Continua il caso Brexit, gli ultimi aggiornamenti arrivano direttamente dal Tribunale scozzese. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea rischia di essere rimandata ancora una volta e la Corte d’Appello di Edimburgo ha rincarato la dose: la sospensione dei lavori del Parlamento voluta dal premier Boris Johnson è illegale. Una sentenza che contraddice il precedente verdetto, favorevole al Governo: secondo la corte presieduta da Lord Carloway, la scelta di Johnson è stata motivata dall’obiettivo improprio di ostacolare il Parlamento. La Bbc evidenzia che, al momento, la sentenza non incide sulla sospensione del Parlamento scattata ieri: non sono state fornite indicazioni di cancellare la sospensione prima dell’udienza della Corte Suprema britannica, in programma martedì 17 settembre su un ricorso parallelo.
BREXIT: “SOSPENSIONE PARLAMENTO E’ ILLEGALE”
La decisione di Boris Johnson è stata dunque giudicata illegale e in violazione della Costituzione, con l’unico fine di limitare l’attività del Parlamento in vista della Brexit. Dopo l’approvazione della legge anti no deal, il Governo deve fare i conti con il ricorso presentato da 75 deputati dell’opposizione e membri della Camera dei Lord, ma Johnson è pronto a dare battaglia: pronto l’appello contro la decisione della Corte d’Appello di Edimburgo. Come dicevamo, non è prevista la riapertura di Westminster: sarà necessario attendere il 17 settembre, data in cui si terrà l’udienza d’emergenza per valutare i ricorsi presentati in Scozia, Inghilterra e Irlanda del Nord. L’esecutivo ha commentato in una nota: «Il Governo ha bisogno di portare avanti un programma di provvedimenti, la sospensione del Parlamento è la via necessaria e legale per arrivare a ciò». Soddisfatta l’opposizione: «E’ una grande notizia. Johnson ha agito in modo antidemocratico, è necessario che reagisca riconvocando il Parlamento», le parole di Ian Blackford, esponente del partito nazionale scozzese.