Il nuovo presidente eletto dal popolo americano è Joe Biden e i mercati internazionali hanno prontamente festeggiato. Una settimana all’insegna di forti e continui rialzi quella che ci siamo lasciati alle spalle e, davvero in pochi, si aspettavano un rally come quello registrato soprattutto a seguito dell’andamento negativo dell’ottava precedente. Sia la componente azionaria che quella obbligazionaria quotano ora in prossimità dei loro recenti massimi di ottobre e, a entrambi, si affianca la significativa performance messa a segno sul principale cross valutario Eur/Usd giunto a ridosso di area 1.19. A corollario di tale generalizzata euforia risulta evidente il severo ritracciamento dell’indice Vix che, ripiegando dai recenti massimi mensili (41,16 al termine di ottobre), ha ridimensionato il timore tra gli operatori rappresentandone il valore sotto i 25 punti.
Gli interrogativi in capo al futuro operato del neo presidente americano sono molti soprattutto a causa della delicata compagine presente al Congresso, ma, al momento, i mercati finanziari hanno preferito brindare al nuovo leader Usa che si insedierà alla Casa Bianca il prossimo gennaio.
Da questo complessivo upside la nostra prudenziale strategia (detenere una maggiore quota in liquidità) non ne ha beneficiato, ma – parallelamente – si può effettivamente riscontrare il beneficio per tutti coloro che invece hanno seguito le precedenti indicazioni operative in ottica di superamento dell’indicata resistenza dinamica posta a 2.437,36 punti: gli attuali livelli di prezzo (rif. MSCI World Usd) sono prossimi ai recenti massimi di ottobre e non troppo distanti da quelli storici dello scorso settembre.
Dal punto di vista tecnico, l’attuale impostazione grafica identifica un quadro di possibile inversione ribassista a causa del possibile “triplo massimo” in fase di costruzione: le prossime giornate saranno fondamentali a conferma di questa ipotesi e, in caso di nuovi massimi storici, il suggerimento è quello di poter liquidare la quota detenuta in attesa di un probabile ripiegamento circoscritto a un primo target di area 2.434,95 punti.
Il medesimo scenario tecnico si può osservare anche sul versante opposto obbligazionario rappresentato dal benchmark JPM GBI Gl. Usd.
Il doppio massimo identificabile tra le quotazioni dello scorso agosto e il prezzo della scorsa settimana vede un primo supporto in corrispondenza di soglia 605,06 punti. Viceversa, al rialzo, l’attuale prezzo ha oltrepassato il target rialzista di secondo livello mensile e, pertanto, i corsi in essere rappresentano un alert per la prosecuzione del trend (rialzista di brevissimo periodo). Qualora ci fosse un ulteriore impulso positivo non si può escludere un primo superamento del traguardo posto a 610 punti.
L’asset class delle materie prime vede possibili sviluppi in ottica di breve termine. Come indicato, l’andamento del petrolio (rif. WTI) è stato oggetto di nostro monitoraggio e successivo acquisto (prima soglia di price entry a 38,58 dollari). Confermando il precedente outlook (positivo), si attende l’eventuale cedimento dei prezzi fino al supporto a 36,13 dollari dove poter sfruttare un secondo acquisto sempre in chiave long; inoltre, qualora i prezzi dovessero ulteriormente ripiegare, il raggiungimento di area 33,67 dollari favorirebbe l’ultima soglia di ingresso per il nostro ideale posizionamento.
Sul comparto “materie prime/metalli preziosi” è plausibile assistere a un potenziale allungo dell’argento: qualora i corsi dovessero oltrepassare la resistenza a 26,12 il successivo obiettivo vedrebbe un primo step a quota 26,94; scenario ribassista in caso di mancato supporto di area 25,23 con target ravvicinato a 24,67. Anche il lingotto (che ci vede ancora esposti) potrebbe vivere un upside rialzista di poche sedute e, a seguito di tale ipotesi, rivediamo il precedente take profit da 1.982,13 a 1.970,23 dollari. Particolare attenzione all’andamento del nickel e dell’alluminio: per il primo, qualora i prezzi dovessero raggiungere (e superare) quota 15.700, potremmo assistere a un incremento di volatilità con forti spinte rialziste fino al primo target dei 16.000 Usd/t. Il secondo, invece, nonostante i massimi annuali raggiunti, potrebbe proseguire in direzione di soglia 1.950 in ottica di breve termine.
I mercati valutari hanno subìto l’esito elettorale americano e, si teme, che si possa nuovamente incappare in un ennesimo incremento di volatilità nelle prossime giornate. Il cross Eur/Usd è ormai giunto nei pressi di area 1,19: un primo superamento e successivo ritracciamento non sono da escludere. Scenario negativo sul rapporto Usd/Jpy che, in caso di mancato rimbalzo oltre area 104, vede il suo obiettivo in corrispondenza dell’importante supporto a quota 102,807.
L’ottava che inizia oggi sarà utile agli operatori al fine di poter individuare alcuni livelli di prezzo in ottica del “consueto” rally di fine anno. La speranza di poter assistere a nuovi rialzi continuativi è molta, ma, allo stesso tempo, le ragioni per una mancata realizzazione di essi sono altresì numerose. E allora, se si ha intenzione di comprare che lo si faccia, ma «in punta di piedi» (cit. Gordon Gekko dal film Wall Street).