Giunge la reazione del premier Boris Johnson, dopo la decisione della Corte Suprema di “riaprire” il parlamento, ritenendo illegale il provvedimento di chiusura dello stesso primo ministro. Da New York, dove sta partecipando all’Assemblea generale dell’Onu, l’ex primo cittadino di Londra ha spiegato: “Come dice attualmente la legge, il Regno Unito lascerà la Ue il 31 ottobre, qualsiasi cosa accada”. L’inquilino di Downing Street ha quindi aggiunto: “La questione importante per il Regno Unito è avere un buon accordo. Ed è quello a cui stiamo lavorando”. Stando al pensiero del primo ministro Tory, la decisione della Corte Suprema di bocciare la “prorogation”, renderà l’uscita dall’Unione Europea più complicata: “Sarò onesto con voi – ha argomentato – la Brexit non è resa più facile da questo genere di cose in Parlamento o nei tribunali. Ovviamente ottenere un accordo non è facile su queste basi, ma andremo avanti e ce la faremo”. Infine, sempre parlando della decisione di riaprire la Camera dei Comuni, il premier ha spiegato di rispettare il verdetto ma di considerarlo ingiusto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BREXIT, CORTE SUPREMA RIAPRE PARLAMENTO

Il parlamento britannico non chiude. Arriva la decisione ufficiale da pare della Corte Suprema britannica, che all’unanimità ha giudicato illegale la sospensione della Camera dei Comuni, decisa dal premier Boris Johnson lo scorso mese di agosto. “Gli effetti sulla nostra democrazia sono stati estremi”, così ha specificato la Corte Suprema, che ha quindi deciso di porre fine alle proteste che erano nate subito dopo la decisione border line del primo ministro, considerata dall’opposizione come un vero e proprio bavaglio per favorire la Brexit in ogni caso, anche con un no deal. Una scelta, quella di Johnson, che a posteriori è risultata essere un boomerang per lo stesso, sia perché le opposizioni erano riuscite a far passare in tempi molto stretti una legge che evitasse il no deal, sia perché ora il consenso nei confronti del premier è ai minimi termini.



BREXIT, CORTE SUPREMA: “ILLEGALE STOP DEL PARLAMENTO”

Molti coloro che chiedono le dimissioni di Johnson, alla luce del fatto che lo stesso, con la richiesta di “prorogation”, ha di fatto ingannato anche la Regina a controfirmare la sospensione. Affinchè infatti la chiusura del parlamento divenisse effettiva, ci voleva anche l’ok della regnante, che dopo la decisione della Corte Suprema, è ora stata esposta ad una immane figuraccia, “colpevole” in qualche modo di aver sottoscritto un provvedimento illegale. Boris Johnson si trova al momento a New York, per l’assemblea generale dell’Onu, e il leader dell’opposizione, il laburista Jeremy Corbyn, ne ha chiesto le dimissioni. Difficile comunque che il primo ministro faccia un passo indietro, e nel contempo, lo stesso non verrà arrestato, a meno che non decidesse di ignorasse la legge anti no deal. Sembra comunque ormai agli sgoccioli l’era Johnson, tenendo conto che fino ad oggi, nella sua breve esperienza, il primo ministro ha collezionato solo clamorose sconfitte, con sei voti su sei persi in parlamento, la Regina che è stata di fatto fuorviata, ed ora la decisione della Corte Suprema.

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