In queste ultime ore si sta facendo un gran parlare, sui social e non solo, dei BRICS e della loro presa di posizione nei confronti dell’Occidente, ufficializzata in occasione del loro ultimo summit. Ma di cosa si tratta, in particolare? BRICS è un acronimo, utilizzato in economia internazionale, che individua cinque Paesi (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) accomunati da caratteristiche simili, quali la condizione di economie in via di sviluppo, una popolazione numerosa, un vasto territorio, abbondanti risorse naturali strategiche e una forte crescita del Pil e della quota nel commercio mondiale negli ultimi anni.



Un nuovo aggregato geoeconomico che nelle scorse ore ha registrato le dichiarazioni di due suoi rappresentanti, il presidente della Cina, Xi Jinping, e il suo omologo russo, Vladimir Putin, i quali hanno criticato l’Occidente, soprattutto per le recenti sanzioni contro la Russia, e hanno invitato gli Stati BRICS ad “abbandonare la mentalità da Guerra Fredda e di confronto tra gruppi, opporsi alle sanzioni unilaterali e all’abuso delle sanzioni per superare l’egemonia e le piccole cerchie”.



BRICS, SUMMIT ANTI-OCCIDENTE: ECCO COSA SUCCEDE

I BRICS, ha asserito il presidente Xi, “devono prevenire rischi e sfide dello sviluppo globale”. Non solo: come riporta l’agenzia giornalistica AGI, il presidente cinese ha “citato espressamente la crisi innescata dalla pandemia di Covid-19 e la crisi ucraina, su cui i cinque Paesi – che non hanno condannato l’invasione dell’Ucraina, con la sola eccezione del Brasile, poi dettosi neutrale rispetto al conflitto – hanno espresso preoccupazione per i risvolti umanitari della guerra e sostegno ai colloqui tra Russia e Ucraina”.



Pechino ha voluto anche denunciare il pericolo derivante dall’espansione delle alleanze militari, un “indiretto richiamo alla NATO, che la settimana prossima ospiterà al summit di Madrid anche Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda, invitati come partner. Pechino critica l’Alleanza Atlantica per il tentativo di espandersi nell’Asia-Pacifico, e vede nel Quad, il gruppo formato da Stati Uniti, Giappone, India e Australia, uno strumento per cercare di contenere l’espansione a livello regionale della Cina”.