Gennaio ha lasciato il segno, di colore rosso, ovvero rappresentativo di gran parte delle numerose perdite che sintetizzano l’andamento (YTD) dei principali indici finanziari internazionali. Un anno 2020 che ci riporta a quella “ritrovata” decorrelazione (o in termini propriamente tecnici denominata “correlazione negativa”) tra le due fondamentali asset class (bond vs equity) di un portafoglio. Gli indici MSCI gravitano in territorio negativo rispettivamente a -0,681% (MSCI World Usd) e -4,694% (MSCI Emerging Usd) mentre, con una variazione percentuale di poco superiore all’unità (+0,204%), si distingue il MSCI Frontier M. All’opposto, invece, il mercato obbligazionario vede per entrambi gli indici una rivalutazione: +1,77% (JPM GBI Usd) e +2,24% (JPM EMBI+TR Usd).
Estendendo l’osservazione alle singole dinamiche di prezzo è inoltre utile rilevare i seguenti ritracciamenti dai massimi fatti registrare a gennaio: i sottostanti azionari appartenenti al nostro paniere hanno riportato un loss medio pari al -4,04% (rif. Developed Markets) e -5,27% (Emerging Markets). Di entità notevolmente diversa, ma di medesimo segno, la componente obbligazionaria: -0,14% la variazione media percentuale dai massimi del 2020. Nelle asset class alternative si distingue il pesante saldo delle materie prime: l’indice benchmark (rif. CRB Index) accusa una perdita di poco inferiore alle due cifre (-9,35%) rispetto a una media dell’intero paniere (costituito dai sottostanti da noi selezionati) pari a -12,46%. Anche il fronte forex non fa sconti: anch’esso in negativo dai propri massimi mensili, segna una media del -1,16% riconducibile ai tre cross da noi osservati.
Nel presente intervento, coerentemente alla nostra nuova modalità di informazione finanziaria, troverete la stima degli obiettivi (al rialzo e al ribasso) per ciascun sottostante da noi impiegato al fine di monitorare l’andamento complessivo dei mercati mondiali. Ci teniamo a sottolineare come ogni valore indicato è rappresentativo del livello di prezzo che si potrà conseguire durante il mese in corso e, pertanto, ogni valore eccedente gli estremi (rif. Target 2 rialzista e ribassista), sarà da noi considerato come “sinonimo di eccesso” sul mercato con implicazioni di possibili ritorni (v. ritracciamenti nel breve termine) verso i valori appartenenti agli obiettivi di livello 2. Tale approccio pragmatico è dettato unicamente dall’elevata valenza operativa supportata dai dati in nostro possesso concernenti il significativo riscontro (ex ante) nell’individuazione dei limiti di prezzo potenzialmente raggiungibili nell’arco temporale da noi impiegato (rif. mensile).
Riportiamo la principale raffigurazione a noi utile per definire il perimetro d’azione in ambito di asset allocation:
E a seguire la rappresentazione dei singoli sottostanti azionari appartenenti alla categoria “Developed Markets”:
Per i Paesi appartenenti alla cosiddetta classificazione “Emerging Markets” è interessante evidenziare come il recente downside dei prezzi abbia contribuito ad un serio deterioramento delle impostazioni grafiche ed algoritmiche sulle principali piazze borsistiche. L’area “Asia” sembra non esserne troppo coinvolta ma i possibili risvolti negativi potranno arrivare nel corso delle prossime giornate.
La componente obbligazionaria, sostenuta dall’avvenuto sell off sul versante opposto azionario, appare ben impostata per raggiungere – anche in ottica di brevissimo periodo – i target mensili di livello 1. Cautela in caso di avvicinamento al primo scenario ribassista.
Sul comparto commodities è opportuno attendere. Per tutti coloro che invece sono orientati a un posizionamento long sulle materie prime – nel corso del mese – una possibile alternativa ai due principali sottostanti (rif. oro e petrolio) è circoscrivibile all’andamento del nickel e al rame.
Le valute, nel corso di queste giornate, potrebbero vivere una fase di riposizionamento. Tale conclusione trova concretezza mediante l’analisi dell’entità degli scenari rialzisti/ribassiti ipotizzati (rif. Target 1). A seguito di questo rilievo, il prevalere dell’azione dei compratori o dei venditori, riteniamo possa lasciare un proprio definitivo segnale sul finire di settimana.
Suggeriamo un attento monitoraggio dei livelli di prezzo che si andranno a raggiungere nel corso dell’ottava in corso. Mediante l’osservazione dell’intero insieme, si potranno individuare i conseguenti posizionamenti che – obbligatoriamente – dovranno essere coerenti con i sopracitati target.
Sulla base di queste considerazioni, e a seguito dell’attuale stato di tensione ancora presente e difficilmente circoscrivibile in termini di portata, la nostra tanta auspicata prudenza ha sicuramente tratto i propri frutti.