Il fenomeno del bradisismo ai Campi Flegrei prosegue ormai da mesi ma quanto accaduto pochi giorni fa, con scosse arrivate fino a magnitudo 4.4, ha riacceso la paura nei residenti. Il sisma del 20 maggio è stato il più forte degli ultimi quarant’anni nella zona vulcanica attiva a Napoli e dintorni: questa non ha mai smesso di essere interessata dal fenomeno del “bradisismo”, che vuol dire “movimento lento del suolo”. Si parla dunque di una deformazione del suolo che comporta fasi di abbassamento e sollevamento: durante queste ultime ci sono spesso scosse superficiali e di bassa magnitudo.
Ai Campi Flegrei, nel 2005 è iniziata una nuova fase di sollevamento della caldera che risulta essere ancora in atto. Come spiega la Protezione Civile “dal 2023 si è registrato un graduale incremento nella frequenza dei terremoti”. Già a settembre e ottobre erano state registrate scosse di 4.2 e 4.0 ma quella di pochi giorni fa di 4.4 è stata la più forte mai registrata negli ultimi quarant’anni. Si è trattato di un terremoto percepito nettamente dai residenti della zona, che spaventati si sono riversati in strada.
Campi Flegrei e bradisismo, cosa successe negli anni ’80
Non è di certo la prima volta che il fenomeno del bradisismo interessa l’area dei Campi Flegrei. Già tra gli anni ’70 e ’80 la zona, e in particolare la città di Pozzuoli, sono stati interessati da un rapido sollevamento del suolo, come ricorda Sky Tg24. Questo ha portato a un innalzamento totale di 3.55 m che ha causato numerosi terremoti. Per vent’anni, poi, la zona dei Campi Flegrei è stata interessata da una relativa tranquillità fino al 2005, quando è cominciato un nuovo periodo di sollevamento che è quello tutt’ora in atto.
La crisi sismica in corso non è la più grave. Tra il 1982 e il 1984 ci fu un sollevamento di circa 185 cm con diversi terremoti intensi e sciami: nel periodo ci furono circa 16mila scosse. Il 4 ottobre 1983 si verificò una scossa di magnitudo 4 nei pressi della Solfatara. Il terremoto fu avvertito ad oltre 30 km dall’epicentro e portò a numerosi danni, soprattutto nella città di Pozzuoli. Gran parte della popolazione venne allontanata e spostata in nuovi quartieri come quello di Monteruscello: molte delle 20.000 persone non tornarono mai a casa.