Dal reddito di emergenza allo stop ai licenziamenti per tre mesi, passando per l’allargamento dei requisiti per il reddito di cittadinanza: questi solo alcuni dei provvedimenti contenuti nella bozza del decreto aprile, trasformatosi ormai in dl maggio. Dopo giorni di discussione all’interno della maggioranza, è stato raggiunto un accordo sui provvedimenti chiamati ad accompagnare la tanto attesa fase 2. Il varo del decreto è atteso entro la prossima settimana, spiega Repubblica, in attesa delle indicazioni Ue sugli aiuti di Stato, anche se non è da escludere che la bozza subisca delle modifiche “in corsa”: riflettori accesi sulle imprese e sulla proposta di 10 miliardi a fondo perduto a sostegno delle attività produttive.
Ma cosa prevede il testo della bozza del decreto aprile? Oltre allo stop ai licenziamenti per tre mesi, arriva il Rem, ovvero il reddito di emergenza: come confermato dal ministro Catalfo, ammonta a 400 euro mensili di base che salgono fino a 800 euro in proporzione al numero dei componenti della famiglia. E non solo: il Rem è cumulabile con il reddito di cittadinanza, ma senza superare il limite del Rem medesimo. Sarà erogato per un totale di tre mesi. Modificati inoltre i requisiti per l’accesso al RdC, con un allargamento della platea.
BOZZA DECRETO APRILE: COSA PREVEDE IL TESTO
Il decreto aprile comprende 44 norme per il sostegno ai redditi e per la protezione del lavoro, uno dei provvedimenti più attesi è la cassa integrazione fino a fine ottobre. Come recita il testo della bozza, la Cig ordinaria ci sarà fino al 31 ottobre 2020 e verranno confermati anche gli assegni familiari. Tra gli ammortizzatori sociali, proroga di due mesi per Naspi e Dis-Coll in scadenza tra 1 febbraio e 30 aprile scorsi. Prevista la possibilità per chi percepisce ammortizzatori o sostegni economici (Rem o RdC), di essere impiegato in agricoltura per un massimo di 60 giorni (retribuzione massima di 2 mila euro, da aggiungere alle altre entrate).
Come già annunciato dal ministro Catalfo, inoltre, ci sarà un sostegno per colf e badanti: si tratta di un bonus che varia dai 200 ai 600 euro se l’orario di lavoro si è ridotto di almeno il 25%. Il dl prevede inoltre l’obbligo di indossare mascherine per tutti se sul luogo di lavoro non sarà possibile mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro.