Dopo mesi di discussioni, accuse, contro-Decreti e l’intero sistema giustizia sul banco degli “imputati” il Dap sospende la circolare 21 marzo – quella che portò alle scarcerazioni di diversi boss mafiosi in merito ai rischi di salute per l’emergenza Covid-19 – con un provvedimento deciso stamani dal nuovo n.1 del Dipartimento Bernardo Petralia e dal suo vice Roberto Tartaglia. I vertici del Dap, proprio per quella circolare dello scorso 21 marzo 2020, si sono dimessi portando poi anche il Ministro Bonafede ad affrontare un voto di sfiducia in Parlamento per le vicende poco chiare attorno a quella decisione che liberò centinaia di carcerati tra cui diversi boss delle mafie. Con un Decreto successivo, alcuni di quegli stessi criminali sono stati rimessi nelle case circondariali ma non tutti come si evidenzia con l’assurdo caso del boss Michele Zagaria scarcerato – per ammissione di Giulio Romano, ex direttore generale detenuti e trattamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) – per «un grave errore nell’invio di una mail».
CIRCOLARE SOSPESA MA NON FINISCE IL CAOS PER BONAFEDE
E così oggi viene definitivamente sospesa la circolare sulle scarcerazioni a causa del mutato quadro sanitario dell’emergenza coronavirus: nel dettaglio di quelle righe entrate nell’occhio del ciclone si chiedeva ai direttori delle carceri di segnalare ai magistrati di sorveglianza i detenuti con gravi patologie che li esponevano al rischio in caso di contagio. Oggi però, con la fase 3 e la diminuzione delle positività al Covid-19, il quadro è cambiato e così il Dap ha preso tale decisione: «Il numero dei ristretti positivi al Covid-19, pari oggi a 66 persone su poco più di 53.000 detenuti, è in costante diminuzione. Negli istituti penitenziari risultano in atto protocolli di prevenzione dal rischio di diffusione del contagio», spiega Petralia all’Ansa dopo la firma della sospensione della circolare 21 marzo 2020. Il superamento delle limitazioni agli spostamenti per tutti i cittadini e soprattutto in ambito penitenziario, il ripristino dei permessi premio e del regime di semilibertà ha portato alla reintroduzione dei colloqui fisici con i protocolli di prevenzione tuttora in atto negli istituti penitenziari e il numero di ristretti positivi al Covid-19 in costante diminuzione.
Se si conclude quantomeno il “caso” circolare, non finisce il “caos” per il Ministro della Giustizia dopo che giusto ieri lo stesso Romano (ex Dap) nella commissione antimafia convocata dal presidente Morra in audizione – oltre a rivelare l’errore su Zagaria – ha citato direttamente il Guardasigilli in merito alle scelte dello scorso marzo: il Ministro aveva mostrato apprezzamento per il provvedimento, spiega Romano, salvo poi cambiare idea dopo la bufera esplosa per le tante scarcerazioni e redigere in fretta il Decreto che invertisse quelle stesse decisioni prese con la circolare Dap.