Jair Bolsonaro potrebbe essere coinvolto nel golpe avvenuto domenica scorsa in Brasile con l’obiettivo di rovesciare il Governo di Lula mentre quest’ultimo era in visita al comune di San Paolo, colpito da un’alluvione. Inizialmente questo sospetto non c’era, con l’ex presidente della Repubblica che aveva condannato le azioni dei suoi stessi “attivisti” a Brasilia. A cambiare lo scenario, tuttavia, è stato un documento rinvenuto nell’abitazione di Anderson Torres, ministro della Giustizia durante l’era con ai vertici del Paese il democratico, che si trova attualmente in Florida, negli Stati Uniti.



La carta in questione, come riportato da Tg La7, è la bozza di un decreto attraverso cui si chiede al Tribunale elettorale di ribaltare il risultato delle elezioni vinte nell’ottobre scorso da Lula a discapito di Jair Bolsonaro al termine di un serrato nonché discusso ballottaggio tramite l’istituzione di uno “stato di difesa di emergenza”. Il piano, tuttavia, sarebbe fallito per il mancato appoggio politico da parte degli stessi alleati dell’ex presidente del Brasile, il quale non avrebbe neanche firmato il documento.



Brasile, Bolsonaro coinvolto in golpe contro Lula? Arrestato l’ex ministro Torres

Il rinvenimento della bozza del decreto che fa ipotizzare che Jair Bolsonaro possa essere stato coinvolto nel golpe avvenuto domenica scorsa in Brasile ai danni di Lula ha portato alla richiesta da parte del Governo di apertura di indagini nei confronti dell’ex presidente democratico per il presunto tentato colpo di stato di gennaio scorso, nonché all’arresto dell’ex ministro della Giustizia Anderson Torres, il quale era in possesso delle carte incriminate. Quest’ultimo, inoltre, mercoledì scorso è stato destituito dall’incarico di capo della sicurezza di Brasilia, che aveva assunto dopo il cambio ai vertici della presidenza.



“L’arresto di Torres è inevitabile, ora occorre indagare sulla partecipazione dell’ex presidente Bolsonaro e prendere le misure necessarie per i reati contro lo stato democratico di diritto”, ha affermato il capogruppo della maggioranza al Senato, Randolfe Rodrigues. Nel caso in cui l’uomo non faccia ritorno nel Paese spontaneamente, dato che attualmente si trova in Florida, verrà chiesta l’estradizione.