Brent Renaud doveva compiere 51 anni ad ottobre, ma a interrompere la sua vita un proiettile. Il giornalista è stato ucciso in Ucraina, a Irpin, dall’esercito russo. Inizialmente è stato associato al New York Times, perché con sé aveva un tesserino della testata americana. Ma era lì per il Time. È stato lo stesso magazine a riverlarlo in un comunicato firmato dal caporedattore e CEO Edward Felsenthal e dal presidente e COO di TIME e TIME Studios Ian Orefice. “Siamo devastati dalla perdita di Brent Renaud. Come pluripremiato regista e giornalista, Brent ha affrontato le storie più difficili in tutto il mondo, spesso insieme a suo fratello Craig Renaud. Nelle ultime settimane, Brent era nella regione a lavorare su un progetto dei TIME Studios incentrato sulla crisi globale dei rifugiati. I nostri cuori sono con tutti i cari di Brent. È essenziale che i giornalisti siano in grado di coprire in sicurezza questa invasione in corso e la crisi umanitaria in Ucraina“.
La Casa Bianca ha commentato la notizia dell’uccisione di Brent Renaud definendola “orribile e scioccante“. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza Usa, ha dichiarato a Cbs: “L’ho appena appreso, mi consulterò con i miei colleghi, con gli ucraini, per determinare come sia accaduto, per poi misurare ed eseguire conseguenze appropriate. Seguiremo quest’ultimo sviluppo molto da vicino e risponderemo in modo proporzionale“. (agg. di Silvana Palazzo)
BRENT RENAUD, GIORNALISTA UCCISO A IRPIN
Un giornalista americano è stato ucciso in Ucraina. Si chiama Brent Renaud e aveva 51 anni. Il collega Juan Arredondo, invece, è rimasto ferito. Entrambi stavano filmando la fuga dei profughi da Irpin quando sono diventati bersaglio di colpi di arma da fuoco ad un checkpoint. Renaud raggiunto da un proiettile al collo ed è morto all’istante, invece il collega è stato ferito ed è stato trasferito in ospedale. La notizia, riportata inizialmente da Ukrinform che ha pubblicato le foto del suo tesserino Press, il passaporto e il cadavere ricoperto di sangue, è stata poi confermata ufficialmente negli Stati Uniti. Inoltre, inizialmente si è diffusa la notizia che stesse lavorando per il New York Times, ma il quotidiano americano ha smentito tale circostanza, precisando che la collaborazione era terminata e quindi era vicino Kiev per seguire la guerra in Ucraina, ma non in missione per conto loro.
“Siamo profondamente tristi per aver saputo della morte di Brent Renaud. Brent era un talentuoso filmmaker che ha lavorato per anni con il New York Times. Sebbene abbia lavorato con il Times in passato (il più recente nel 2015), lui non era assegnato ad alcun servizio per il Times in Ucraina. Le notizie sul fatto che lavorasse per il Times sono circolate perché aveva addosso un tesserino stampa del Times che aveva ricevuto per servizi molti anni fa“, ha twittato il New York Times.
“STAVAMO FILMANDO PROFUGHI IN FUGA”
Il reporter ferito, in un video girato dalla giornalista di Internazionale Annalisa Camilli, ha spiegato che stavano attraversando il primo ponte a Irpin con altri colleghi per filmare i rifugiati in fuga. “Si è avvicinata un’auto che ci ha chiesto se volevamo andare con loro per passare il secondo ponte, abbiamo superato il checkpoint e ci hanno sparato contro. Brent è stato ferito e lo abbiamo dovuto lasciare indietro per fuggire. Sono stato portato qui da un’ambulanza. Ho visto che gli hanno sparato al collo“, ha raccontato il giornalista ferito. Le prime notizie riguardanti la morte di Brent Renaud sono state diffuse sui social da Andrei Nebitov, capo della Polizia locale, con i documenti del cronista.
CHI È BRENT RENAUD
Brent Renaud è nato il 2 ottobre 1971 nel Tennessee. Era un fotografo e documentarista che ha cominciato la sua carriera occupandosi degli attacchi terroristici dell’11 settembre a New York, poi ha seguito la successiva guerra in Afghanistan. Per il New York Times ha seguito il terremoto di Haiti, la guerra alla droga in Messico e ha prodotto la serie televisiva “Off to War” riguardante un’unità della Guardia Nazionale dispiegata in Iraq. Brent Renaud ha diretto più di una dozzina di progetti televisivi e cinematografici, come il documentario sull’eroina della HBO “Dope Sick Love” e la serie tv “Last Chance High” che ha vinto il premio Peabody. Durante il suo anno di borsa di studio, il giornalista ha approfondito gli effetti dei traumi e delle malattie mentali ed emotive sui tassi di povertà e violenza in America.
Response from a New York Times spokesperson in regard to the death of Brent Renaud in Ukraine. pic.twitter.com/K11eW685yr
— NYTimes Communications (@NYTimesPR) March 13, 2022