Le parole dei banchieri centrali Christine Lagarde e Jerome Powell al termine del simposio di Jackson Hole hanno decretato la fine della pausa estiva rilanciando i loro stessi intenti, mai mutati. Il comune denominatore di entrambi i governatori è il medesimo: pronto rialzo dei tassi di interesse (se necessario) e attenta politica monetaria (pertanto restrittiva) in funzione dei dati. Ovviamente, il nemico rimane l’inflazione, ancora troppo alta e ancora distante dall’obiettivo del 2%, ma, guardando alle singole realtà macroeconomiche, appare fin da ora maggiormente plausibile un potenziale (ennesimo) rialzo in territorio europeo, mentre, oltre oceano, altri ritocchi potranno certamente avvenire ma con più subordinazione rispetto alla pubblicazione dei vari rilievi economici: primo fra tutti l’andamento del mercato del lavoro.



Comunque, nel loro complesso, le considerazioni dei presidenti Lagarde e Powell non hanno mutato né la forma né la sostanza confermando, attraverso le loro stesse parole, quanto già “scontato” dai mercati finanziari internazionali. Osservando i numeri, infatti, le performance settimanali non hanno subìto alcun contraccolpo e, le variazioni frazionali conseguite dalle due contrapposte asset class equity (+0,50%) e bond (-0,21%), confermano l’attuale stabilità: almeno dal punto di vista finanziario. Maggiormente concreto, invece, il mercato delle materie prime che, molto probabilmente, beneficiando di una migliore impostazione tecnica di brevissimo termine, ha potuto concludere la propria ottava con un rialzo prossimo alla parità (+0,99%).



Il consueto benchmark azionario rappresentato dal sottostante MSCI World Usd ha verosimilmente conseguito il secondo target ribassista mensile ipotizzato ad inizio mese. Successivamente, nel corso dell’ormai conclusa settimana, ha cercato di poter ridurre il saldo negativo mensile capitolando (di poco) oltre i 2.900 punti. L’intera dinamica concretizzata nell’arco di queste ultime sedute ha, di fatto, confermato il nostro precedente outlook ribassista precludendo “un veloce posizionamento long in caso di superamento di soglia 2.982 punti”.

Attualmente, il palinsesto algoritmico risulta ampiamente penalizzato sia sul versante leading che lagging indicators poiché caratterizzato da un complessivo orientamento alla vendita e, pertanto, individuiamo la tenuta di area 2.877,12 punti quale fondamentale obiettivo al fine di poter negare l’eventuale violazione della trendline rialzista tracciata in corrispondenza dei minimi dello scorso anno. Scenario positivo di brevissimo termine, invece, qualora dovessimo assistere al superamento di quota 2.962 punti con un ulteriore allungo (oltre la soglia psicologica dei 3.000 punti) nell’arco delle successive sedute.



Coerentemente con quanto esposto in precedenza, gli attuali livello di prezzo del comparto obbligazionario governativo internazionale sintetizzato dal JPM GBI Gl. Usd, riscontrano il nostro placet in chiave rialzista favorendone l’acquisto in occasione dell’attuale ottava. Il price entry viene auspicato solo se inferiore ai 472,05 punti e, consapevoli della debolezza dell’intero comparto che ha registrato nuovi minimi di anno, rimaniamo propensi ad un ulteriore ingresso qualora si dovesse raggiungere quota 466,53 punti. Questo iniziale posizionamento – riteniamo opportuno ribadirlo – rientra in una allocazione di carattere strategico di più ampio respiro con gli (eventuali) ulteriori acquisti a completamento di una maggiore sovraesposizione.

Le commodities, attraverso il monitoraggio del loro CRB Index, vedono quest’ultimo riprendere forza con una plausibile prospettiva di poter oltrepassare la già menzionata soglia dei 280,483 punti e, pertanto, l’ipotesi di “inversione (in buy signal) sui principali leading indicators con potenzialità oltre i massimi dell’anno” appare reale.

In caso di conferma, il nostro manifestato outlook positivo vedrebbe un concreto riscontro long mediante il superamento della soglia citata con un primo obiettivo in corrispondenza di soglia 289,27 punti (rif. target 1 mensile). Viceversa, particolare attenzione in caso di ritorno degli scambi oltre il supporto statico a quota 273,921 punti che, se violato, favorirebbe un nuovo moto ribassista con immediata destinazione in prossimità di area 270 punti. Nei singoli panieri appartenenti alle materie prime il basket metals “non prezioso” ha beneficiato dell’ingresso su nickel e rame che, favoriti dal palinsesto algoritmico in buy signal, stanno rispettivamente registrando una performance di poco inferiore ai sei punti percentuali (rif. nickel) e di oltre il 3 per cento (rif. rame).

Strettamente coerenti ad una attenta politica di money management riteniamo opportuno liquidare le posizioni agli attuali valori e, ad esse, facciamo seguire la medesima valutazione (sell order) sul metallo “prezioso” rappresentato dall’argento che, rispetto alla nostra quota a 22,35 (price entry), gode di una plusvalenza ormai prossima alla doppia cifra. A questa complessiva performance positiva realizzata si contrappone, invece, un nulla di fatto sull’opposto insieme energy poiché l’unico posizionamento da noi considerato su RBob Gasoline non ha visto l’eseguito (acquisto) sul mercato.

Nonostante l’attuale stallo valutiamo comunque positivamente una strategia long, ma rivedendone il buy signal in occasione di un eventuale superamento di area 2,915. Anche il contesto valutario ha beneficiato di una importante rivalutazione sul cross Usd/Jpy dove le recenti dinamiche dei prezzi hanno aggiornato i massimi di periodo. L’auspicata violazione della soglia psicologica a quota 145 è avvenuta e successivamente ha visto proiettare il livello degli scambi a ridosso del target individuato in area 146,80: per coloro che, ad oggi, non avessero ancora preso profitto ne viene suggerita l’immediata esecuzione, infatti una fisiologica flessione potrebbe caratterizzare le prossime sedute. Sui restanti rapporti Eur/Usd e Gbp/Usd la tendenza ribassista appare in essere e molto forte con serie ripercussioni in ottica di nuovi minimi periodali.

Al momento, prudenzialmente, preferiamo rimanere out of the market in attesa di maggiori elementi tecnici. Quest’oggi inizia l’ottava conclusiva del mese in corso e, salvo imprevisti, potremmo assistere ad una settimana transitoria in vista dell’imminente settembre. Inutile anticipare il mercato ed i suoi stessi operatori che, in occasione della fine del terzo trimestre, dovranno confermare le buone performance finora realizzate sulla componente azionaria con, invece, le materie prime non ancora mature ed un comparto obbligazionario seriamente in difficoltà.

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