RICOVERATO E OPERATO IL PRESIDENTE DEL BRASILE LULA: COS’È SUCCESSO E COME STA
Era stata derubricata lo scorso ottobre come una brutta caduta con colpo alla testa senza però particolari conseguenze per il Presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva: e invece i continui giramenti di testa di questi ultimi giorni lo hanno portato al ricovero e all’operazione d’urgenza per l’irrompere di una emorragia cerebrale intracranica molto seria. L’annuncio stamattina in un bollettino del Governo brasiliano, con il Presidente Lula – storico esponente della sinistra globalista dell’America Latina – ricoverato in terapia intensiva nell’ospedale centrale di San Paolo.
Al momento non sarebbe in pericolo di vita ma la delicata operazione chirurgica a cui è stato sottoposto è in attesa di una scioglimento di prognosi per capire le eventuali conseguenze sulle condizioni di salite: il mal di testa ieri lo aveva portato prima ad una tac a Brasilia per valutare eventuali danni conseguiti dalla caduta di due mesi fa, e poi il trasferimento d’urgenza a San Paolo dopo aver riscontrato l’emorragia intracranica. Secondo quanto riportano oggi i media in Brasile, Lula è stato sottoposto ad una craniotomia per poter drenare l’ematoma presente. «Il presidente Lula è sotto monitoraggio in terapia intensiva, è stabile: in giornata altri aggiornamenti», recita il primo bollettino medico sul leader comunista brasiliano.
COS’È L’EMORRAGIA CEREBRALE INTRACRANICA
In attesa di capire le effettive condizioni di salute sul lungo termine, capire come sta ora Lula è direttamente conseguenza dell’intervento delicato a cui è stato sottoposto nelle scorse ore: l’emorragia intracranica (o intracerebrale) è nei fatti un sanguinamento focale dei vari nel cosiddetto “parenchima cerebrale”. La causa è normalmente l’ipertensione ma non è da escludersi l’insorgere dell’emorragia a seguito di particolari colpi alla testa o cadute simili.
Cefalea, nausea e stato di coscienza alterato, questi i primi sintomi della malattia che ha colpito Lula con ogni probabilità dopo il colpo subito nella caduta domestica il 19 ottobre scorso: per il Presidente Lula, 79enne con già diversi acciacchi di salute, le prime diagnosi non avevano evidenziato emorragie particolari, salvo poi due mesi dopo accusare il “colpo” tanto che nel giro di poche è stato trasportato a 1000 chilometri di distanza dalla capitale Brasilia, verso appunto il centro all’avanguardia di San Paolo, nell’ospedale Sirio-Libanes.
BRICS, G20 E MERCOSUR: GLI ULTIMI IMPEGNI DI LULA E IL REBUS PER IL FUTURO
Al netto dell’emorragia drenata e delle condizioni stabili attuali, il Brasile e la politica intera dell’America Latina vive ore di tensione per il proprio leader ricoverato in terapia intensiva: la caduta in casa gli aveva già fatto saltare il viaggio in Russia lo scorso mese per i vertice dei Paesi BRICS. Gli esami lo davano comunque stabili ma i medici sconsigliavano un viaggio così lungo dopo la brutta caduta rimediata: si era però regolarmente presentato all’importante vertice G20 in Brasile a Rio de Janeiro senza apparentemente accusare particolari problemi di salute, così come ha partecipato e assistito alla firma dell’accordo Ue-Mercosur sul mercato per il commercio del mondo produttivo.
Anni dopo e con notevoli polemiche, l’accordo tra Mercosur e Unione Europea è stato raggiunto venerdì proprio con la firma in extremis della Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, volata a Montevideo durante il vertice del Mercato Comune dell’America Meridionale in Uruguay: «Dopo oltre due decenni abbiamo concluso i negoziati dell’accordo Mercosur-Ue», aveva sottolineato sui social appena nel weekend lo stesso Presidente Lula, dopo la foto-opportunity con i leader di Europa, Argentina, Paraguay e Uruguay. Resta da capire ora Lula in che condizioni sarà dopo aver raggiunto uno dei suoi obiettivi politici nei 22 anni di leadership della sinistra brasiliana, dato che gli impegni del Mercosur dovranno ora essere “messi a terra” e richiedono una presenza politica a tutti gli effetti.