Ci riprova o forse sarebbe meglio dire, ci risiamo: la Brexit e il tentativo della Premier May di far arrivare in Aula il voto sul “deal” siglato con la Commissione Europea si riaccende all’improvviso dopo che negli scorsi giorni il Governo Tory ha dovuto ammettere che alle prossime Elezioni Europee gli inglesi dovranno per forza, loro malgrado, partecipare salvo poi dimettersi il giorno prima della convocazione all’EuroParlamento proprio per la sopraggiunta legge effettiva della Brexit. Già, sempre che venga approvata: «Presenteremo il progetto di legge sull’accordo di uscita nel corso della settimana del 3 giugno» ha fatto sapere Downing Street ieri sera dopo una riunione-fiume con il Labour di Jeremy Corbyn, ancora alle prese con i negoziati che da settimane provano a tracciare un accordo di massima con i Tory. I colloqui con l’opposizione «sono utili e costruttivi» e la data del 3 giugno è «imperativa perché il Regno Unito possa lasciare l’Unione Europea prima della pausa parlamentare estiva». Ancora una volta una corsa contro il tempo con una base politica di accordi tutt’altro che certa e confermata.



BREXIT, ACCORDO MAY-LABOUR ANCORA LONTANO

May e Corbyn ci hanno provato e ci proveranno ancora ad andare d’accordo sul deal pro-Brexit ma le distanze al momento vengono date ancora enormi: «ma se il parlamento di Londra non avrà approvato un accordo di uscita, approvato dalla regina, entro il 30 giugno, i deputati si siederanno in Parlamento Europeo circa tre anni dopo il referendum che ha deciso l’uscita del Regno Unito dall’Ue», fa sapere questa mattina un portavoce della Premier May. L’accordo di uscita dall’Europa è stato già bocciato tre volte da Westminster e il rischio fortissimo è anche questa volta non si riesca a trovare la quadra con i due partiti storici inglesi che stanno pagando dazio anche in termini elettorali: il Brexit Party di Nicolas Farage è dato in testa ai sondaggi, con i Tory addirittura al quarto posto in ottica Elezioni Europee e – perché no – anche in un ipotetico ritorno alle urne in Gran Bretagna. La Brexit è stata rinviata prima al 29 marzo e ora al 31 ottobre, ma è la data di scadenza del Governo che al momento sembra essere quella più “imminente” stante il livello degli accordi (pochi) tra le forze in Parlamento..

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