Giuseppe Ayala, magistrato e parlamentare all’epoca della strage di via d’Amelio nella quale rimase ucciso Paolo Borsellino, ha raccontato oggi la sua verità rispondendo alle domande del procuratore capo Amedeo Bertone e del Pm Stefano Luciani. Ayala ha parlato in occasione dell’udienza processo sul depistaggio in corso a Caltanissetta, Gli imputati sono i tre poliziotti, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Ayala, come riferisce BlogSicilia.it, ha ripercorso i momenti drammatici di quel 19 luglio 1992, commentando il suo stato d’animo: “Mi sono ritrovato vicino alla blindata dopo essere inciampato sul cadavere di Borsellino. Ero presente fisicamente ma con la testa non c’ero. Vi lascio immaginare quale era in quel momento il mio stato d’animo”. E proprio in quei frangenti drammatici, ha riferito di essersi ritrovato tra le mani la borsa di Paolo: “Non so che farne, sono confuso. In uno stato di agitazione trovo due ufficiali dei carabinieri e la do a loro. Cosa che rifarei”, aggiunge. Al suo fianco, prima di andare via, vi era il giornalista Felice Cavallaro “il quale insiste e mi dice, vattene, vattene dai tuoi figli e me ne vado. Mi ritrovo con quella borsa in mano forse per meno di un minuto”, ha proseguito.
BORSELLINO, AYALA NUOVE RIVELAZIONI IN AULA
Dopo la strage nella quale rimase ucciso il giudice Borsellino, il magistrato Giuseppe Ayala fece davvero ritorno a casa dove tranquillizzò la sua famiglia, a partire dai suoi figli. Il Procuratore Bertone gli ha poi domandato un commento in merito ad alcune immagini in cui sarebbe stato visto al telefono con l’ex Pm: “Assolutamente no. Vorrei vedere queste immagini”, ha replicato. Un commento anche sulla celebre agenda rossa di Borsellino: “nell’86 non avevo nessun rapporto con Paolo. Non avevo idea di questa agenda”, ha aggiunto. Tornando a parlare della borsa poi consegnata a due carabinieri, ha specificato che “il della borsa non era bruciacchiato ma forse era un po’ caldo. La borsa non era intatta”. Infine, rivolgendosi a Fiammetta, figlia del giudice ucciso, ha chiosato: “La figlia di Borsellino invece di andare al carcere a sentire gli assassini del padre, può venire da me se ha bisogno di chiarimenti”.