La Bce ha seguito le orme della Fed e, senza troppo sorprendere, ha comunicato che rivedrà la sua politica monetaria rispetto ai precedenti obiettivi sull’inflazione. Durante la trascorsa settimana, Christine Lagarde ha ufficialmente aperto a un cambio di rotta che terrà conto di nuovi elementi soprattutto in materia di prezzi al consumo. Per questi ultimi – in ottica futura – è plausibile aspettarsi una nuova rimodulazione dei criteri di determinazione e, parallelamente, è anche molto probabile l’introduzione di ulteriori stimoli (v. acquisto di titoli).



L’insieme delle considerazioni emerse in sede europea ha permesso ai listini azionari di poter recuperare gran parte del terreno perduto nelle precedenti sedute, ma tale entusiasmo ha visto la propria interruzione mediante la notizia riguardante il contagio del Presidente Trump. Nonostante la gravità dell’accaduto, il mercato ha comunque annullato le perdite riportandosi (nel finale) in territorio positivo. La sintesi di questi delicati fattori può essere rappresentato dall’incremento avvenuto sull’indice Vix che, dai suoi 25 punti (media weekly), si è riportato in prossimità di area 30.



Al momento, osservando i singoli obiettivi di prezzo (monthly) di ciascun sottostante oggetto di indagine, appare evidente l’esiguo margine di apprezzamento sia per la componente bond che per quella equity. Per entrambe l’attuale impostazione grafica risulta potenzialmente oggetto di indebolimento ancor più se si focalizzata l’analisi nel brevissimo periodo.

Nello specifico: il mercato azionario (rif. MSCI World Usd) vede un importante supporto a quota 2.292,33 punti che, se violato, agevolerebbe il conseguimento del primo target mensile. Viceversa, qualora i prezzi si riportassero nuovamente in prossimità della resistenza dinamica posta a 2.408,79, l’obiettivo rialzista (I target monthly) risulterebbe concreto nel breve termine.



L’asset class obbligazionaria (rappresentata dall’indice JPM GBI Gl. Usd) gravita con la propria quotazione oltre i 600 punti e dallo scorso agosto si è concretizzato un canale laterale delimitato dal supporto a 601,35 e la resistenza a 605,42 punti: entrambi possono essere considerati un alert al fine di poter delineare il prossimo andamento del benchmark e, la loro violazione, favorirà il raggiungimento dei rispettivi obiettivi (II livello mensile).

Restando nel paniere bond, non convince ancora l’impostazione tecnica del decennale Usa che, trovandosi a ridosso della resistenza 139,701 stenta nel superamento della stessa. Viene confermata la view per un possibile ripiegamento con violazione di area 139 che, su base mensile, coinciderebbe con il successivo “target 2” ribassista. Qualora dovessimo assistere a tale scenario, le ripercussioni sul JPM GBI Gl. Usd, appaiono inevitabili.

Sulle materie prime, l’andamento del petrolio (rif. WTI), catalizzerà la nostra attenzione. Area 36,35 dollari rappresenta il principale supporto in ottica di breve termine: una discesa inferiore a quest’ultimo livello contribuirebbe ad un’accentuata flessione del barile, mentre, all’opposto, si potrà beneficiare di un rialzo con scambi oltre soglia 38,65 dollari.

Sul mercato valutario: il cross Eur/Usd potrà godere di un ripiegamento di brevissimo periodo con primo target a quota 1,1613, mentre lo scenario opposto si può auspicare per il rapporto Gbp/Usd che, se oltrepassata area 1,30 (1,30075), potrebbe rivedere i massimi registrati ad agosto (oltre 1,32).

I mercati azionari internazionali nel loro complesso si presentano per il loro ultimo trimestre dell’anno in condizioni di indubbia debolezza e le importanti scadenze in agenda potrebbero ulteriormente penalizzare gli attuali corsi. Sottopesare le singole asset class detenute in portafoglio è senza dubbio la scelta opportuna.