LA “MINACCIA” DEL COMMISSARIO BRETON SU X PRIMA DELLA CONVERSAZIONE TRA MUSK E TRUMP: COSA VUOLE L’UE
La vigilia agitata dell’evento live di questa notte tra Elon Musk e Donald Trump su X non è stata tale solo per gli attacchi hacker lanciati contro l’uomo più ricco del mondo e il candidato Presidente Usa: una lettera molto dura siglata dal Commissario Ue per il Mercato Interno Thierry Breton, indirizzata al patron di X, chiedeva un intervento immediato della piattaforma social per ridurre la diffusione di contenuti sensibili come razzismo, odio o violenze. Non solo, il Commissario Ue in maniera preventiva a poche ore dal dialogo su X tra Elon Musk e Donald Trump, minacciava la possibilità di bloccare alcuni contenuti qualora fossero superate le regole europee (dato che la conversazione è andata in onda a livello globale, dunque anche con il pubblico Ue).
Una lettera quella di Breton di fatto insolita e inedita per il tentativo piuttosto netto di “interferire” su evento “privato” sui social, cercando di far rientrare le regole di X all’interno degli (spesso cervellotici) regolamenti europei: «Le scrivo nel contesto dei recenti eventi nel Regno Unito e in relazione alla trasmissione programmata sulla vostra piattaforma X di una conversazione in diretta tra un candidato alla presidenza degli Stati Uniti e lei, che sarà accessibile anche agli utenti nell’UE», si legge nell’incipit della lettera che trovate integralmente proprio sull’account X del commissario in “scadenza” (anche se riconfermato dalla Francia di Macron nella rosa dei nomi presentati a Ursula Von der Leyen). «Stiamo monitorando i potenziali rischi nell’UE associati alla diffusione di contenuti che potrebbero incitare alla violenza, all’odio e al razzismo in concomitanza con importanti eventi politici o sociali in tutto il mondo, compresi dibattiti e interviste nel contesto delle elezioni», continua Breton di fatto contestando sia la campagna anti-Governo Starmer di alcuni utenti su X dopo l’attacco con coltello a Southport, sia l’ospitata di Trump sulla piattaforma del magnate patron di Tesla.
LA REPLICA DI ELON MUSK E DONALD TRUMP ALL’UNIONE EUROPEA: “NEMICI DELLA LIBERTÀ DI PAROLA, INTERFERENZA SULLE ELEZIONI USA”
Non solo, il Commissario Ue sul Mercato Interno Breton conclude “parafrasando” Spiderman – «a grandi audience implicano grandi responsabilità» – e minacciando la possibile messa in atto di tutti gli strumenti in mano alla Ue, come il blocco del social in caso di effetti negativi dei contenuti illegali, «compresa l’adozione di misure provvisorie, qualora fosse giustificato per proteggere i cittadini dell’Ue dai danni».
La replica di Elon Musk non si è lasciata attendere e ha puntato tutto sul tentativo della Ue di “censurare” la libertà di parola che vige sul X: «Fai un grande passo indietro faccia di cazzo», è la prima replica per cui è inutile qualsiasi “parafrasi”. Ma sempre prima del live con Trump, la posizione del patron di X si fa più formale e arriva a rispondere punto su punto alla richiesta-minaccia della Ue di sottostare al Digital Services Act, la legge Ue che impone libertà di espressine ma anche divieto di diffondere contenuti dannosi. L’ad di X, Linda Yaccarino, a Breton risponde sottolineando come il suo tentativo sia «senza precedenti»: sotto accusa è infatti l’idea della Ue di estendere una legge destinata al mero territorio europeo «verso attività politiche negli Stati Uniti». Non solo, per la ad scelta da Musk, la mossa dell’Europa tratta in modo «paternalistico i cittadini europei, immaginandoli incapaci di ascoltare una conversazione e trarre le proprie conclusioni».
La “piazzata” di Breton non poteva che entrare nei vari temi toccati dalla conversazione Musk-Trump, anche perché avvenuto tutto a pochissime ore di distanza: «Ho ricevuto una lettera dalla Commissione Ue che mi avvertiva di non diffondere disinformazione. È un modo per imporre la censura agli americani da parte di altri Paese», ha detto il patron di Tesla chiedendo al candidato Presidente Usa cosa ne pensasse del tentatici di “censura” giunto dalla Ue. Trump non ha calcato la mano più del “solito” ma ha comunque attaccato Bruxelles in un paio di occasioni: in primis quando ha detto che «L’Ue si approfitta di noi (America, ndr) negli scambi commerciali e noi li difendiamo con la Nato: dovrebbe pagare quanto noi per l’Ucraina». In secondo luogo, ha ribadito che l’Unione europea «dovrebbe farsi i fatti propri anziché cercare di interferire con le elezioni americane». La chiosa è in realtà un attacco più ai Democratici che non a Breton o alla Ue, dal momento che – conclude Donald Trump su X – «Solo nell’America di Joe Biden e di Kamala Harris una organizzazione straniera non democratica può permettersi di dire a questo Paese che cosa fare». Per Musk e Trump, l’Ue con questa ultima mossa del commissario Breton diventa «nemica della libertà di parola e non ha nessuna autorità per dettare come facciamo campagna elettorale».