Dopo la decisione della Cassazione di permettere alla difesa di Massimo Bossetti – condannato all’ergastolo dopo tre gradi di giudizio per l’omicidio di Yara Gambirasio avvenuto nel 2010 – «la completa ricognizione e analisi dei reperti rimasti», a Radio Cusano Campus parla l’avvocato difensore Claudio Salvagni dicendosi fiducioso per l’esito dei prossimi step. «Qua c’è qualcosa che va oltre il classico ‘innamoramento della tesi’. Abbiamo assistito e continuiamo ad assistere alla strenua difesa di un’indagine qualitativamente scarsa e che non ha raggiunto una certezza granitica. Resto, infatti, sorpreso da questo valzer delle Procure dopo che la Corte di Cassazione da tempo ci ha autorizzato a effettuare nuovi esami», ha spiegato il legale difensore alla trasmissione “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia tv.



Per ben tre volte la Corte di Cassazione si è espressa a favore della difesa, «abbiamo il diritto di conoscere lo stato di conservazione di quei reperti perché sono dei reperti fondamentali per arrivare alla verità». Gli avvocati vogliono esaminare i 54 campioni di Dna trovati sui vestiti della piccola Yara «perché crediamo che lì ci siano le risposte a tutti i dubbi ancora in piedi in questa lunga vicenda. Visto che Dna nucleare e Dna mitocondriale, esaminati dai periti dell’accusa, non combaciano con quelli di Bossetti».



LA FIDUCIA DELLA DIFESA DI MASSIMO BOSSETTI

Qualche giorno fa lo stesso Salvagni racconta di aver incontrato Massimo Bossetti, trovandolo in tensione per gli ultimi sviluppi ma allo stesso tempo «fiducioso, spera che questo esame possa essere effettuato. Rivelo inoltre che mi chiamò il giorno prima dell’ultima udienza in questo mese di maggio, per incoraggiare noi della difesa a non lasciare nulla di intentato». Bossetti e la difesa chiedono da sempre un unico test ovvero la perizia sul Dna, dato che sostengono «quel Dna lì era sbagliato, che il Dna di “Ignoto 1” non è riferibile a Massimo Giuseppe Bossetti e l’unico modo per dimostrarlo, era effettuare quella perizia sempre chiesta e sempre negata». La tecnologia in 10 anni è migliorata sensibilmente e ora vi sarebbero le possibilità di adottare tale perizia, secondo Salvagni: in chiusura di intervista, l’avvocato annuncia «Adesso comunque dobbiamo solo attendere e capire quando e dove verranno fatti nuovi esami sui reperti rimasti. Una volta avuto l’esito delle analisi provvederemo a chiedere la revisione del processo perché essendo assolutamente convinti dell’innocenza di Bossetti, siamo convinti che dalle nuove analisi sui reperti avremo gli elementi utili per arrivare alla revisione del processo. Purtroppo dovremo ancora attendere qualche mese prima che venga fissata la nuova udienza».

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