Bank of England lancia l’allarme in merito all’impatto della Brexit sull’economia britannica. L’accordo con l’Unione europea è stato celebrato come un successo dal premier Boris Johnson, ma secondo il governatore Andrew Bailey il “divorzio” potrebbe costare nel lungo termine quattro punti del Pil all’economia britannica. Sulle previsioni pesa, però, anche l’andamento dell’epidemia nel Paese, quindi la capacità delle autorità britanniche di frenare l’emergenza in corso. Desta preoccupazione anche lo stallo sui servizi finanziari, visto che Ue e Regno Unito non hanno trovato ancora un accordo sulla normativa che disciplinerà i derivati denominati in euro.
L’Ue attende maggiori informazioni sulla futura regolamentazione finanziaria britannica, intanto Andrew Bailey ha esortato le autorità britanniche a non accettare un accordo «a qualunque prezzo». Ma ogni ragionamento si intreccia anche all’evoluzione della pandemia. A dicembre, infatti, un rapporto della Bank of England evidenziava che le vendite al dettaglio sono calate.
BREXIT, BANK OF ENGLAND SU ESODO LAVORATORI
Le aziende britanniche hanno registrato una perdita del 16,1% del loro volume di affari nel quarto trimestre, in peggioramento rispetto alla percentuale rilevata nel mese di novembre, che era stata di -15,3%. A proposito di numeri, Andrew Bailey ha parlato anche dei posti di lavoro che sono andati persi nel settore dei servizi finanziari a causa della Brexit. Secondo il governatore della Banca d’Inghilterra oscillano tra 5mila e 7mila. «È molto meno, direi, del tipo di numeri di cui si parlava dopo il referendum». Rispondendo alle domande dei parlamentari del Comitato del Tesoro, Bailey ha spiegato che molte aziende hanno trasferito le posizioni verso l’Ue prima dell’accordo sulla Brexit tra il governo britannico e la Commissione Ue. Inoltre, ha spiegato che i mercati sono rimasti stabili, attribuendo ciò al fatto che i mercati «si aspettano in linea di massima quello che hanno ottenuto» in merito all’accordo concluso.