Un luglio, quello trascorso, all’insegna della positività diffusa sui principali indici di riferimento. Uniche eccezioni caratterizzate da un saldo finale mensile negativo quelle sul versante azionario Paesi emergenti: sia il MSCI Emerging Market che il MSCI Frontier hanno visto archiviare il mese sotto la parità. Per il primo, si tratta di una flessione dovuta in larga parte al recente e repentino ripiegamento della componente asiatica, mentre, per il secondo, è facilmente osservabile una sostanziale e fisiologica presa di profitto rispetto ai recenti massimi registrati. Nonostante queste singole casistiche è indubbio che l’intera asset class equity stia rallentando la propria forza rialzista. La violenta discesa avvenuta sulla piazza di Hong Kong (in soli due giorni una perdita pari a -9,41% rispetto ai minimi settimanali) sembra poter anticipare prossimi e inevitabili scenari ribassisti che, come già anticipato (rif. «qualora dovessimo assistere a un accentuato ribasso (anche solo su base giornaliera), il tutto potrebbe rappresentare l’anteprima di un caldo mese di agosto»), comporterebbero una potenziale inversione di tendenza. 



Al fine di poter monitorare la tenuta dell’azionario viene suggerita l’osservazione del supporto statico posto a quota 3.053,35 punti (rif. MSCI World USD): qualora dovesse venire a mancare la sua funzione, il livello dei prezzi potrebbe riportarsi al di sotto della soglia psicologica dei 3.000 punti (target in area 2.963,54). Nuovi massimi corrispondenti al secondo obiettivo rialzista mensile (3.175,43), invece, qualora le quotazioni del benchmark azionario dovessero oltrepassare soglia 3.102,78 punti.



Sulle piazze borsistiche dei singoli Paesi è plausibile strutturare una strategia composta sul basket europeo con focus all’Italia: per il mese in corso, la componente equity del portafoglio, potrebbe beneficiare di un differenziale positivo tra l’acquisto dell’indice europeo Eurostoxx 600 e il posizionamento short sul nostro Ftse Mib (la quota investita viene ripartita al 50% tra i due sottostanti). 

Molta attenzione alle piazze orientali: sia la Cina che Singapore appaiono meglio impostate rispetto alle loro rivali, ma, qualora si dovesse registrare una flessione generalizzata, anch’esse subirebbero il potenziale calo. A prescindere dall’andamento di breve termine, l’Asia viene comunque sottopesata in ottica mensile.



La componente obbligazionaria vede un ottimo recupero da parte del segmento emergente. L’indice JPM EMBI+ TR USD archivia luglio come quarto mese consecutivo rispetto ai minimi registrati lo scorso marzo. Fondamentale la tenuta di area 919,67 punti: in caso di sua violazione i prezzi si riporterebbero immediatamente a contatto di soglia 915,10. Nuovi rialzi, invece, qualora le quotazioni dovessero varcare i 935,86 punti con obiettivo in corrispondenza di quota 938,40 (secondo target rialzista mensile). Ancora contrastato l’impianto grafico dell’asset class governativa (rif. JPM GBI Gl. Usd): solo attraverso il superamento di 599,731 punti il benchmark obbligazionario vedrebbe intensificare l’azione dei compratori fino a riportare le quotazioni ben oltre area 607,55. Negativo, decisamente, il ritorno degli scambi sotto il supporto dinamico a 587,20 punti: la sua violazione potrebbe agevolare un significativo downside non arginabile dal secondo obiettivo ribassista mensile (584,22 punti). Di particolare interesse il monitoraggio del decennale nipponico che, qualora dovesse raggiungere soglia 152,55 punti, vedrebbe nuovi allunghi rialzisti fino a quota 153,75. 

Le commodities presentano un quadro d’insieme indebolito se analizzato in ottica di brevissimo periodo. Il basket metals è in attesa di conferme soprattutto da parte del lingotto: il suo gravitare in prossimità dei 1.800 dollari non permette un chiaro segnale direzionale. A seguire l’argento che, trovandosi ancora nei pressi di area 25, potrebbe subire un veloce ripiegamento verso i recenti minimi (24,515) con potenziale violazione degli stessi. Al momento solo il nickel appare meglio impostato rispetto agli altri metalli: quota 20.500 rappresenta il suo primo obiettivo rialzista.

Sul paniere energy il petrolio (rif. WTI) dovrà confermare la propria forza oltrepassando i 75,50 dollari: qualora dovesse accadere nei primi quindici giorni del mese in corso, l’oro nero avrà buone probabilità di poter aggiornare i recenti massimi di periodo. Buona intonazione anche per l’heating oil che, salvo inaspettati ritracciamenti daily, potrebbe rivedere i propri corsi ben oltre quota 223,87. 

Sommariamente, le materie prime e il loro principale indice (rif. CRB Index) non godono di una solida struttura algoritmica soprattutto nel brevissimo periodo: plausibile ipotizzare una prima fase di rialzo contenuto per successivamente osservare una più accentuata flessione (target a 211,855 punti). 

Sul forex si è potuto assistere al recente ripiegamento rialzista del principale cross Eur/Usd: raggiunta quota 1,19 ha visto le quotazioni ritornare verso area 1,185. Un ulteriore allungo non è escluso e soglia 1,1956 viene individuata come primo approdo nel breve termine. Di opposta direzionalità le sorti del rapporto Usd/Jpy: il suo downside in prossimità di 109 potrebbe trovare riscontro già nell’arco dell’ottava in corso. Su Gbp/Usd ci aspettiamo un incremento di volatilità con significative escursioni intraday: attendiamo questa evoluzione prima di poter definire una strategia operativa.

L’estate entra nel suo vivo e le prossime ottave subiranno inevitabilmente il calo stagionale dei volumi. Si tratta di una pausa operativa che permetterà al mercato di poter stabilizzare le quotazioni, oppure, caso contrario, un momento per poter favorire un sostanziale alleggerimento dei portafogli (soprattutto azionari) in vista di un successivo riacquisto a settembre? A tale quesito, rispondiamo, ribadendo la nostra view: the cash is king. 

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