Altre dure parole di Flavio Briatore sul Coronavirus
: questa volta l’imprenditore – che ha recentemente festeggiato il 70esimo compleanno – ha rilasciato un’intervista ad America Oggi e ha affrontato il tema della ripresa, la famosa Fase 2. I temi, sostanzialmente, sono quelli che lui stesso aveva sciorinato nei giorni scorsi ma questa volta Briatore ha avuto spazio per approfondire il discorso. Per esempio, nel riassumere i passi che hanno portato alla pandemia in Italia: “Sicuramente si poteva fare di meglio” ha detto, iniziando a descrivere cronologicamente gli eventi e concentrandosi sul fatto che a fine gennaio “il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che in Italia la possibilità di contrarre il virus era bassissima e che, se ci fosse stata un’emergenza, eravamo più che pronti”; poi sulla scarsa allerta circa la pericolosità del virus, con l’accento sul fatto che le strutture ospedaliere “sono state informate solo dal 21 febbraio” e dunque gli stessi ospedali sono diventati focolai dell’epidemia. Dopo aver dato la colpa anche agli altri Paesi, Briatore ha parlato espressamente delle misure adottate dal Governo a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese, usando altri toni forti: “Soltanto chiacchiere. Le aziende non hanno ricevuto niente” ha detto, dicendo anche che una volta che i famosi 600 euro arriveranno sui conti correnti saranno già stati trattenuti dalle banche.
FLAVIO BRIATORE CONTRO IL GOVERNO
Poi, l’imprenditore ha parlato ancora una volta della necessità di disporre finanziamenti a fondo perduto. “Prima del Coronavirus la situazione economica del nostro Paese non era brillante, dopo questi tre o quattro mesi di lockdown non si possono dare finanziamenti che sarà difficile restituire”, a causa della pressione fiscale. In più, ha detto Briatore, le aziende hanno dovuto versare soldi dalle loro tasche per pagare gli stipendi prima della cassa integrazione e ora difficilmente ripartiranno; in seguito, “potrebbero tornare utili finanziamenti a tasso agevolato: soldi che servirebbero per costituire la base necessaria per far ripartire le imprese”. Un’altra soluzione per lui sarebbe quella di chiedere i danni alla Cina: “Credo di essere stato il primo a dirlo già due mesi fa, la Cina deve assumersi le proprie responsabilità ed è inutile che andiamo ad elemosinare soldi a destra e a manca”. Responsabile anche il Governo (ancora una volta), che avrebbero dovuto chiedere subito i soldi alla Repubblica Popolare dove, peraltro, “ancora continua il commercio di animali esotici portatori di malattie. E’ una cosa allucinante!”. Infine l’attacco diretto all’attuale classe dirigente italiana: “L’Italia è un Paese con un Governo comunista che va contro le aziende e contro chi vuole lavorare, è a favore dei sussidi perché portano voti”. Un Governo, secondo l’imprenditore, senza spina dorsale e formato da persone inesperte e inadeguate. “L’Italia è come una nava in mezzo al mare, affidata a un Comandante che non ha idea di quale rotta prendere”.
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