Ospite – tra gli altri – alla manifestazione Linecheck organizzata da Music Innovation Hub all’interno della più ampia cornice della milanese Music Week, il musicista britannico Brian Eno – influente al punto da essere considerato il vero e proprio inventore della cosiddetta musica d’ambiente, oltre ad aver collaborato ai pezzi di alcuni ‘mostri sacri’ della musica come David Bowie o gli U2 – ha lanciato una vera e propria provocazione che punta ad invertire una rotta (per così dire) ‘scorretta’ che da secoli ha intrapreso l’ambiente musicale planetario: sfruttare i suoni ambientali della natura senza riconoscerle alcun diritto d’autore – spiega lo stesso Brian Eno – per quelle che possono essere considerate a tutti gli effetti delle opere artistiche originali.



L’idea rivoluzionaria di Brian Eno: “Riconosciamo la natura come artista e paghiamole i diritti musicali”

La provocazione di Brian Eno – ovviamente – non è fine a se stessa, ma gli è servita per lanciare un nuovissimo progetto del quale ha deciso di farsi promotore assieme alla piattaforma Linecheck che si chiama Earth Percent: si tratta (di fatto) di una vera e propria Fondazione che mira a promuovere la questione climatica all’interno degli ambienti musicali, chiedendo – ovviamente in modo del tutto volontario – agli artisti di donare una minima percentuale dei loro ricavi; in modo del tutto simile a come già avviene quando si usano sample, basi e spezzoni scritti e registrati da altri artisti. Attualmente, il progetto di Brian Eno ha già raccolto più di 250 adesioni, tra le quali quella del Coldplay, di Peter Gabriel e di Moby.



“L’idea – spiega Brian Eno interpellato dal Corriere – è quella di piazzare un rubinetto su quell’enorme flusso di soldi generato dal music business” per riconoscerne una parte (anche minima) alla “salute del pianeta” dalla quale “dipende” l’intero showbusiness: un progetto che l’artista descrive come “molto poetico” perché oltre a prevedere quella già citata donazione per il ‘diritto d’autore’, includerà anche l’indicazione della natura tra i crediti di dischi e canzoni pubblicati; il tutto partendo dalla volontà di “riconoscere il pianeta come un artista”.

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