La prima parte dell’anno si è conclusa in significativo territorio negativo per la quasi totalità delle principali asset class. In molti si interrogano se tale sconfitta in capo agli investitori possa tramutarsi in una potenziale occasione di acquisto agli attuali prezzi: per gli amanti dei ricorsi storici, alcuni elementi non sembrano favorire questa possibile opportunità, ma, anzi, orientano a una maggiore prudenza in vista dei prossimi mesi. Inoltre, se a questi dati puramente finanziari si dovessero aggiungere le numerose incognite sul versante economico (inflazione e recessione), le aspettative per comprare vedrebbero un netto ridimensionamento a favore di una preferibile dote di denaro in liquidità: con quest’ultima opzione pronta per essere sfruttata in tempi migliori.
Attualmente, anche sul versante quantitativo, gli obiettivi concernenti le asset class e i loro sottostanti evidenziano rapporti rischio/rendimento attesi caratterizzati da ampi valori: generalmente, in occasione di questi riscontri, è opportuno astenersi dall’operatività poiché oggetto di maggiori errori dettati dall’elevata volatilità dei corsi.
A causa di questo scenario viene ancora confermata una logica attendista in ottica di investimenti a maggior rischio (rif. equity): per coloro che, volessero comunque acquistare (ritenendo a sconto gli attuali corsi), è sicuramente preferibile un ingresso frazionato sul principale benchmark azionario internazionale (rif. MSCI World Usd) escludendo, di fatto, le singole piazze borsistiche.
Nonostante il ritracciamento finora registrato dalla stessa asset class equity, rimane confermata l’importante valenza della tenuta del supporto coincidente alla media mobile a 200 osservazioni settimanali in transito a quota 2.495 punti: in base ai recenti sviluppi algoritmici, qualora si dovesse assistere a un downside inferiore a tale area di prezzo l’attuale proiezione vedrebbe un primo target (medio termine) in prossimità di soglia 2.293,40 punti. Positivo, invece, il superamento di area 2.601 punti che, se conseguito mediante una chiusura mensile, potrebbe agevolare un ritorno di interesse da parte dei compratori almeno in chiave tattica di brevissimo periodo.
Sulla contrapposta classe di investimento, la componente obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd), appare in difficoltà con la resistenza coincidente alla soglia psicologica dei 500 punti: un eventuale rialzo delle quotazioni oltre quest’ultima vedrebbe un immediato target a 504,75 seguito da un ulteriore allungo fino a quota 511,40 punti. Scenario negativo, e pertanto da temere anche nel brevissimo termine, la discesa dei prezzi inferiore a soglia 492,57 punti: se si verificasse prima degli importanti appuntamenti in agenda (rif. Bce e Fed) non si possono escludere nuovi minimi di anno.
A giugno, le materie prime (rif. CRB Index) hanno registrato il loro primo mese negativo dopo sei rilevazioni positive consecutive. Sotto il profilo grafico, analizzando la dinamica dei prezzi, viene circoscritta ad area 308/309 punti la soglia pivot che, se oltrepassata (con chiusura weekly), riporterebbe ottimismo fino al conseguimento dei rispettivi obiettivi rialzisti.
Consapevoli di questa ipotesi, però, a oggi il palinsesto algoritmico non evidenzia alcun cenno di reverse (da sell a buy) sui principali indicatori: plausibile individuare soglia 269,75 punti quale iniziale approdo per successivamente riscontrare un potenziale rialzista (mediante inversione algoritmica).
Il paniere delle currencies vede Eur/Usd e Gbp/Usd confermare il loro trend negativo di medio termine: non può essere escluso l’approdo nei pressi della parità per il principale cross Eur/Usd che, in caso di raggiungimento, subirebbe un pressoché certo movimento direzionale di segno opposto con obiettivo a quota 1,0129. Per Gbp/Usd, invece, qualora l’attuale tendenza dovesse continuare, viene monitorata area 1,145 quale primario target ribassista.
Il mese in corso si caratterizzerà per le risultanze monetarie soprattutto da parte della Bce. Grazie al ritorno dei rendimenti (v. tassi di interessi in rialzo) sarà obbligatoria una revisione complessiva dell’asset allocation che, già pesantemente penalizzata, potrebbe subire ulteriori deprezzamenti. Gli investitori dovranno scegliere e, mai come oggi, questa scelta sarà dolorosa nonostante su queste pagine la prudenza finora decantata abbia rappresentato il miglior investimento dell’anno.
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