I mercati finanziari internazionali hanno archiviato la loro terza settimana del mese all’insegna di una variazione poco accentuata. Come preannunciato, la trascorsa ottava si è caratterizzata per l’assenza di market movers significativi e, per questo motivo, non si sono osservati grandi movimenti su entrambe le asset class di investimento. La componente azionaria (rif. MSCI World Usd) ha concretizzato un ulteriore passo in avanti aggiornando i propri massimi di periodo, ma, successivamente a questo rialzo, ha ripiegato riportandosi al di sotto dei 2.400 punti ovvero la soglia da noi ritenuta fondamentale. Anche il versante obbligazionario – con il suo principale benchmark rappresentato dal JPM GBI Gl. Usd – ha visto una prima parte di settimana caratterizzata da un rialzo per poi capitolare attraverso tre sedute negative consecutive.



La conferma dell’attuale momentanea “pausa estiva” arriva dal monitoraggio dei valori dell’indice Vix con i propri scambi confinati in un trading range tra i 21 punti e la resistenza statica posta a 24. È opportuno rilevare la reattività di questo sofisticato sottostante in occasione della discesa intraday avvenuta (giovedì) sul mercato azionario: dai 22,54 punti della giornata precedente si è potuto assistere a un incremento fino a quota 24,60. Nonostante la scarsità generalizzata dei volumi, questo tipo di upside deve suggerire prudenza in ottica futura poiché i valori rimangono comunque alti rispetto alla consueta media storica.



Soffermando nuovamente l’attenzione alle due principali asset class e al loro andamento settimanale, appare evidente l’apprezzamento per entrambe e, grazie alla conclusione di questa settimana, si potranno meglio definire le prospettive di breve termine. Prescindendo dal termine di ottava è già possibile individuare alcune soglie di potenziale inversione rispetto al trend rialzista in corso.

Il MSCI World Usd vede aggiornato il proprio supporto a quota 2.376,56 punti che, in caso di violazione, agevolerebbe una discesa del livello dei prezzi fino al primo obiettivo posto a 2.338,82. Quest’ultimo si può considerare nell’arco del breve termine mentre, molto più esteso, risulta l’obiettivo di medio termine: 2.248,84 punti.



Anche sul JPM GBI Gl. Usd si può riscontare un andamento crescente, ma con meno continuità nel rapporto chiusura/apertura tra le singole sessioni weekly. Questa tipologia di sequenza – solitamente – è sinonimo di possibili incrementi di volatilità nel corso del tempo e, pertanto, per la componente bond, si suggerisce un’osservazione maggiormente focalizzata al brevissimo periodo. Prioritario il supporto in corrispondenza di area 601,78 punti: una sua mancata funzione favorirebbe una prima flessione fino a quota 598,296. Qualora si dovesse assistere a questa potenziale ipotesi, l’intero scenario di fondo, potrebbe vivere delle ripercussioni dal punto di vista tecnico e il palinsesto algoritmico subirebbe un indebolimento complessivo con concrete possibilità di poter registrare una serie di ulteriori ribassi con target finale a 575,357 punti.

Nel breve termine, non è semplicistico sostenere che, con una quotazione superiore alla soglia psicologica dei 600 punti, l’intera asset class obbligazionaria appare ben impostata per ulteriori rialzi. Viceversa, in caso di scambi inferiori al citato prezzo, è assai probabile vedere numerosi segni negativi precedere il loro saldo finale.

Nel paniere della commodities, l’oro e il petrolio (rif. WTI), catalizzeranno l’attenzione degli operatori. Mentre il primo dovrà difendere il recente primato, il secondo invece dovrà riaffermare la propria forza (dopo la storica debacle di aprile) cercando di riportarsi a livelli più alti rispetto agli attuali. Per il barile, viene ribadita la nostra aspettativa: assistere a un significativo incremento di volatilità con conseguenze dirette sulla direzionalità del sottostante. Al momento, dal punto di vista quantitativo, non si presentano segnali sufficientemente robusti per meglio delineare una strategia (oggi in flat position). Anche se non operativamente efficiente (ovvero anticipare il futuro trend) – salvo notizie inaspettate – le prospettive per il prezzo dell'”oro nero” appaiono rialziste nel medio termine.

Sui mercati valutari, l’andamento del principale cross (rif. Eur/Usd), potrebbe presentare inaspettati scenari. Se nel corso delle prossime settimane assisteremo a una prolungata fase laterale con range delimitato tra quota 1,17 e 1,19, non è da escludere un futuro rialzo oltre area 1,215. Qualora si dovessero verificare tali condizioni, un eventuale posizionamento su emissioni obbligazionarie espresse in dollari Usa rappresenterebbe un’opportunità da cogliere.

Gli sviluppi in tema di ricerca su possibili vaccini anti-Covid saranno fondamentali. La pandemia è sempre all’ordine del giorno e, qualora non ci fossero concrete azioni per il suo contrasto, il trascorrere del tempo deteriorerà le generalizzate aspettative di rilancio economico mondiale. Nell’ultima parte dell’anno, inoltre, ci sarà il tanto atteso esito sulle elezioni presidenziali americane. Anche se prematuro, è plausibile sostenere come il presentarsi alla vigilia di queste ultime senza una “soluzione” all’attuale pericolo sanitario mondiale contribuirebbe come ennesima incognita sul già incerto voto con – ovvie – ripercussioni sui mercati finanziari.

Per i molti studiosi, l’anno 2020 è già parte della storia economica/finanziaria a seguito di quanto accaduto. Nella speranza che i vari annuari non si arricchiscano – ancora – di nuovi inaspettati aggiornamenti, il nostro augurio (e certezza), è quello di poter assistere a un presto, prestissimo, riscontro da parte della scienza.