Il primo bilancio trimestrale del 2023 vede una generalizzata positività sulle due principali asset class di investimento. I mercati azionari registrano una performance a doppia cifra sui listini del Vecchio continente con la nostra Piazza Affari in veste di capofila beneficiando di una rivalutazione da inizio anno di oltre 14 punti percentuali. Oltreoceano, invece, il benchmark statunitense S&P 500 vede un buon rialzo di circa sette punti, mentre ottimi sono i guadagni messi a segno dal comparto tecnologico con una variazione trimestrale del 20% (rif. Nasdaq 100).



Medesima dinamica rialzista anche per il contrapposto comparto obbligazionario con il sottostante governativo JPM GBI Gl. Usd in territorio positivo di oltre tre punti YTD (Year to date); per l’intera asset class bond è stato fondamentale il rimbalzo avvenuto a partire dalla seconda ottava di marzo che, rispetto ai minimi fino ad allora consolidati, ha, successivamente, beneficiato di un vero e proprio ritrovato ottimismo con conseguente upside delle quotazioni di oltre quattro punti percentuali.



A interrompere questo positivo binomio equity-bond arriva la flessione delle materie prime sintetizzate dal loro benchmark CRB Index: -3,61% il saldo 2023 finora capitalizzato.

Guardando al mero aspetto operativo, l’indice MSCI World Usd (rif. asset class equity) presenta una buona intonazione di fondo con un palinsesto algoritmico di brevissimo termine orientato al buy signal: il primo target rialzista mensile potrebbe essere raggiunto nella prima parte per poi completare l’intero budget mensile (rif. target 2) entro la metà del mese in corso. Unica preoccupazione, qualora dovessimo assistere a un ripiegamento delle quotazioni inferiori a 2.693 punti con, inevitabile, ulteriore cedimento ben al di sotto di area 2.672,17 punti (rif. target 1 ribassista).



Particolare attenzione all’indice europeo Stoxx Europe 600 che, complice l’ottima performance di periodo, potrebbe incappare in fisiologiche prese di profitto: a soglia 453,72 punti viene circoscritta la zona di potenziale ribasso qualora dovessimo assistere a una fase di alleggerimento da parte dei venditori. Positivo, invece, il superamento della resistenza statica di brevissimo periodo posta a quota 467,86 punti: il primario obiettivo riconducibile alla violazione di quest’ultima coinciderebbe con l’obiettivo di soglia 473,27 punti.

A corollario dei positivi scenari sulla compagine azionario, osservare l’andamento dell’indice Vix riveste un obbligato consiglio: qualora si dovesse assistere a un ritorno inferiore ai 18 punti, di fatto, i precedenti auspici in chiave rialzista potrebbero beneficiare di un’accelerazione in ottica di brevissimo termine e, pertanto, conseguire i singoli target ancor prima del giro di boa mensile.

Nonostante la buona tenuta dell’intera asset obbligazionaria, l’indice JPM GBI Gl. Usd non convince dal punto di vista tecnico. Le sue recenti dinamiche vedono un potenziale pericoloso qualora il livello dei prezzi dovesse giungere a ridosso di area 490 punti. Se, tale ipotesi, dovesse riscontrare la propria veridicità già nell’ottava in corso, un’eventuale fase di ribasso non potrebbe essere esclusa con immediato obiettivo in corrispondenza del supporto a quota 488,86 (prima) e 485,59 (immediatamente dopo).

Le materie prime (rif. CRB Index), finora penalizzate dalla loro stessa composizione a “trazione energetica”, non sembrano in grado di poter recuperare le forze al fine di contrastare questa loro debolezza che si protrae dal settembre dello scorso anno. Qualora dovessimo assistere a ulteriori cedimenti, fin da ora confermiamo il principale obiettivo ribassista collocato a quota 241,184 punti. Unica possibilità per una ritrovata positività di breve termine potremmo averla mediante il raggiungimento di soglia 273,557 che, se conseguita in sede di chiusura settimanale, rivedrebbe la forza dei compratori spingere le quotazioni in direzione di area 280,25 punti. Come outlook mensile, al momento, viene preferito il basket metals rispetto a quello energy.

Sull’intero bacino valutario potremmo assistere a una prova di forza sui cross caratterizzati dalla presenza del dollaro statunitense: Eur/Usd e Gbp/Usd potrebbero vedere i loro corsi registrare nuovi massimi di periodo, mentre sul restante Usd/Jpy un eventuale ritorno in prossimità di soglia 135 potrebbe essere conseguita in questa prima decade mensile.

Le recenti rilevazioni sull’inflazione Usa e dell’intera zona euro rappresentano un importante tassello a un più ampio mosaico che, finanziariamente, vede ancora luci e ombre sul tanto trattato e discusso sistema bancario internazionale. Siamo certi che gli ultimi “vuoti” saranno velocemente colmati e, nell’attesa, monitoriamo con estrema attenzione la diffusione dei prossimi dati economici che, di fatto, vedrebbero anticipato un eventuale stato di “recessione tecnica” per alcuni Paesi: Germania e Italia.

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