La settimana trascorsa vede replicate le stesse dinamiche dell’ottava precedente: sia il mercato azionario (rif. MSCI World Usd +2,31%) che obbligazionario (rif. JPM GBI Gl Usd +0,27%) capitolano con un saldo positivo, mentre la componente commodities (rif. CRB Index -3,14%), evidenzia una sua debolezza di fondo poiché trainata al ribasso dall’andamento negativo del petrolio tornato ai valori del 2001 (rif. WTI).
Sul fronte della volatilità si è potuto assistere alla continua diminuzione dell’indice Vix che, attraverso i propri nuovi minimi di breve termine (37,76), si è ormai attestato in prossimità dell’area da noi ritenuta congrua (36,29) per l’attualità politica/economica che finora ha scandito il trascorrere delle recenti settimane.
Soffermandoci al nostro Paese, è opportuno rilevare l’andamento dello spread domestico: a inizio settimana – il suo valore prossimo ad area 200 punti – ha iniziato a incrementarsi fino a giungere alla soglia psicologica dei 250 punti. Successivamente, si è potuto assistere a un ritracciamento, che ha visto concludere la sessione weekly a 229,1. Come già accaduto in passato, l’andamento registrato nella scorsa ottava deve far riflettere in ottica di Consiglio Ue: un eventuale nulla di fatto sulle richieste italiane in sede europea potrebbe agevolare un incremento della volatilità sul rapporto Bund/Btp con ovvie implicazioni negative sul nostro differenziale. Si auspica cautela sul mercato obbligazionario soprattutto per i possessori di titoli cosiddetti benchmark.
Osservando il mercato azionario nel suo insieme (rif. MSCI World Usd), l’area dei 2.000 punti è stata oltrepassata in maniera decisa al termine di ottava: dopo aver registrato due test nel corso delle prime due giornate di contrattazioni, ha poi concluso in ampio territorio positivo. Confermiamo il precedente livello posto a 2.041,24 punti come take profit di breve termine, ma, parallelamente, poniamo attenzione a un eventuale ritorno verso quota 1.936,96: una sua violazione comprometterebbe l’impianto algoritmico in ottica di brevissimo termine con possibili ripercussioni sull’andamento dei corsi (obiettivo a 1.887,42 punti).
Particolare monitoraggio al principale indice azionario italiano (Ftse Mib): gli scambi settimanali hanno chiuso con un saldo negativo. Desta particolare timore l’eventuale ritorno in direzione di area 16.705 punti poiché, in caso di un mancato (e sostenuto) rimbalzo, si potrebbe innescare una fase di realizzi con obiettivo di brevissimo periodo a quota 15.794,56. Positivo il ritorno oltre soglia 17.831,57 con upside in coincidenza del superamento dei 19.000 punti.
Al pari del nostro precedente outlook, la componente azionaria emerging market rimane nuovamente favorita (dal punto di vista grafico) rispetto alla precedente. L’avvenuta rottura al rialzo di area 900 punti pone i principali lagging indicators in territorio di acquisto: anche se non tutti presentano valori elevati, l’intonazione complessiva è positiva. Da rilevare le prime debolezze su alcuni leading indicators che, essendo più sensibili, potrebbero agevolare una prima fase di veloci realizzi con obiettivo in prossimità del supporto statico posto a 870,81 punti.
L’indice JPM GBI Gl Usd ha varcato la soglia dei 580,20 punti senza però continuare nel proprio upside: la quota individuata a 583,34 potrebbe apparire compromessa qualora nel corso delle prossime sedute non si verificasse un ulteriore rialzo oltre area 582 punti. Anche per la componente rappresentata dal benchmark JPM EMBI+TR Usd il superamento di 823,974 non ha concretizzato l’allungo ipotizzato (835 punti): qualora si verificasse un ritorno dei prezzi sotto i 818,922 punti, l’attuale impostazione rialzista di breve termine, registrerebbe un arresto a favore di una potenziale discesa fino a quota 814,077.
Le commodities hanno vissuto giornate caratterizzate da veloci ritracciamenti intraday. Nel comparto metals, sia l’oro che l’argento, si sono allontanati dai loro precedenti massimi di periodo. Qualora i prezzi non dovessero riportarsi (entro quattro sedute) in corrispondenza dei loro recenti livelli apicali, si potrebbero verificare nuove tensioni a favore di un possibile scenario short con ritracciamenti ben oltre i 5,5 punti percentuali per entrambi i sottostanti.
Il principale sottostante del comparto energy (rif. petrolio WTI) ha raggiunto i valori del 2001. La nostra precedente ipotesi (violazione del trading range) ha concretizzato l’entrata short (a 19,58) con conseguimento del target a 18,53 dollari (minimo a 17,31). Viene suggerito un posizionamento flat in attesa che il quadro tecnico si possa maggiormente stabilizzare: per le prossime giornate, non è da escludere, un incremento della volatilità a favore di significative escursioni ancora su base intraday.
I cross monitorati sul forex hanno parzialmente soddisfatto le nostre aspettative: sia per Eur/Usd che per Gbp/Usd la rottura al rialzo è avvenuta. La stima di incremento pari a +0,93% si è prontamente registrata a favore del secondo rapporto (plusvalenza massima del mercato pari a +1,29%), mentre il principale rapporto valutario (Eur/Usd) ha prima incrementato il proprio valore (massimo a +0,35%) per successivamente subire una flessione che vede gli scambi in area 1,0875. La nostra precedente view rimane confermata con prudenziale liquidazione (oltre 1,0935) prima che avvenga la seduta del Consiglio Ue.
Per questa settimana, gli importanti appuntamenti in agenda appaiono significativi in ottica di medio termine. L’Italia, e il mercato dei suoi titoli di Stato, riteniamo debbano essere monitorati con estrema attenzione: qualora il livello di spread dovesse raggiungere i 273 punti, il superamento della “soglia psicologica 300” non è da escludere nel brevissimo periodo.