I principali listini azionari, dopo aver vissuto un primo trimestre dell’anno contraddistinto da significativi ribassi, vedono il mese di aprile archiviare la propria performance in territorio positivo. Una rivalutazione che accomuna anche la componente obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd) ancora ben lontana dai propri massimi. Le prossime ottave vivranno il sempre e temuto monito “sell in may and go away” che, mai come quest’anno, potrebbe concretizzarsi a seguito delle nuove stime economiche che man mano saranno diffuse; il poter assistere a un’ennesima fase ribassista potrebbe risiedere in tutti coloro che vorranno trarre profitto dai precedenti acquisti fatti in chiave di brevissimo periodo, ma si può presumere che tale entità non possa destabilizzare i mercati azionari internazionali.
Uno sguardo attento viene suggerito sul versante bond (titoli governativi) poiché, nonostante le recenti aperture da parte della Bce e della stessa Fed, l’impostazione grafica sui principali futures obbligazionari appare ancora in territorio neutrale e con solo alcuni dei principali leading indicator in segnale di acquisto.
Riteniamo opportuno soffermare l’attenzione sull’indice Vix che, attraverso la propria quotazione in prossimità di area 37,50 punti, non preclude ennesime fasi caratterizzate da un forte incremento di volatilità: qualora venisse superata quota 40 non è da escludere un suo proseguimento fino al raggiungimento di soglia 44,28 punti. Positiva la violazione di 30,02 con primo obiettivo in corrispondenza di area 22,27 punti.
Osservando il principale benchmark azionario internazionale (rif. MSCI World Usd), appare evidente la rilevanza associabile al supporto di quota 1.885 punti. In ottica di breve termine, eventuali ribassi fino al raggiungimento dell’indicato livello potrebbero rappresentare una buona opportunità di acquisto con successivo take profit in occasione di rimbalzo sul sottostante. Un potenziale upside è auspicabile qualora i corsi si riportassero oltre area 2.082,04 con ottime possibilità di poter raggiungere il target di breve termine a 2.185,44 punti: quest’ultimo scenario – se rispettato nei termini indicati – è sicuramente collocabile a partire della seconda decade del mese. A tale prospettiva rialzista è doveroso affiancare il conseguente upside sui mercati azionari emergenti che – dagli attuali livelli (area 916) – vedrebbero una loro rivalutazione oltre quota 960 punti.
L’asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd) ha violato al rialzo il proprio trading range che ha contraddistinto il trascorrere delle ultime quattro settimane: qualora i livelli di prezzi tornassero al di sotto di 583,282 (precedente resistenza ora divenuta supporto) non è da escludere un nuovo test in prossimità di soglia 575,802 punti. Ottime aspettative (per nuovi massimi di brevissimo periodo) in caso di ritorno oltre quota 588,08 con target a 593,62 punti. Particolare attenzione agli emerging market bond (rif. JPM EMBI+TR Usd): al momento si rimane flat sul sottostante in attesa di segnali di consolidamento che, solo in caso superamento della resistenza a 823,52 punti, rivedrebbe nuovamente le quotazioni oltre i massimi di aprile.
Sulle principali commodities potremmo assistere a un ritorno di interesse sul prezzo del petrolio (rif. Wti) che, dopo aver vissuto un mese storico, potrebbe riavvicinarsi attorno all’area di prezzo da noi individuata in prossimità di quota 25,276 dollari. Di certo, qualora dovessimo assistere nuovamente ad accentuate fasi ribassiste (ovvero al di sotto dei 13,35 dollari), il nostro outlook si configurerebbe in un buy signal con ottica rialzista di breve termine.
Se sul versante dell'”oro nero” vediamo margini di possibile incremento, all’opposto il vero e proprio metallo prezioso (oro) potrebbe vivere una fase di alleggerimento con obiettivo al di sotto di area 1.652,80 rispetto agli attuali 1.700 dollari. Restando sul comparto metals, ci aspettiamo un forte movimento direzionale sull’argento: 15,57 e 14,72 dollari sono i rispettivi price entry (long e short) in caso di superamento (e violazione) con take profit pari a un comune ammontare di oltre 1,74 punti percentuali.
L’ottava in corso si caratterizzerà per gli importanti appuntamenti in agenda: sentenza della Corte costituzionale tedesca, Consiglio Ue, e giudizi delle agenzie Moody’s e Dbrs Morningstar. Per quest’ultime non è da escludere un ridimensionamento (soprattutto da parte della canadese) del rating sul nostro Paese.