Carlo Alberto Dalla Chiesa, il nucleo speciale per contrastare le Brigate Rosse. La figlia Rita: “Vinse pure con loro, eppure…”

Quella di Carlo Alberto Dalla Chiesa resta una delle principali figure coinvolte attivamente nella lotta al terrorismo. Tra il 1974 e il 1975 fu infatti alla guida di un Nucleo speciale di polizia giudiziaria, pensato per contrastare le Brigate rosse, con la conoscenza ravvicinata dell’organizzazione attraverso l’infiltrazione mirata. Un incessante lavoro che seconda Rita Dalla Chiesa, la figlia del Generale, è rimasto pressoché invisibile agli occhi dei più. In una intervista rilasciata a Il Giornale, infatti, la presentatrice ha sottolineato con amarezza alcuni aspetti che vedrebbero il padre come figura prevalentemente associabile alla lotta alla mafia.



“In questi anni io e la mia famiglia abbiamo spesso assistito, increduli e sgomenti a interpretazioni romantiche dei brigatisti, ritratti come ingenui idealisti oppure, nel peggiore dei casi, come vittime di un sistema politico che li manipolava”, ha tuonato la figlia del Generale. “Non credo che sia un caso che la figura di mio padre sia più associata alla lotta alla mafia che non alla sua vittoria sui brigatisti rossi”, ha continuato la Dalla Chiesa.



Rita Dalla Chiesa, l’impegno del padre Carlo Alberto contro le Brigate Rosse: “Una parte della politica ricorda solo ciò che fa comodo”

Di certo il Generale è diventato nella memoria collettiva un eroe, un comandante unico e vittorioso, capace di contrastare con coraggio e forza il terrorismo. Eppure per per la famiglia Dalla Chiesa, alcune battaglie di Carlo Alberto hanno avuto maggior risalto rispetto ad altre. “Venivano coccolati da un certo tipo di sinistra che li accoglieva nei salotti, li nascondeva nelle seconde case e arricciava il naso di fronte ai Gruppi Antiterrorismo di mio padre. Noi l’abbiamo proprio vissuta sulla nostra pelle questa ingiustizia”, ha dichiarato la figlia, appesantendo il carico contro una parte della politica italiana.



“Mi riferisco al fatto che non riuscendo a fare i conti con il proprio passato c’è una politica che ricorda quello che le fa comodo”, ha alluso la Dalla Chiesa a proposito delle battaglie del padre contro la mafia e contro le Brigate Rosse. “Se fosse vero – ha ripreso la Dalla Chiesa – vorrebbe dire che un martire della criminalità organizzata è meno divisivo di colui che ha sconfitto le Brigate Rosse”.