L’ottava che ci lasciamo alle spalle vede un segno negativo quale epilogo settimanale sulle principali asset class ovvero: per la componente bond -0,27% (rif. JPM GBI Gl. Usd) mentre sull’opposto azionario – 0,39% (rif. MSCI World Usd) e infine un ribasso del -2,58% (CRB Index) per le materie prime. A contribuire significativamente alla flessione di quest’ultime è associabile la minusvalenza riportata dal petrolio (rif. Wti) che – nell’arco della settimana – ha registrato un’escursione di oltre quattordici punti percentuali del proprio range (minimo a 58,20 e massimo a 66,40 dollari). Se per le commodities il loro stato di grazia era pressoché giunto al termine («sembrano ormai prossime a una prima fase di fisiologico assestamento»), l’andamento del mercato obbligazionario deve imporre un’attenta analisi in ottica di breve termine.
Attualmente i corsi dei bond gravitano a ridosso di quota 586 e non sono distanti dall’importante area circoscrivibile tra i 579,69 ed i 582,34 punti: un range – quest’ultimo – molto significativo poiché riconducibile al gap up settimanale avvenuto tra febbraio e marzo 2020.
Come già accaduto (v. luglio) i prezzi hanno sempre ripiegato “chiudendo” i gap (weekly) in precedenza registrati e, se così ancora accadrà, nel corso delle prossime sedute è facile immaginare un’ulteriore discesa quanto meno fino al primo target a 582,34 punti. A smentire questo potenziale scenario occorre una ritrovata forza da parte dei compratori che, al momento, non sembrano essere intenzionati a sostenere gli attuali corsi salvo prima rivedere gli scambi oltre soglia 589,11 punti. La dinamica che sta caratterizzando i mercati obbligazionari (-5,05% è la perfomance da inizio anno) potrebbe non essere giunta al termine anche perché in stretta correlazione con l’andamento (negativo) del decennale statunitense: il rendimento di quest’ultimo ha aggiornato i propri massimi di periodo (1,75%) e non si può escludere l’ennesimo rialzo (almeno oltre l’1,80%) per successivamente traguardare il target psicologico dei due punti percentuali.
A una componente obbligazionaria negativa si contrappone un miglior andamento dei mercati azionari che, nel corso della trascorsa ottava, hanno solo avvicinato i precedenti massimi senza aggiornarne i record. Il ripiegamento avvenuto sul finire della settimana potrebbe nascondere un movimento ben più ampio che, se confermato attraverso la violazione del supporto dinamico a 2.772,85, favorirebbe un livello dei prezzi al di sotto dei 2.750 punti con la conferma dell’ipotizzata figura tecnica “testa e spalla (ribassista)”. Positivo il ritorno oltre soglia 2.813,96 con possibilità di nuovi record in ottica di brevissimo periodo.
Sulle commodities – l’obiettivo a quota 187,867 punti – è stato ampiamente raggiunto (minimo weekly a 185,435). Dal punto di vista grafico appare molto nitida una prima area di possibile alert ribassista qualora fosse raggiunta (prima) e violata al ribasso (dopo): il range delimitato tra 185,665 e 186,334 punti rappresenta questa soglia e pertanto se ne consiglia il monitoraggio nell’arco delle prossime sedute; qualora dovessimo assistere al mancato supporto (185,665) potremmo conseguire (nell’immediato) al target posto a 183,32 punti. Scenario molto positivo in caso di chiusura oltre quota 188,61 con potenziale upside superiore a 194,58 e successivi nuovi massimi di periodo.
Il nostro outlook positivo sull’oro viene nuovamente confermato al pari del take profit a 1.767,30 dollari; inoltre, al lingotto viene affiancato il posizionamento sull’argento con price entry in caso di rottura di area 26,51 e obiettivo oltre 26,915. Nel comparto energy si è potuto beneficiare del solo ribasso sul gas naturale, mentre il mancato superamento della soglia 200 sull’heating oil non ha permesso l’auspicato stop & reverse (inferiore a 198,78) pur essendosi concretizzato un significativo downside con estensione dei prezzi a quota 174,37. Sul paniere metals ci aspettiamo un sensibile incremento di volatilità sul nickel e – dal punto di vista operativo – indichiamo le rispettive soglie di ingresso (in caso di rottura) a 15.830 (short) e 16.395 (long) con take profit percentuale pari al 2,16%.
Sul forex attendiamo il raggiungimento di area 1,3775 sul cross Gbp/Usd e nel frattempo iniziamo a monitorare il rapporto Usd/Jpy: un eventuale ritorno dei corsi in prossimità di 108,34 agevolerebbe un posizionamento short a 108,30 con primo obiettivo in corrispondenza di 108,16 e successivo target (over weekly) inferiore a soglia 108.
Sulle principali borse internazionali emergono difficoltà nel poter sostenere le quotazioni finora raggiunte e la debolezza del mercato obbligazionario potrebbe non essere un caso isolato. La conferma di una possibile inversione di tendenza di brevissimo periodo potrebbe arrivare già nel corso delle prossime sedute: obbligatorio uno sguardo attento all’indice Vix mentre a tutto il resto ci penserà il mercato.
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