I mercati azionari internazionali non fanno più paura e il timore della pandemia da Covid-19 è ormai un ricordo che trova una sua esistenza operativa solo dal punto di vista grafico. Questa potrebbe essere la narrazione di quanto viene rappresentato (e quotato) attraverso i recenti scambi sul più temuto indice: il Vix.
Di fatto, osservando le sue recenti dinamiche, il minimo settimanale (14,19 punti) raggiunto nel corso della trascorsa settimana ha corrisposto ai livelli riscontrabili nei giorni prima del drammatico tonfo avvenuto a febbraio 2020. A seguito di questo ben ritrovato ritracciamento, si è pertanto potuto assistere all’ennesimo aggiornamento dei massimi storici per il principale benchmark azionario internazionale MSCI World Usd.
Ancora una volta, ad accompagnare la crescita della componente equity arriva l’incremento riconducibile alle materie prime che, recuperando il terreno perduto a metà mese, vedono i loro prezzi riportarsi nuovamente oltre area 210 punti. Settimana negativa, invece, per il mercato obbligazionario che, per la seconda volta consecutiva (su base weekly), assiste a una presa di profitto con le attuali quotazioni a ridosso di soglia 588 punti.
L’intero scenario finanziario (equity vs bond) che abbiamo potuto monitorare nel corso dell’ultima ottava non ci sorprende poiché già nel nostro periodico outlook mensile avevamo individuato questo potenziale contesto: l’asset class azionaria ha raggiunto (massimo weekly a 3.026,23) e oltrepassato il primo target rialzista monthly (3.022,17) e sembra prossima a una continuazione del trend rialzista in atto fino al nuovo obiettivo (3.068,65). L’opposta componente bond, invece, ha pressoché centrato la soglia individuata a quota 588,17 attraverso la sua chiusura settimanale a 588,03 punti.
I mercati azionari (rif. MSCI World Usd) potrebbero imbattersi in una brusca battuta d’arresto solo in caso di ritorno dei prezzi con chiusura inferiore ad area 2.981,73 punti: qualora ciò dovesse concretizzarsi, l’importante supporto a 2.943,47 potrebbe non essere sufficiente ad arginare la forza dei venditori che, favoriti da un peggioramento del complessivo quadro algoritmico (al momento ancora in leggera positività), vedrebbero incrementare le posizioni short (su singoli indici borsistici) con probabile (primo) take profit a 2.887,63 punti.
Guardando all’asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd), le quotazioni raggiunte nel corso delle ultime giornate stanno confermando le nostre precedenti perplessità: l’attuale impostazione tecnica non appare abbastanza solida per sostenere un potenziale rimbalzo in ottica di breve termine. Analizzando i singoli sottostanti appartenenti al nostro paniere governativo è possibile rilevare un’univoca debolezza sui futures di Bund, Btp e Treasury che, in caso di loro downside, comporterebbe una flessione sullo stesso JPM GBI Gl. Usd con obiettivo in prossimità di area 584,67 punti. Positivo, invece, il ritorno oltre quota 591,95 che, pur non rappresentando un’inversione di tendenza di breve termine, al momento, agevolerebbe una fase di protratta lateralità su base weekly.
E ora il punto sulle commodities: il primario benchmark CRB Index si è riportato nuovamente oltre i 210 punti favorito – ancora una volta – dall’andamento positivo del petrolio (principale constituent). Azzardare una previsione oltre i massimi mensili finora raggiunti non è impensabile: qualora nel corso delle prossime sedute il sottostante dovesse gravitare al di sopra di area 211,60 punti, un nuovo record annuale potrebbe vedersi a quota 217,681 per successivamente proseguire in direzione dell’ambita resistenza a 219,853 punti. Sul paniere metalli preziosi, consapevoli dell’attuale stato di debolezza, rinnoviamo la nostra positiva view sull’argento e – dal punto di vista operativo – se ne suggerisce un posizionamento long con limite di prezzo a 26,50. Nel basket energy, invece, si ritiene opportuno prendere profitto sul gas naturale che, avendo oltrepassato i massimi del 2020 (nostra soglia target), potrebbe vivere una fisiologica flessione di brevissimo termine.
Sul forex, la negativa view su Eur/Usd ha visto una sua concreta realizzazione sul mercato: il ritorno verso area 1,20 è avvenuto per successivamente veder intensificata la pressione dei venditori fino a spingere il principale cross valutario a quota 1,1845. Tenuto conto del significativo downside – alle attuali quotazioni – non è auspicabile delineare uno scenario operativo. Per Gbp/Usd e Usd/Jpy il nostro precedente outlook rimane confermato.
Si rinnova l’estrema prudenza sul comparto obbligazionario che, in caso di ennesimo ribasso, potrebbe vedere compromesso il suo attuale stallo. Uno scenario – quest’ultimo – molto delicato poiché anticipatorio di potenziali nuovi minimi annuali.
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