Un boss della Sacra Corona Unita è evaso dal carcere di massima sicurezza di Badu ‘e Carros. Si chiama Marco Raduano ed è originario di San Giovanni Rotondo (Foggia). L’uomo è riuscito a scappare usando un metodo classico: ha annodato delle lenzuola e si è calato, poi si è dato alla fuga. La casa circondariale di Nuoro è una prigione dove sono detenuti diversi terroristi e mafiosi e da cui nessuno era riuscito ad evadere. In Sardegna è subito scattata la caccia all’uomo: sono stati attivati controlli in tutti i porti e gli aeroporti, inoltre ci sono posti di blocco.
Marco Raduano, noto anche come “Pallone” o “Woolrich”, è considerato un elemento di spicco dell’omonimo clan che opera a Vieste. Recentemente è stato condannato in via definitiva a 19 anni di carcere più 3 di libertà vigilata per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravata dal metodo mafioso e dall’uso di armi, anche da guerra. Il “boss del Gargano” ha alle sue spalle una carriera criminale caratterizzata da molti precedenti per delitti contro la persona e il patrimonio, in materia di armi e stupefacenti.
“INADEGUATO ANCHE CIRCUITO DI ALTA SICUREZZA”
Marco Raduano è coinvolto in un altro processo, che però non è ancora terminato, in cui il boss della Sacra Corona Unita è accusato, tra le altre cose, di aver preso parte ad un omicidio, quello di Giuseppe Silvestri, ucciso nel 2017 a Monte Sant’Angelo. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, come riportato dall’Unione Sarda, ha spiegato che questa fuga dal carcere «è l’ennesima conferma dell’inadeguatezza anche dello speciale circuito definito, a questo punto impropriamente, ad alta sicurezza, ma la cui sicurezza è di certo più latitante dell’odierno evaso». De Fazio ha fatto riferimento a «organici carenti di 18mila unità, equipaggiamenti inadeguati, sistemi tecnologici ed elettronici inesistenti o non funzionanti, questo lo stato attuale delle carceri». Ora auspica di essere convocato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, o almeno dal sottosegretario delegato Andrea Delmastro delle Vedove, «che sembra preferire le gite nei territori e gli incontri privati a quelli ufficiali da tenersi nell’alveo delle procedure sindacali. Noi siamo sempre pronti al confronto, ma pretendiamo di essere convocati nelle sedi e nelle forme deputate».