L’ottava che ci lasciamo alle spalle non ha evidenziato significativi market movers poiché l’attenzione dei molti osservatori si è concentrata sugli esiti del G20 tenuto a Osaka sul finire di settimana. Durante l’importante meeting, il più atteso degli incontri è stato quello tra i Presidenti Trump e Xi: nonostante le tensioni sul fronte commerciale siano ancora in essere, appare invece molto più concreta una tregua sul fronte dei dazi. Da rilevare come i rappresentanti dei Paesi presenti all’abituale incontro abbiano manifestato in modo corale la loro disapprovazione per l’azione politica-economica adottata dagli Stati Uniti: una presa di posizione forte che lascerà sicuramente adito a possibili ripercussioni da parte del leader della Casa Bianca.
Anche la ricercata “negoziazione” tra l’Italia ed esponenti dell’Ue sembra aver trovato un compromesso tra le parti: il Premier Conte e il Ministro Tria si ritengono fiduciosi e ottimisti sull’esito della temuta procedura di infrazione che vedrebbe coinvolto il nostro Paese. Qualora quest’ultima ipotesi fosse accantonata, l’esecutivo avrebbe tempo sufficiente per poter recuperare maggiori risorse in vista della successiva manovra economica in programma per il prossimo autunno.
Dal punto di vista prettamente operativo, giugno è stato un mese positivo per i principali listini azionari internazionali che hanno recuperato gran parte delle performance negative fatte registrare nel corso di maggio. Nonostante il saldo positivo mensile, la maggior parte delle piazze borsistiche non ha visto superare i precedenti massimi e pertanto, su base monthly, l’attuale configurazione grafica è potenzialmente oggetto di possibili view ribassiste in prospettiva delle prossime settimane. È opportuno rilevare come i corsi del mercato obbligazionario, al pari di quello dell’oro, stiano vivendo un periodo di rialzi consistenti: l’analisi di questo andamento non può trovare una sola spiegazione attraverso una “semplice coincidenza”, ma probabilmente può esser interpretato come un primo atto di un posizionamento in chiave difensiva da parte degli operatori internazionali. Sicuramente il prezzo del “bene rifugio” dovrà essere monitorato con attenzione poiché potrebbe rappresentare un vero e proprio barometro della potenziale tensione sui mercati.
L’Italia, in attesa del verdetto sulla procedura di infrazione che vedrà il suo esito finale nel corso dell’Ecofin, ha provveduto al collocamento di un basket di titoli di Stato: per ciascun sottostante si è registrato un drastico calo del rendimento, soprattutto per l’emissione decennale che ha registrato un vero e proprio ribasso (50 pb) rispetto all’ultimo placement. Se sul fronte obbligazionario domestico si è potuto risparmiare (spesa per gli interessi), il mercato azionario ha invece fatto registrare una vera e propria seduta interlocutoria.
La resistenza indicata a quota 21.551,40 punti non è stata raggiunta facendo sfumare il successivo target indicato (21.898,03); contrariamente, invece, il livello di supporto in prossimità di area 21.172,5 punti è stato violato nell’arco di due sedute consecutive per successivamente contrastare le vendite e agevolare il pull back dei prezzi fino al superamento di area 21.250 punti. L’attuale impostazione appare alquanto precaria ovvero: qualora i corsi non si riportassero sopra soglia 21.345,98 il possibile scenario vedrebbe un downside con target inferiore ai 21.000 punti (obiettivo a 20.909,33). Ottimo il superamento di quota 21.554,81 con possibile upside (over weekly) oltre i 22.000 punti.
Come indicato nel precedente intervento, la liquidazione dell’intera posizione sull’indice DJ Stoxx 600 è avvenuta beneficiando dell’andamento pressoché laterale fatto registrare nel corso della settimana. Attualmente si assume un posizionamento flat in attesa di nuovi spunti soprattutto dal punto di vista grafico; da evidenziare come il palinsesto algoritmico si presenta in forte ipercomprato e privo di direzionalità in ottica di brevissimo periodo.
Il principale indice azionario mondiale (S&P 500) ha registrato minimi coincidenti a quanto indicato (supporto a 2.930,79 punti). La reazione dei compratori è giunta riportando i prezzi in direzione di area 2.950. L’eventuale superamento di quest’ultima soglia (price entry) potrà sicuramente contribuire al raggiungimento di nuovi massimi fino al tanto atteso target posto a quota 3.000 punti. Il posizionamento su questo indice rimane in essere, ma con l’attento monitoraggio della tenuta del supporto dinamico coincidente ad area 2.911,43 (in caso di sua violazione i corsi registrerebbero una prima flessione fino a quota 2.858).
Il mercato delle commodities – come indicato – sta beneficiando di importanti rialzi; la nostra precedente posizione sul comparto Wti è stata chiusa nel corso della settimana trascorsa e, nonostante il prezzo del petrolio non abbia raggiunto i 60 dollari, l’obiettivo da noi indicato è stato conseguito. Si potrebbe auspicare una strategia short (con orizzonte temporale di brevissimo periodo) sullo stesso “oro nero”, ma si preferisce rimanere flat in attesa di una costruzione più solida dal punto di vista grafico.
La settimana in corso potrebbe contribuire a porre le basi per i possibili scenari sui principali listini azionari internazionali, ma – parallelamente – si ritiene doveroso sottolineare (ancora una volta) i recenti rialzi dei cosiddetti “bene rifugio” così come dei bond: il nostro approccio prudente sembra essersi concretizzato anche sui mercati di riferimento. Non ci resta che attendere e osservare le prossime mosse che troveranno certamente un riscontro nei prezzi di mercato.