Il Bosco degli Gnomi nei pressi di Brescia è uno di quei luoghi magici adatti a grandi e piccini, oltre che agli amanti delle escursioni e delle gite fuori porta dal momento che questo piccolo angolo di fiaba si raggiunge mediante una mulattiera che parte dalla valle e poi sale, addentrandosi nella natura, ma si affaccia pure in maniera suggestiva sul Lago d’Iseo. Si trova infatti in località Zone, piccolo comune lombardo, sul Monte Guglielmo un vero e proprio bosco incantato fra sculture di tronchi e di pietra e che, assieme al vicino parco delle cosiddette Piramidi di Terra, rappresenta una ottima soluzione per una passeggiata domenicale, consigliata peraltro a tutta la famiglia, lungo sentieri antichissimi e incontrando non solo gli gnomi di cui sopra, che da anni oramai “difendono” quei luoghi, ma pure tutte le altre sorprese che il sottobosco offre ai suoi visitatori. Andiamo alla scoperta della zona di… Zone e del suo bosco incantato.



IL BOSCO DEGLI GNOMI A ZONE

Il Bosco degli Gnomi è situato nei pressi di Zone, piccolo centro di poco più di 1000 anime a nord del Lago d’Iseo e che, incastonato nel cuore della provincia bresciana, attira soprattutto per i suggestivi scorci naturali nei suoi dintorni: e questo luogo incantato tra gli alberi è frutto non solo della fantasia ma pure dell’ingegno di un artista locale, ovvero Luigi Zatti conosciuto anche come “il Rosso” di Zone dalle popolazioni locali. La storia narra che Zatti abbia davvero incontrato degli gnomi nel corso delle sue peregrinazioni nel bosco e che la sua opera sia frutto di una esplicita richiesta di quelli che nella tradizione folkloristica europea sono considerati degli spiriti ctonii (ovvero legati alla vita terrestre ma soprattutto sotterranea). Da lì “il Rosso” avrebbe deciso di lavorare alcuni tronchi d’albero e alcune pietre del sottobosco trasformandoli in delle sculture -45 in totale, di cui 44 gnomi e un Pinocchio- che hanno in un certo senso “ripopolato” quella zona in località Goi de la Tromba – Polset. Il bello, ma pure il rovescio della medaglia del Bosco degli Gnomi è che la macchina va lasciata ben lontana, ma questo consente di fare una piacevole scarpinata in leggera pendenza a partire da Zone seguendo la mulattiera di cui sopra e incontrando nel proprio cammino alberi sempreverdi, rocce e tutta una variegata fauna: anzi a tal proposito va ricordato che, pur se destinato a tutta la famiglia, il percorso non è adatto ad esempio ai bambini eccessivamente piccoli o in passeggino e a persone affette da handicap.

LE PIRAMIDI DI TERRA E GLI… ARCOSAURI

Ma nei pressi di Zone non c’è solo il Bosco degli Gnomi con il suo “piccolo popolo” che attende il visitatore e fa da sentinella a quel luogo fatato: infatti seguendo la strada che da Marone porta proprio al comune bresciano si incontra anche il Parco Regionale delle Piramidi di Terra, conosciute anche come Camini delle Fate o Fate di Pietra. Si tratta di colonne di tufo o residui di materiale vulcano che raggiungono anche i 30 metri di altezza e hanno alla loro sommità un enorme masso a mo’ di ombrello: secondo una leggenda locale la loro origine si fa risalire a degli esseri celesti, elemento che spiegherebbe la loro particolare conformazione; da un punto di vista più prosaico, va ricordato che quest’area circa 150mila anni fa faceva parte del ghiacciaio che si estendeva in tutta la Val Camonica e che, quando man mano si ritirò, diede prima origine a un lago e poi a tali depositi morenici (ossia quei sedimenti rocciosi trasportati dal ghiacciaio stesso), con i massi che funsero da protezione per il terreno sottostante. Inoltre, particolare non secondario, quando uno di questi massi cade la stessa colonna argillosa di fatto si sgretola e ha bisogno di trovare un nuovo “cappello”. Il tour nei dintorni di Zone si conclude infine con una puntatina nell’area dove si trovano gli… Arcosauri. Cosa sono? Semplice: a poco più di due chilometri dal Parco delle Piramidi di Terra sono visibili alcune decine di orme fossili (databili all’incirca a 220 milioni di anni or sono) che secondo gli studiosi sarebbero appartenute agli Arcosauri (“lucertole dominatrici”), dei rettili considerati gli antenati dei dinosauri e i cui unici eredi sopravvissuti oggigiorno sono i coccodrilli.

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