QUASI 2MILA ARRESTI PER L’ASSALTO AL PARLAMENTO DEL BRASILE: IL MONITO DI LULA
Il tentato golpe che ha colpito il Brasile la scorsa domenica ha e avrà strascichi per diverso tempo, a cominciare dall’ondata di arresti che sta investendo mezzo Paese: sono al momento almeno 1.500 le persone arrestate tra i manifestanti estremisti pro-Bolsonaro entrati in azione a Brasilia mentre il Presidente Lula era in visita al comune di San Paolo colpito dall’alluvione. Lo ha annunciato il Ministro della Giustizia Flavio Dino, spiegando come però i mandati di arresto spiccati potrebbero far lievitare il numero degli arresti nelle prossime ore: «Vogliono un golpe, ma non ci sarà nessun colpo di stato», attacca il Presidente eletto della sinistra comunista brasiliana.
Nel corso di una riunione con 23 dei 27 governatori degli stati brasiliani, Luiz Inacio Lula da Silva lancia un messaggio alle opposizioni e allo stesso Bolsonaro (ancora ricoverato in Florida per dolori addominali dopo la sparatoria di 5 anni fa): «Non lasceremo che la democrazia ci sfugga di mano. Devono imparare che la democrazia è la cosa più complicata da realizzare, perché richiede di sostenere gli altri, richiede di vivere con persone che non ci piacciono, con cui non andiamo d’accordo, ma è l’unico regime che permette a tutti di avere la possibilità di competere, e chi vince ha il diritto di governare». In risposta all’assalto al Parlamento di Brasilia, in queste ore sono decine di migliaia le persone che hanno invaso strade e piazze del Brasile per manifestare a favore della democrazia, con lo stesso Bolsonaro che ha condannato le azioni dei suoi stessi “attivisti”.
BRASILE, MANDATI D’ARRESTO ANCHE PER PRESUNTI FINANZIATORI DEL GOLPE
Sempre dal Ministro Dino è stato reso noto come siano già stati identificati diversi potenziali finanziatori del tentato golpe: la Polizia federale ha già identificato in dieci Stati del Paese «persone sospettate di avere legami economici con gli organizzatori del tentato colpo di Stato di domenica a Brasilia e ha affermato che sono già stati emessi mandati di arresto», spiega l’Agenzia ANSA riportando le dichiarazioni del Ministro della Giustizia. I nomi per il momento non sono stati resi noti ma alcuni dettagli iniziano ad emergere: i sospettati avrebbero finanziato il noleggio dei bus per portare gli estremisti nella capitale del Brasile.
«La responsabilità riguarda anche coloro che non erano presenti agli assalti: finanziatori e organizzatori», ha concluso il Ministro Flavio Dino. Per un paio d’ore domenica 8 gennaio il popolo vicino a Bolsonaro, in protesta contro il Governo Lula dopo aver perso le Elezioni di soli 2 milioni di voti, ha vandalizzato e devastato gli edifici che si affacciano sulla piazza dei Tre Poteri di Brasilia. Porte sfondate, vetrate infrante, sedie e tavoli sfasciati, quadri d’autore sfregiati, defecazioni negli uffici e armadi saccheggiati: questo e altro nella “Capitol Hill” in salsa brasiliana andata in scena due giorni fa.