Non si sblocca la questione Brexit, quando mancano poche ore all’ennesimo vertice in programma domani, giovedì 17 ottobre 2019. Una situazione di stallo che potrebbe portare ad una nuova clamorosa svolta, un altro colpo di scena di questa vicenda che non sembra voler trovare la parola fine: come riferisce il tabloid britannico, The Independent, il primo ministro Boris Johnson starebbe pensando di chiedere una nuova data di uscita, posticipando quindi l’attuale deadline fissata al 31 ottobre, nel caso in cui non venisse trovata la quadra con l’UE. Un vero e proprio coupe de theatre anche perché Johnson ha sempre detto di essere disposto ad uscire dall’Europa in ogni caso, ma evidentemente ha cambiato la propria posizione alla luce dell’ultimo vertice fiume protrattosi fino all’una e trenta della notte fra martedì 15 e mercoledì 16 ottobre. Oggi, come detto sopra, proseguiranno i colloqui, e filtra un moderato ottimismo, come ad esempio spiega il premier irlandese Leo Varadkar, che ha ammesso: «Lo spiraglio per un possibile accordo c’è, ma vi sono ancora molte questioni da risolvere». Sono attese importanti novità nelle prossime ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BREXIT: MANCA ANCORA L’ACCORDO CON L’UE
Nessun accordo nella notte fra l’Unione Europea e la Gran Bretagna in merito alla Brexit. Come riferito dall’edizione online de Il Sole 24 Ore, un’intesa sembrava vicina, ma la fumata è stata di colore nero anche se i colloqui proseguiranno nelle prossime ore, alla luce della scadenza del 31 ottobre sempre più vicina. Un funzionario dell’UE, che ha chiesto di rimanere nell’anonimato, ha fatto sapere: «Le discussioni sono proseguite fino a tarda notte e continueranno oggi». Nelle scorse ore, intanto, il premier britannico Boris Johnson si è tenuto in stretto contatto con Arlene Foster, leader del Partito unionista democratico del’Irlanda del Nord (Dup), di modo da garantirsi il suo appoggio sull’accordo che a breve dovrebbe essere formalizzato. L’idea che ha in mente il primo ministro è quella di un accordo che imporrebbe dei controlli doganali sulle merci che entrano nell’Irlanda del Nord. Complessa anche la questione scozzese, visto che il primo ministro Nicola Sturgeon ha annunciato il proprio voto contro la Brexit, proponendo poi un nuovo referendum per l’indipendenza da Londra. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BREXIT, SVOLTA CON L’UE?
Clamorosa svolta sulla Brexit: come vi abbiamo raccontato, sembra essere ad un passo l’accordo tra Gran Bretagna e Unione Europea per l’addio di Londra. «E’ tempo di portare a termine la Brexit e continuare a rispettare le priorità del Regno Unito: strade più sicure, ospedali migliori e scuole migliori», il commento su Twitter del primo ministro Boris Johnson, mentre Steve Baker ha spiegato: «Sono ottimista, è possibile raggiungere un accordo positivo per il quale possiamo votare». Come riporta il Financial Times, un funzionario Ue ha tenuto a ribadire che si tratta «di un momento di leadership politica: il Regno Unito vuole la Brexit? In tal caso, Bruxelles è pronta a concludere un accordo». La trattativa va avanti da diversi giorni e filtra ottimismo a Bruxelles per un’intesa che era considerata impossibile fino a pochi giorni fa. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BREXIT: “ACCORDO VICINO CON UE”
E quando sembrava che ormai l’ennesimo rinvio o peggio il “no deal” si avvicinava a grandi passi sul maxi-caos inglese che dal 2016 abbiamo imparato a chiamare Brexit, l’improvviso colpo di scena: secondo il Guardian l’Unione Europea e la Gran Bretagna di Boris Johnson sarebbero vicinissimi a chiudere l’accordo sul divorzio certificato tra Ue e Uk. Le anticipazioni dei media inglesi spiegano come il premier Tory pare abbia accettato di fare concessioni per sciogliere definitivamente il “nodo” Irlanda: il noto “backstop” potrebbe essere risolto con Londra che riconoscerebbe una forma di controllo doganale tra l’Irlanda del Nord e il Regno Unito ma ottenere la piena certezza che così Belfast e la Gran Bretagna escano dall’Unione Europea rimanendo in un territorio doganale unico. Sempre il Guardian spiega l’accordo che Johnson sarebbe pronto a siglare, rimangiando di fatto il “niet” del suo predecessore Theresa May «Le squadre negoziali si sarebbero accordate in linea di principio sul fatto che ci sarà un confine doganale nel Mare d’Irlanda».
BREXIT, BARNIER ANCORA SCETTICO MA…
«L’Irlanda del Nord sarà de iure nel territorio doganale del Regno Unito ma de facto nell’Unione europea», spiega ancora una fonte diplomatica alle agenzie internazionali mentre la voce di una possibile Brexit “risolta” corre per tutta l’Europa prima della chiusura delle Borse. Il vero problema resta comunque il Parlamento: se infatti l’accordo dovesse esser raggiunto tra Ue e Johnson, il Governo dovrà comunque farlo approvare dal Parlamento dove tanto Partito democratico unionista nordirlandese Dup quanto gli hard-brexiters potrebbero mettere di nuovo i bastoni tra le ruote. Un portavoce di Downing Street interpellato sulle anticipazioni del Guardian si limita ad un «ci sono progressi, I colloqui continuano e restano costruttivi, ma c’è ancora del lavoro da fare». Nel frattempo da Bruxelles il capo negoziatore da tre anni del tema Brexit per l’Europa, Michel Barnier, ha fatto sapere «Anche se è sempre più difficile, un accordo con il Regno Unito è ancora possibile questa settimana». Da ultimo, secondo alcune indiscrezioni tratte dall’Ansa, il Regno Unito «lunedì sera ha inviato una nuova proposta scritta ma, in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, occorre un testo legale operativo che, al momento, non c’è».