E’ ufficiale la Brexit, con il Regno Unito che dalla mezzanotte di ieri è uscito dall’Ue. Grande festa fra i “brexiters”, mentre l’umore è decisamente meno alto fra coloro che invece erano contrari all’uscita dalla Grande Bretagna dagli stati membri. Di quest’ultima schiera fa parte anche l’ex presidente del consiglio italiano, Romano Prodi, da sempre sostenitore dell’euro e dell’Europa, che quest’oggi ha commentato: «Non è una bella giornata per l’Europa – le sue parole durante un evento per i 110 anni di Confindustria a Torino – perché la Gran Bretagna rappresentava molto in Europa sia dal punto di vista politico militare sia della ricerca scientifica e della finanza. Ma è sempre stato il paese inquieto d’Europa». Prodi ha quindi aggiunto e concluso, pronosticando: «Sono stati anni belli, ma anche faticosissimi nel rapporto con la Gran Bretagna. Per ogni decisione c’era sempre da discutere. Sono convinto che avranno problemi e tra 15 0 20 anni torneranno». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BREXIT, REGNO UNITO VIA DALL’EU: IL COMMENTO DI JOHNSON

Da circa undici ore a questa parte, la Brexit si è concretizzata: la Gran Bretagna ha lasciato l’Unione Europea tornando ad essere libera da qualsiasi tipo di vincolo. Erano decine di migliaia ieri sera di fronte a Westminster, pronte ad accompagnare l’arrivo del nuovo corso per il Regno Unito, che secondo gli stessi britannici sarà senza dubbio positivo, anche se regna l’incertezza più totale in quanto si tratta della prima uscita dall’UE da quando questa esiste. “L’Unione europea si è evoluta in una direzione che non andava bene – le parole del premier britannico Boris Johnson in occasione della grande cerimonia di uscita – inizia un’era di amicizia e cooperazione con Ue. Abbiamo obbedito al popolo, il momento di cambiare è arrivato”. Quindi, alla fatidica ora, ha commentato: “Sorge l’alba e la tenda si alza su un nuovo atto della nostra grande storia nazionale”. Presente anche Farage, uno dei massimi sostenitori della Brexit in questi ultimi quattro anni: “Siamo stati noi a terrorizzare David Cameron fino a concederci il referendum e siamo andati avanti fino alla vittoria”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BREXIT, SCATTA IL CONTO ALLA ROVESCIA

Brexit, oramai ci siamo: nel Regno Unito è partito il countdown finale che allo scoccare della mezzanotte di oggi 31 gennaio sancirà ufficialmente l’uscita della monarchia parlamentare britannica dall’Unione Europea, realizzando di fatto il punto principale del neo insediato Governo del conservatore Boris Johnson. Insomma un’epoca si chiude e se il fronte dei “Remainers” ha organizzato per questa notte una sorta di veglia funebre per protestare contro le modalità con cui si è dato effetto agi esiti di quell’oramai storico referendum conclusosi con una risicata vittoria del “Leave”, intanto il Primo Ministro da Downing Street parla di “alba di una nuova era” dopo aver presieduto una riunione del suo Governo proprio in quel di Sunderland, una delle città simbolo della Brexit. “Questa notte segnerà non la fine ma un nuovo inizio” ha detto Johnson indicando che per il Regno Unito si tratta del primo atto di una nuova storia dopo ben 47 anni di matrimonio con l’Europa, e invitando inoltre tutta la popolazione, pro o contro all’uscita, a unirsi e superare le vecchie divisioni per andare incontro al futuro.



BREXIT, A MEZZANOTTE UK DICE ADDIO ALL’EUROPA

Ma cosa succederà dalla mezzanotte di oggi, quando scatterà la fatidica “Ora X” e il Regno Unito saluterà l’UE? Innanzitutto va ricordato che si tratta di un lungo addio, per citare il titolo di una celebre opera, dal momento che per almeno undici mesi Londra e Bruxelles manterranno lo status quo, e che la vera deadline è fissata per il 31 dicembre 2020: a livello simbolico assisteremo alla scomparsa dell’iconico “Union Jack” dai palazzi del potere europeo ma anche a quei 73 deputati che toccavano per diritto a Londra, e ciò come prima conseguenza avrà la necessaria redistribuzione di questi seggi tra cui tre spetteranno proprio all’Italia. Addio anche alle folcloristiche ma sempre spassose apparizioni del premier Tory alle riunioni del Consiglio Europeo mentre per quanto concerne il bilancio comunitario l’UK contribuirà ancora fino a quando tutte le transazioni non saranno definitivamente concluse. Uno dei punti più controversi tocca invece gli ingressi che dal 2021 vedranno andare in scena il paventato stop alla libertà di movimento e l’entrata in vigore di nuove norme in materia di immigrazione nel Paese, con extracomunitari e cittadini europei che verranno equiparati. Ad ogni modo se il processo di transizione si concluderà tra undici mesi è altresì vero che entro il prossimo 1° luglio e non oltre questa data il governo britannico potrà chiederne una estensione. “Si tratta di un giorno emotivo, ma il nostro lavoro va avanti” ha detto di recente Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo. Sì, sarà proprio un (lungo) addio.