I mercati finanziari hanno ancora sofferto e potrebbero continuare a soffrire nelle prossime sedute. La settimana che ci lasciamo alle spalle archivia l’ennesimo saldo negativo finale e i principali indici azionari internazionali riportano la medesima performance (YTD) ma contraddistinta ormai dalle due cifre oltre il segno meno. Il coronavirus continua a diffondersi e il suo effetto sull’economia mondiale è certo: sia Moody’s che S&P Global hanno rivisto le loro stime per quest’anno e – di fatto – sembrano presagire l’ormai inevitabile stato di recessione per alcuni Paesi (l’Italia prima fra tutti).
Se il versante economico appare compromesso, anche l’intero versante finanziario rappresentato dagli stessi operatori nutre timori che potrebbero ulteriormente penalizzare l’attuale negativo scenario: l’indice Vix ha sfiorato la soglia dei 55 punti ovvero quanto vissuto nel lontano 2008.
Nelle cronache a commento delle singole sedute borsistiche non mancano i pareri che suggeriscono come tale momento possa rappresentare un’opportunità per “entrare sul mercato”: nonostante la presenza di livelli di prezzo ritenuti verosimilmente interessanti – attualmente -, il perdurare di alcuni elementi frena l’istinto di voler acquistare nel brevissimo periodo le singole piazze finanziarie. Alternativamente, e per coloro che hanno interesse a “coprire” la componente equity, è invece suggerito il posizionamento frazionato sul principale indice azionario mondiale (rif. MSCI World Usd). L’eventuale acquisto potrebbe beneficiare di una potenziale fase di bull back in ottica di breve termine e già la prossima ottava potrebbe definire i nuovi contorni di quest’ultima beneaugurata ipotesi.
Per tali considerazioni, è opportuno monitorare il supporto a 2.116,72 punti del sopracitato indice, poiché, in caso di sua violazione, si potrebbe assistere a ulteriori ribassi con target a quota 2.073,22. Positivo il ritorno sopra area 2.185,02 con potenziale upside a 2.220,97 punti. Sempre in ambito azionario, il benchmark riconducibile ai paesi emergenti (rif. MSCI Emerging Market) presenta un’interessante configurazione: qualora i prezzi sostassero per almeno un paio di giorni sopra la soglia psicologica dei 1.000 punti, un immediato acquisto potrebbe beneficiare di un possibile rialzo in ottica di brevissimo periodo. All’opposto, rivedere i corsi sotto area 1.000, contribuirebbe a un ulteriore allungo ribassista fino al primo target circoscrivibile a 989,41 punti.
L’indice obbligazionario JPM GBI Usd si è portato in prossimità dei 600 punti facendo registrare nuovi massimi di periodo. Beneficiando dell’andamento rialzista dei principali sottostanti internazionali (per esempio, i Treasury Note) è stato favorito rispetto al suo parallelo JPM EMBI+TR Usd: quest’ultimo potrebbe subire maggiormente il perdurare della diffusione del virus soprattutto in territorio emerging markets con inevitabile prese di profitto nel corso delle prossime giornata. In ambito bond, nonostante il buon rally finora registrato, è comunque suggerita una presa di beneficio parziale (almeno 1/3) delle posizioni in essere.
Analizzando le singole piazze finanziarie, e confermando un posizionamento long per come argomentato, nella sola ottica di trading di brevissimo periodo, l’indice azionario Usa (rif. S&P 500) potrebbe fornire degli spunti rialzisti in caso di superamento di area 2.999,83 con target a quota 3.096,46 punti. Short in caso di cedimento di soglia 2.898,07 con primo obiettivo a 2.822,18 punti. Anche il nostro indice Ftse Mib presenta un quadro grafico che potrebbe favorire una strategia operativa di brevissimo termine: long sulla rottura di quota 21.255,30 con primo target a 22.334,72 punti. Ipotesi invece ribassista con un possibile short sulla violazione del supporto a 20.582,50 ed obiettivo in corrispondenza di area 20.122,16 punti.
Come anticipato, il decennale Usa (Treasury Note) ha registrato nuovi massimi e – di fatto – ha già raggiunto e oltrepassato il nostro target mensile di secondo livello: come già indicato in precedenza, per tali casi di avvenuto superamento, le quotazioni “fuori target” devono ritenersi dei veri e propri eccessi e, pertanto, oggetto di potenziali ridimensionamenti. L’alleggerimento di eventuali posizioni in essere è auspicabile. Particolare attenzione deve essere posta al nostro decennale poiché, qualora si verificasse un ritorno dei prezzi sotto area 145,529 punti, potremmo assistere a una marcata flessione con primo target a quota 144,21. Fase rialzista al superamento di 147,11 con obiettivo oltre soglia 148,50.
Le materie prime hanno visto primeggiare il lingotto che ha riportato i propri prezzi in prossimità dei massimi registrati lo scorso febbraio: la dinamica degli scambi fatti registrare in chiusura di ottava non convince e pertanto è potenzialmente riscontrabile nelle prossime giornate un ritorno sotto i 1.630 dollari. Scenario opposto, e pertanto positivo, in caso di nuovi massimi con principale target rappresentato dal raggiungimento (e superamento) della soglia dei 1.700 dollari. Pesante flessione per il petrolio (rif. WTI) che rivede i prezzi del 2016: il minimo weekly registrato (41,05) ha marginalmente soddisfatto il target ribassista di primo livello (rif. 40,91). Nonostante si possa assistere a un ulteriore downside, si reputa che agli attuali livelli possa corrispondere un primo ingresso (50% della posizione ottimale) con – in caso di avvicinamento a 37,05 (II target ribassista mensile) – un secondo acquisto (restante 50%). Monitoraggio in ottica long sia su nickel che alluminio: entrambi potrebbero beneficiare di un ritorno degli acquisti con take profit simili ovvero di entità superiore al 2,37% settimanale ciascuno.
I cross valutari da noi individuati hanno beneficiato di forti movimenti direzionali: sia Eur/Usd che Gbp/Usd hanno registrato rialzi considerevoli. Se il primo ha già oltrepassato il più esteso target rialzista mensile (II livello), il secondo si pone al di sotto di pochi decimali (1,3056 vs 1,3115). Per quest’ultimo si attende un ulteriore allungo (anche se inferiore al proprio obiettivo) al fine di poter liquidare e invertire la posizione in essere: stop & reverse a quota 1,3078 con target a 1,3042. Il rapporto Usd/Jpy ha subito un forte ritracciamento dai propri massimi annuali: l’attuale doppio minimo (con rif. gennaio 2019) potrebbe essere favorevole per un buy signal di brevissimo periodo qualora i corsi si riportassero oltre area 105,78 con obiettivo oltre quota 106,81. Negativo il cedimento di soglia 104,995 con primo stop a 104,47.
L’incertezza dominerà le prossime sedute e i mercati finanziari ne saranno in balia. Al fine di poter arginare una potenziale deriva che riporta alla mente una storia ormai passata ma mai dimenticata, riteniamo (e ne siamo confidenti), in un auspicato e significativo intervento da parte degli attori del panorama finanziario mondiale (principali banche centrali e Fmi).