Cosa sono i Brics? Sono un gruppo in espansione che comprende i paesi economicamente emergenti. Nato ufficialmente nel 2001, quando Jim O’Neill, economista britannico della Goldman Sachs inventò il termine “Bric” per indicare i principali quattro stati che avrebbero avuto una evoluzione più rapida nello sviluppo dell’economia. Inizialmente infatti erano Brasile, Russia, India e Cina. A questi poi si è aggiunto il Sudafrica, che è entrato anche nella sigla, insieme ad Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi.I nuovi paesi ufficialmente membri parteciperanno al vertice Brics di Kazan in Russia per la prima volta dopo essere stati invitati all’adesione durante il precedente summit di Johannesburg ad agosto 2023.



L’obiettivo primario di questa alleanza strategica è prncipalmente quello di creare un sistema finanziario ed economico alternativo a quello imposto globalmente dagli Stati Uniti, cercando progressivamente anche di aumentare gli scambi commerciali e le esportazioni di risorse in valute differenti dal dollaro. Il blocco rappresenta attualmente il 30% di tutto il territorio globale, il 35% del Pil e a livello di popolazione arriva a raggiungere quasi il 50% di quella mondiale, vista la partecipazione di India e Cina.



Cosa sono i Brics? Una strategia per creare un mercato alternativo all’occidente e ai pagamenti in dollari

La strategia dei Paesi Brics si è evoluta nel tempo, grazie soprattutto alla crescita economica che effettivamente si è verificata in questi Stati. Da semplice raggruppamento che cercava di stabilire un blocco di contrapposizione all’egemonia del dollaro e al potere decisionale degli Stati Uniti all’interno del Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, sta diventando sempre più una realtà concreta in contrapposizione al dominio occidentale nel sistema finanziario.



Questo perchè nel tempo gli sviluppi sono stati talmente rapidi che il gruppo, anche se internamente è diviso da differenze profonde sia a livello politico che sociale, ha le capacità per creare un mercato alternativo anche grazie ad una maggiore valorizzazione delle risorse naturali che sono presenti soprattutto in Russia e Cina e che sono necessarie a molte industrie occidentali come materie prime critiche. Inoltre con l’ingresso dei nuovi membri, in particolare degli Emirati Arabi, i Brics sono arrivati a controllare quasi il 40% di tutta la produzione di petrolio mondiale.

I nuovi paesi che entreranno nei Brics, ancora incerte Turchia e Arabia Saudita

I Brics si stanno espandendo con l’invito alla partecipazione al gruppo di nuovi Paesi e con la valutazione delle richieste di adesione di altrettanti stati. Al momento il blocco, che principalmente nelle decisioni politico economiche è guidato dalla partnership Russia-Cina, come confermato anche dall’incontro di ieri al vertice di Kazan, ha ufficialmente annunciato l’intenzione di creare un nuovo sistema alternativo a quello Swift che è comunemente usato dalle banche occidentali, per permettere gli scambi e i pagamenti evitando così i blocchi operativi imposti dalle sanzioni. La partecipazione in futuro dei paesi che al momento sono incerti come Venezuela, Cuba e Thailandia, potrebbe rappresentare un ulteriore rafforzamento ma aumenterebbe anche le tensioni geopolitiche esistenti.

Il caso ad esempio della Turchia sta facendo discutere perchè se venisse approvata la candidatura si tratterebbe del primo Paese che fa contemporaneamente parte sia dei Brics che della Nato.  Altra questione controversa è quella dell’Arabia Saudita che è ancora nell’incertezza sull’accettazione dell’invito a causa delle trattative in corso per stringere accordi con gli Stati Uniti anche se inizialmente l’adesione a gennaio 2024 sembrava essere stata ufficializzata.