E come nel giro dell’oca più insidioso, spesso ti ritrovi quasi alla fine del “gioco” e ti tocca ritornare indietro praticamente al punto di partenza: ecco che la Brexit e più in generale la politica del Regno Unito era “appesa” al filo dei negoziati in corso tra May e Corbyn da diverse settimane ormai, nel tentativo di scongiurare il “no deal” post-Elezioni Europee. Ma stamattina in conferenza stampa il leader del Labour ha annunciato che quell’accordo è di fatto formalmente saltato: «I negoziati sulla Brexit fra Tory e Labour si chiudono senza un accordo», spiega Corbyn di fatto preconizzando un “no deal” assai più ingente che riguarderà la Brexit e l’uscita dall’Europa nelle prossime settimane se qualcos’altro non cambierà nel complesso scacchiere inglese. «Dopo sei settimane di colloqui si è arrivati fin dove si poteva, ma è ormai chiaro che non siamo stati in grado di costruire un ponte fra le nostre importanti differenze politiche, malgrado i compromessi individuati in alcune aree» scrive il n.1 dell’opposizione in una lettera alla Premier Tory.



BREXIT, SFUMA ACCORDO CORBYN-MAY: E ORA?

La stessa Theresa May si era impegnata a fissare una data per le sue dimissioni dopo il nuovo voto in Parlamento (il prossimo 3 giugno era la data segnata da tutti in Inghilterra come quella per il voto sulla Brexit, ndr) qualora non fosse passato l’accordo sul divorzio dall’Europa già votato dalla Commissione Ue e bocciato tre volte a Westminster. Ma la «debolezza crescente e instabilità del Governo», attacca Corbyn, non rendono possibile un accordo stabile tra le parti: in realtà anche i Labour hanno i loro diversi problemi interni e in questi tre anni di discussioni Brexit non sono mai riusciti a costituire un fronte comune tale opporsi alle crisi interne dei Conservatori. Secondo la BBC il “piano” May ora potrebbe essere quello di procedere con il concordare almeno nuove sessioni di voti su proposte “alternative” alla Brexit da presentare alla Camera dei Comuni: intanto sul fronte Tory, ieri l’ex Ministro Boris Johnson (uno degli hard brexiters più convinti) ha affermato di volersi candidare alla successione di Theresa May sia per la leadership Tory che per il Governo britannico, anche se ha ammesso «per ora la poltrona comunque non è vacante». Niente accordo Labour-Tory, vicino il “no deal” Europa-UK?

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