E’ tornato in carcere Pasquale Cristiano, quello che è già stato ribattezzato il “boss in Ferrari”. Negli scorsi giorni, nonostante fosse agli arresti domiciliari, aveva sfilato fra le strade della provincia di Napoli a bordo di una fiammante Ferrari di colore rosso, in occasione dei festeggiamenti per la prima comunione del figlio. Un siparietto che ovviamente non è passato inosservato e che ha indotto gli inquirenti ha riportare in carcere lo stesso boss, ritenuto dalla magistratura partenopea, come si legge su Today, un elemento di spicco del gruppo criminale “167”, branchia del clan Amato-Pagano ad Arzano (provincia di Napoli). La vicenda risale a esattamente una domenica fa, lo scorso 6 giugno, quando l’uomo sarebbe stato autorizzato con un permesso di poche ore a partecipare alla comunione del figlio in chiesa, anche se non ai festeggiamenti successivi.
Peccato però che Pasquale Cristiano, secondo l’accusa, non si sarebbe limitato a presenziare alla funzione religiosa. E così che nella mattinata di domenica scorsa ha noleggiato una Ferrari decapottabile, scorrazzando per le vie cittadine accompagnato da altre fuoriserie come Lamborghini e Audi. A bordo della Lambo, secondo la denuncia del senatore Sandro Ruotolo e del presidente del Pd metropolitano di Napoli Paolo Mancuso, vi sarebbe stato il presunto capo zona di Frattamaggiore, mentre sulle altre auto vi erano altri pregiudicati e “per agevolare il passaggio del corteo, i guardaspalle avrebbero bloccato gli incroci e fermato il normale traffico veicolare”.
BOSS IN FERRARI ALLA COMUNIONE DEL FIGLIO: LO SHOW DI SUPERCAR…
Lo show è finito sui social ma anche sul tavolo della Direzione distrettuale antimafia che ha identificato tutti i partecipanti alla “parata”, per “aver causato problemi al traffico “con modi e tempistiche non compatibili con il percorso che era stato imposto in seguito all’obbligo di immediato rientro nell’abitazione per Cristiano dopo la cerimonia”, di conseguenza sono stati revocati i domiciliari a Cristiano, il cui comportamento è stato giudicato “una vera e propria provocatoria prova di forza, finalizzata all’affermazione della sua presenza sul territorio”.
I carabinieri di Arzano hanno inoltre sanzionato la titolare del ristorante di Giugliano dove si sono tenuti i festeggiamenti del figlio del boss, per inosservanza della normativa anti covid. Secondo quanto denunciato, non sarebbe stato rispettato il distanziamento di un metro, e non ha registrato l’elenco dei partecipanti come da legge.