettico su un possibile taglio dei tassi di interesse a causa dei nuovi dati (positivi) sul mercato del lavoro statunitense. Nello specifico, l’occupazione Usa ha fatto meglio delle attese confermando, di fatto, il buono stato di salute dell’economia che, a sua plausibile riprova e rappresentazione, ha visto le quotazioni dell’indice S&P 500 aggiornare i propri massimi di anno beneficiando dell’ancora presente forza dei compratori.
Quest’ultima fase di acquisto a stelle e strisce non ci stupisce, infatti, tale ipotesi di rialzo era stata evidenziata al pari dei nuovi minimi in capo al più diretto e corrispondente indicatore di sentiment rappresentato dall’indice Vix giunto ai valori del gennaio 2020 e ormai prossimo al floor del 2019.
Se oltreoceano l’incognita tassi di interesse dovrà tener conto delle previsioni economiche che la Fed illustrerà in occasione del proprio intervento, nel Vecchio continente, invece, gli operatori possono contare sull’attuale “certezza” di assistere a una Bce più accomodante rispetto al passato e, pertanto, maggiormente propensa a poter intervenire attraverso una riduzione graduale del costo del denaro: salvo smentite della Presidente Christine Lagarde.
Nell’attesa, guardando al mercato azionario, possiamo rilevare come ai sopracitati massimi dell’indice S&P 500 non abbia altrettanto replicato il consueto benchmark MSCI World Usd. La componente equity, pur continuando nella sua ascesa, ha arrestato le quotazioni in area 3.050 punti ovvero in prossimità della resistenza statica individuata quale nostro approdo ai fini di una completa liquidazione.
Nonostante la recente configurazione grafica settimanale possa rappresentare un positivo pattern, prudenzialmente preferiamo assumere un posizionamento flat prima che si terranno gli importanti incontri di politica monetaria. Viceversa, per gli investitori più confident, il target di brevissimo termine può essere individuato oltre quota 3.071,01 punti che, se conseguito, andrebbe ad aggiornare i nuovi massimi di anno ricalcando l’upside dell’indice S&P 500. Particolare attenzione, invece, qualora il livello delle quotazioni dovesse ripiegare con prezzi inferiori a soglia 3.018 punti poiché, in caso di epilogo weekly, questa condizione implicherebbe una prima fase di realizzi.
Coerentemente alle nostre palesate intenzioni, la contrapposta asset class bond ci vede spettatori privi di alcuna posizione in essere. Potenzialmente, gli interventi da parte dei Governatori Lagarde e Powell alimenteranno una maggiore volatilità sull’intero comparto e, pertanto, riteniamo opportuno rimandare al prossimo appuntamento settimanale il consueto outlook operativo.
Si accentua la negatività sulle commodities (rif. CRB Index) che, archiviando la quarta ottava negativa rispetto alle ultime cinque trascorse, vedono avvicinarsi i minimi di anno. Le dinamiche ribassiste alle quali abbiamo assistito finora stanno rispettando quanto riportato a metà novembre e, fatta eccezione per immediate spinte al rialzo, il destino del comparto sembra essere indirizzato verso area 255 punti.
Nel brevissimo termine, un elemento di sicura rilevanza è riconducibile al gap (down) delimitato tra i 270,48 ed i 267,612 punti: un veloce ritorno dei prezzi all’interno di questa soglia comporterebbe una reazione sul versante algoritmico alimentando un primo importante step in ottica di potenziale movimento rialzista. Dal monitoraggio dei singoli basket, il paniere energy ha arricchito ulteriormente la propria dote di RBob Gasoline quale unico sottostante in essere, mentre sull’insieme metals rimangono confermate le precedenti posizioni long su alluminio e nickel: su quest’ultimo viene posta una particolare attenzione qualora le quotazioni dovessero oltrepassare area 17.090 punti dove non si può escludere un forte movimento direzionale rialzista (take profit a 17.210).
Strettamente correlato alle politiche monetarie, anche per l’intero comparto valutario, privilegiamo un atteggiamento prudente in attesa delle risultanze di Fed e Bce. Pertanto, l’ottava in corso non ci vedrà operativi sul principale cross Eur/Usd, mentre un’eventuale strategia può essere circoscritta al solo rapporto Usd/Jpy con un posizionamento anticipato short a quota 147,37.
Inutile rimarcare e approfondire l’importanza che rivestono i due imminenti appuntamenti di politica monetaria: se negli Stati Uniti le carte devono essere ancora scoperte, in Europa, invece, le scommesse devono solo iniziare. Mai dimenticando, però, che il bluff è consuetudine e il banco vince (quasi) sempre.
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