Le banche centrali hanno catalizzato l’attenzione dei mercati. Oltreoceano appare ormai certo un taglio dei tassi di interesse: il 75% degli operatori si aspetta una mossa della Fed in occasione dell’appuntamento di fine luglio. Nel Vecchio continente invece è stata confermata una forward guidance accomodante: il livello dei tassi non muterà fino al termine del primo semestre del 2020 e la stessa Bce ha confermato l’intenzione di poter intervenire mediante i suoi strumenti (convenzionali e non) qualora ce ne fosse la necessità. A seguito delle risultanze emerse da parte di entrambe le istituzioni centrali bancarie, i mercati obbligazionari hanno beneficiato di un rally settimanale, al pari dei principali indici azionari.
Sul fronte equity, la piazza borsistica che si è distinta per la propria performance finale, è quella statunitense: l’indice S&P 500, dopo un avvio di settimana che ha visto pericolosamente raggiungere il target in precedenza indicato a quota 2.722,63 punti (minimo weekly a 2.728,81), ha prontamente reagito registrando sedute positive consecutive con un saldo finale di ottava pari a oltre quattro punti percentuali. Da evidenziare come, essendosi risolte le tensioni tra Usa e Messico, una prima incognita sul versante commerciale è stata appianata lasciando pertanto intravvedere possibili spiragli per un ulteriore allungo in chiave rialzista. Favorito dal recupero dei corsi rispetto alla loro media mobile a 200 giorni, l’attuale scenario grafico, vede il proprio target collocarsi in prossimità di area 2.950 ovvero la trend line inferiore del Raff Regression Channel proiettato in corrispondenza dei minimi di anno.
Tenuto conto del palinsesto algoritmico (ancora in fase di consolidamento), l’obiettivo – salvo inversioni di brevissimo periodo – potrà trovare un suo completamento anche over weekly. A conferma di tale view è ipotizzabile un primo raggiungimento di 2.897,71 (primo step) per successivamente assistere a una fase di consolidamento e infine alla definitiva prosecuzione dei corsi in direzione di soglia 2.950. Nel frattempo è comunque auspicabile un attento monitoraggio della tenuta del supporto a 2.819,21 punti: in caso di suo cedimento i prezzi si riporterebbe sotto la media mobile a 200 giorni con pericolose ripercussioni per l’intero scenario tecnico in ottica di breve termine.
Sulla scia della performance messa a segno dal principale benchmark azionario internazionale (indice S&P 500) anche Piazza Affari ha concluso la propria settimana facendo registrare un “segno più”: il primario indice di riferimento domestico (indice Ftse Mib) colloca la propria chiusura weekly al di sopra dei 20.000 punti. Le soglie indicate nel nostro precedente intervento sono state sostanzialmente rispettate: area 20.151,90 è stata raggiunta e superata mentre il primo obiettivo indicato in corrispondenza di soglia 20.462,60 punti è stato marginalmente conseguito (massimo settimanale a 20.454,11). L’attuale configurazione grafica suggerisce cautela qualora il livello dei prezzi tornasse (in chiusura) sotto i 20.176,5 punti: un potenziale downside si potrebbe concretizzare con target a 19.888,10. Scenario positivo in caso di superamento della resistenza statica posta a 20.490,90 con obiettivo di brevissimo termine a quota 20.909,33 punti.
Recentemente, il mercato valutario, è stato da noi osservato prudenzialmente assumendo un posizionamento flat: i possibili incrementi di volatilità da noi preventivati hanno trovato riscontro soprattutto nelle recenti sedute. Analizzando il cross Eur/Usd, nel corso delle ultime sei sedute, si è passati da un rapporto a 1,113 agli attuali valori di 1,1331 (con massimo intraday a 1,1347). Il principale cross valutario si trova in prossimità della propria media mobile a 200 giorni che, qualora fosse superata (al rialzo), favorirebbe un ulteriore upside con obiettivo a 1,157. Una strategia “attendista” potrebbe suggerire un posizionamento short in prossimità della MM200 (area 1,1378) con target ravvicinato a 1,1337: consapevoli che si tratta di una mera operatività in ottica di brevissimo periodo (o addirittura intraday), ancora per la prossima ottava, le basi per un vero e proprio posizionamento non sono ritenute sufficienti.
Il comparto delle materie prime vede primeggiare il lingotto con nuovi massimi di breve termine. Il nostro precedente posizionamento sul Wti è stato confermato sul mercato (price entry a 52,86) e l’attuale impostazione tecnica ci consente il mantenimento della posizione assunta. Nonostante si sia registrato un primo pull back dai minimi fatti registrare nel corso delle ultime settimane, il target rialzista corrispondente al nostro take profit è circoscrivibile ad area 57,33. Per un position keeping maggiormente duraturo si ritiene doveroso attendere una fase di maggiore solidità.
I suggerimenti indicati in precedenza – di fatto – si sono concretizzati: per la prossima ottava viene confermato il precedente posizionamento e, qualora ci fossero delle accentuate flessioni sui sottostanti azionari (v. indice S&P 500 e DJ Stoxx 600), si ritiene possano essere considerate opportunità di ulteriore accumulo in chiave rialzista.
Considerando le attuali metriche a nostra disposizione, il mese di giugno sembra porre le prime basi per la costruzione di un trend rialzista di breve termine: nonostante il nostro approccio prudente siamo presenti sul mercato lasciandoci alle spalle “un maggio” caratterizzato da pesanti flessioni. Un attento monitoraggio è riservato al “caso del Paese Italia“: troppe le incognite (e incongruenze) sia sul piano politico che su quello finanziario. Il nostrano dossier sarà sicuramente oggetto di nostre future valutazioni.