Circostanze e coincidenze che si potrebbero riepilogare in due singole cifre ben distinte: 3.036,14 e 3.620,10. Stiamo parlando di punti rappresentativi di due principali indici azionari esteri. La prima è riconducibile all’indice statunitense S&P 500, mentre la seconda riguarda il sottostante a noi più vicino Euro Stoxx 50. Nel corso degli ultimi giorni si è presentata una specifica circostanza che ha lasciato pensare gli addetti ai lavori. Il celebre Wall Street Journal ha diffuso la notizia relativa a un posizionamento in chiave ribassista sui listini azionari mondiali da parte della Bridgewater Associates LP. Non si tratta di una delle tante società di gestione presenti sul mercati, bensì la principale nel campo degli hedge funds o più comunemente denominati fondi speculativi. E di potenziale speculazione – di fatto – tratterebbe il quotidiano newyorkese nel voler argomentare la posizione assunta dall’asset manager mediante l’acquisto di opzioni put con scadenza marzo 2020 sborsando 1,5 miliardi di dollari sui 150 complessivi detenuti in gestione.



Facendo una valutazione complessiva – la presunta posizione in portafoglio – non ha un significativo peso, ma, se rapportata all’effettivo valore implicito del derivato impiegato, se ne può ricavare facilmente un’esposizione attorno ai 100 miliardi. Accademicamente non si può parlare di vera e propria operazione speculativa, bensì di copertura (hedging) degli asset detenuti. Prescindendo dal “purismo tecnico”, chi ha deciso di voler impiegare la propria liquidità a tal fine non può distinguersi per la sua convinta e positiva view sul mercato, ma sicuramente cela – prudenzialmente – un bisogno di proteggere quanto ha.



E tale nostra considerazione trova giustificazione nelle stesse parole del diretto interessato: il miliardario Ray Dalio – fondatore della Bridgewater Associates LP – successivamente alla pubblicazione della (presunta) verità scritta dal WSJ ha replicato mediante il proprio account LinkedIn di cui riportiamo l’integrale testo: «The Wall Street Journal wrote an article that said “Bridgewater Bets Big on Market Drop.” It’s wrong. I want to make clear that we don’t have any such net bet that the stock market will fall. We explained to Juliet Chung, the author of the article, that to convey us having a bearish view of the stock market would be misleading, but it was done anyway. I believe that we are now living in a world in which sensationalistic headlines are what many writers want above all else, even if the facts don’t square with the headlines. You can believe me or you can believe The Wall Street Journal writer. I hope you have come to know that you can believe me».



Ray Dalio esprime chiaramente il suo intento di effettuare una copertura: «we don’t have any such net bet that the stock market will fall» e proprio la mancanza di avere una «net bet» sgombra ogni dubbio. Il quesito che invece nasce spontaneo è un altro: cosa è detenuto in portafoglio per il quale si debba provvedere a questa “immediata” protezione entro il prossimo marzo 2020? Semplificando volutamente, se fossero titoli azionari, l’hedging potrebbe apparire giustificato. Me se fossero presenti titoli già coperti? O addirittura una significativa quota in bond? Il tutto acquisterebbe un altro significato. E proprio quest’ultimo deve essere ricercato attraverso i numeri.

La notizia o non tale che sia evidenzia come l’intera posizione sia stata assunta nel corso di alcune settimane. Andando ad analizzare le serie storiche dei due sottostanti, e soffermandosi ai soli ultimi due mesi, si possono ricavare le (presunte) aree di prezzo che potrebbero comprendere il valore di carico. Per l’indice S&P 500, la media delle chiusure di ottobre è 2.977,68 mentre a novembre – fino alla data della diffusione del WSJ – abbiamo un valore pari a 3.094,60 punti. Relativamente all’indice Euro Stoxx 50, ottobre registra un valore medio a quota 3.551,22 e novembre a 3.688,97 punti. Come si potrà constatare, pur essendo indici ben diversi per composizione e rappresentatività geografica, lo scostamento percentuale tra i prezzi (rif. novembre/ottobre) dei singoli indice è verosimilmente identica: 3,92% per il sottostante Usa rispetto al 3,88% per quello europeo. Una fortuita coincidenza?

Altro doveroso approfondimento. A inizio novembre sempre Ray Dalio ha esternato il suo pensiero sull’attuale stato del “sistema finanziario”. Mediante un post su LinkedIn ha dichiarato come «The world has gone mad and the system is broken». Si tratta di una significativa presa di posizione durante le cosiddette “settimane prima” dell’annuncio del suo short. Anche questa è una coincidenza?

Per dovere di cronaca, riteniamo inoltre opportuno riportare alla vostra attenzione, quanto registrato sull’indice che rappresenta la cosiddetta “paura” in ambito finanziario: lo scorso 22 novembre il Vix quotava 12,34 per successivamente scendere a 11,44 (27 novembre). A inizio dicembre è salito fino a raggiungere soglia 17,99 (3 dicembre) per poi nuovamente calare agli attuali valori (area 14). Altra coincidenza?

Altro dubbio con relativo quesito finale. Entro marzo 2020 – in Europa – si potrebbe assistere a un incremento di volatilità e tensione sui mercati a causa dell’esito elettorale post regionali in Italia (rif. Emilia-Romagna). Oltreoceano, invece, saremo nel bel mezzo della campagna per le presidenziali Usa. L’ennesima coincidenza?

I nostri dubbi e quesiti troveranno la loro risposta solo dopo che il mercato emetterà il proprio verdetto. Dagli stessi media internazionali si apprenderà – sempre dopo – la verità sul “caso Bridgewater Associates LP”. Nell’attesa degli eventi, all’inizio di questo intervento, abbiamo indicato due cifre: si tratta dei valori medi di prezzo calcolati riconducibili alle precedenti medie indicate per i rispettivi indici. Invitiamo tutti voi a prenderne buona nota. Tra il dubbio di una coincidenza e il valore di una circostanza – prudenzialmente – noi scegliamo i numeri. Come sempre.