Le principali asset class concludono il mese di febbraio in territorio negativo rispetto ai loro buoni risultati registrate a inizio di anno. Guardando alle performance di equity, bond e commodities, la nostra paventata possibilità di poter assistere a un ridimensionamento delle stesse ha, purtroppo, anticipato gli umori del mercato che, nel corso delle successive sedute, ha visto prevalere la maggior pressione dei venditori nei confronti dei contrapposti compratori. Prescindendo dall’ormai archiviata dinamica ribassista, l’inizio del mese in corso, però, ha già evidenziato un primo ritorno d’interesse sia sulla componente azionaria che sulle materie prime, mentre sulla restante asset class obbligazionaria, al momento, non sembrano poterci essere elementi favorevoli per alimentare una costruzione rialzista di breve/medio termine.



Le attuali quotazioni dell’indice MSCI World Usd gravitano ancora al di sotto dei massimi annuali e, beneficiando dell’ultimo importante rialzo settimanale, si pongono a poco più di tre punti percentuali dall’eventuale raggiungimento di area 2.854 (massimo del 2023). Prioritario a quest’ultimo, però, è la tenuta della soglia di prezzo (oggi a 2.687 punti) coincidente al transito della media mobile a cinquanta osservazioni settimanali. Nel brevissimo termine è plausibile assistere a una potenziale continuazione del trend delle ultime giornate con principale obiettivo a quota 2.814,44 (primo target mensile rialzista). Difficile, in base ai recenti scambi, ipotizzare una prosecuzione maggiormente significativa poiché l’intero palinsesto algoritmico non appare completamente orientato al buy signal. Da sottolineare la rilevanza di un eventuale raggiungimento e violazione dell’obiettivo mensile ribassista a 2.654,34 punti che, concretamente, verrebbe interpretato come sinonimo di violazione della sopracitata media mobile con implicita debolezza di fondo in ambito grafico.



Al fine di poter meglio interpretare i futuri scenari direzionali è obbligatoria un’attenta e costante osservazione dell’indice Vix che, ormai giunto in prossimità di quota 18,50 punti, potrebbe beneficiare di un ulteriore accelerazione ribassista (positiva per i mercati azionari).

Complice i numerosi e frequenti commenti in capo ai singoli membri delle due banche centrali mondiali Fed e Bce, l’intero universo investibile dei titoli governativi internazionali (rif. JPM GBI Gl. Usd) vede i propri valori riportarsi a livelli inferiori rispetto alla fine dell’anno 2022. Il nostro precedente monito ora potrebbe non essere sufficiente se contestualizzato alle aspettative sulla futura gestione dei rialzi in sede di politica monetaria statunitense ed europea. Nel merito, infatti, le intenzioni di adottare una maggior stretta appaiono concrete per entrambi gli istituti centrali, ma, allo stesso tempo, le modalità di intervento vedono differire (e dilatare) gli effettivi momenti di realizzazione.



A causa di tale incognita, l’asset class bond sarà certamente oggetto di una maggiore volatilità soprattutto in ottica di brevissimo termine con l’ovvia e diretta conseguenza sull’effettivo andamento (e incremento) dei rendimenti finali. Pertanto, particolare attenzione alle future quotazioni del JPM GBI Gl. Usd che, qualora dovesse ritracciare in prossimità di area 466,82 punti, vedrebbe un pressoché certo aggiornamento dei livelli minimi dello scorso anno.

Il recente upside delle materie prime (rif. CRB Index) non soddisfa completamente la nostra possibile view sull’intera asset class. Il paniere energy, infatti, ha ritrovato una propria vitalità beneficiando dei soli recenti rialzi di petrolio e ancor più gas naturale che, se contestualizzati in un più ampio quadro tecnico, vedono i loro rispettivi incrementi quali “semplici” riposizionamenti dettati da elementi tattici (rif. importanti soglie di prezzo). Noi stessi, a seguito del costante accumulo (iniziato lo scorso gennaio) sul gas naturale riteniamo opportuno liquidare l’intera posizione che, beneficiando delle recenti dinamiche di prezzo, vede una soddisfacente e significativa plusvalenza di periodo. Ugualmente, però, non appare opportuno un immediato riposizionamento sullo stesso sottostante (qualora ci fosse un sell off) e, rimanendo in momentanea attesa, valutiamo eventuali (prossime) strategie sugli altri constituents appartenenti al medesimo paniere.

Questo stallo operativo vede coinvolto anche il contrapposto paniere dei metalli preziosi che, quale “ipotesi positiva”, vedrebbe lateralizzare i propri corsi anziché subire un nuovo ciclo di vendite. Il basket metalli “non preziosi” sembra aver consolidato e pronto a un rialzo generalizzato (con sovrappeso per il rame), ma, nonostante gli elementi in nostro possesso, preferiamo prudenzialmente attendere altre conferme. Con l’intento di ridurre i falsi segnali, anziché dirottare le scelte di investimento su specifiche materie prime, è più agevole scegliere l’ingresso (per chi fosse interessato) sul benchmark di riferimento con un alert in caso di violazione dell’importante supporto a quota 263,688 punti.

Sui cross valutari (rif. Eur/Usd, Gbp/Usd e Usd/Jpy), il sentiment di fondo è orientato a una potenziale instabilità di brevissimo periodo riconducibile essenzialmente alle prossime mosse di politica monetaria. Un eventuale ribasso (con l’aggiornamento dei minimi di anno) per Eur/Usd e Gbp/Usd non può essere escluso soprattutto se contestualizzato a un outlook su base settimanale. L’attesa, anche per questo intero driver di investimento, è doverosa.

Appaiono troppe le incognite che, a seguito di (probabili) ulteriori dichiarazioni in ambito di politica monetaria, vedrebbero concretizzare una maggiore instabilità sui mercati finanziari internazionali. Complessivamente: a una asset class obbligazionaria già compromessa si contrappongono le materie prime con la loro ricerca di un embrionale equilibrio e, a corollario, troviamo la componente azionaria non ancora matura. Potrebbe apparire semplice retorica, ma raramente l’insieme di tutti questi fattori hanno coinciso nello stesso arco temporale. La policrisi globale del World Economic Forum (“Global Risks Report 2023“) inizia a concretizzarsi anche sui mercati finanziari? Nulla e nessuno lo può escludere.

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